Cronaca

Monnezza Pd o 5 stelle? Il caso assessore Muraro

Ama, Muraro e Fortini, se il caso monnezza è creato ad arte dal Pd lo sapremo presto, ma la guerra sulla monnezza era prevista.

Più che una guerra tra Paola Muraro e Daniele Fortini è una guerra tra Pd e M5s già annunciata dalle parole di Beppe Grillo. Il giorno della vittoria di Virginia Raggi disse: “Loro molleranno la spazzatura in mezzo alla strada per dire ‘avete visto come avete ridotto Roma’”.

Era quindi nell’aria che la monnezza sarebbe stata più di altre questioni la chiave dello scontro tra il potere consolidato dal PD ed i neoarrivati pentastellati.

Di sicuro le società partecipate dal Comune di Roma, in modo particolare ACEA, AMA e ATAC, sono state da sempre il terreno dove creare fortune o consolidare il potere. Da Rutelli ad Alemanno passando per Veltroni fino al tracollo Ignazio Marino.

 L’editoria in campo

Era impossibile che su un piatto così succulento di monnezza l’editoria non ci si tuffasse come un sol uomo. Ragioni diverse ma obiettivo unico: intorbidire ancora più le acque creando il caso. E ad agosto avere un caso di cui parlare e sparlare è manna. Sicuramente difficilissimo comprendere per il lettore quali interessi muovano le redazioni.

Finché si tratta di legami ovvi -ad esempio Caltagirone con Il Messaggero– risulta facile intuire un legame con gli interessi economici dell’editore. Equivale più o meno a quel che accade a Torino con La Stampa. Meno facile stabilire il legame politico ed economico dei giornali minori o dei blog. Le famose campagne anti degrado da migliaia di lettori hanno avuto nel tempo risvolti imbarazzanti per chi si faceva integerrimo paladino contro la bruttura capitale. Insomma, cercare di capire per il lettore cosa è vero, verosimile, costruito o semplice deduzione di parte è difficilissimo.

La politica nelle vesti della magistrtura

Si sa che sulla questione rifiuti romani la magistratura ha aperto più di un inchiesta negli anni. Anche in questi giorni vengono ascoltate persone informate sui fatti. Quello che desta perplessità è come interviene la commissione parlamentare sulle Ecomafie. Si inserisce in un momento molto delicato con il suo presidente Alessandro Bratti (Pd) per verificare il presunto conflitto d’interesse che avrebbe la Muraro come assessore.

In una guerra politica tra due gestioni diverse del comune, quella Pd passata e quella M5s appena iniziata, la commissione parlamentare -che esprime anche una chiara maggioranza col suo presidente- deve ascoltare il nuovo assessore per verificare se vi sia un conflitto d’interessi. Ma il conflitto d’interessi o c’è o non c’è! Basta chiedere le carte, e senza bisogno di arrivare fino a settembre con i cittadini romani che assistono sgomenti su cumuli di monnezza a questo scontro politico surreale.

Vince la Raggi e adesso tutti contro

lo avevamo scritto che se avesse vinto la Raggi avrebbe avuto tutti contro: la politica associata, la stragrande maggioranza dei media, il potere economico, Non si vuole fare il panegirico di nessuno, certo non del M5s o di Virginia Raggi, ma era inevitabile che accadesse. E oggi assistiamo a quanto di più prevedibile e penoso era nell’aria. Chi ha mal governato la Capitale per decenni aspettava solo l’occasione per scatenarsi in interminabili arringhe da pubblici ministeri snocciolando falle ed errori, e proponendo soluzioni definitive che fino a ieri non hanno messo in campo.

La mole degli interessi politici ed economici in gioco verrà misurata dal grado di coinvolgimento dei media: direttamente proporzionale. Dall’altra parte il M5s sapeva già per bocca del suo fondatore che la monnezza sarebbe stato il banco di prova immediato per la tenuta del suo programma, dei suoi obiettivi e dei suoi portavoce. Nel giro di poco tempo sapremo se questo nuovo governo della Capitale sarà in grado di resistere agli urti inevitabili che si stanno per scatenare o se crollerà miseramente sviando l’attenzione contro l’ultima ruota del carro, normalmente i dipendenti, senza esprimere una reale alterità politica.

Diego Sabatinelli

Dal ’95 letteralmente “batto le strade” di Roma per promuovere le iniziative nonviolente radicali, a partire dalla raccolta firme su 20 referendum che si svolge proprio quell’anno…

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