Arte e Cultura

Carnevale, la festa della follia

Oggi ricorre il martedì grasso, giorno conclusivo del Carnevale: tale termine, secondo la teoria più accreditata, nasce dalla locuzione latina carnem levare, vale a dire “togliere la carne”.

Perché il martedì grasso, ultimo giorno di festa, costituiva e costituisce ancora oggi l’ultimo giorno di grandi tavolate prima del periodo della Quaresima. La festa di Carnevale in sé nasce invece, come spesso accade, da un amalgama fra tradizioni cristiane e pagane: a metà febbraio, nell’antica Roma, si celebrasse anticamente la festa dei Lupercalia, caratterizzata da una serie di rituali propiziatori della fertilità e da una sorta di sovvertimento dell’ordine naturale. Tale rilassamento dei freni inibitori caratterizzava anche un’altra festività romana che si teneva invece a dicembre, quella dei Saturnalia, in onore del dio Saturno, dove gli schiavi potevano atteggiarsi a padroni e viceversa.

In Grecia si tenevano celebrazioni simili in onore di Dioniso, a Babilonia si celebrava la battaglia fra Caos ed Ordine, rappresentati dalla dea drago Tiamat e dal dio creatore Marduk.

La Chiesa cattolica, come per molte altre feste, ha poi incluso le tradizioni pagane ed in particolare romane nel proprio novero di celebrazioni, spogliandole del carattere più licenzioso e facendo leva sul godersi le ultime gioie prima del periodo di penitenza quaresimale. Non a caso, ancora oggi il Carnevale inizia subito dopo l’Epifania e termina prima del mercoledì delle ceneri, che costituisce appunto il primo giorno di Quaresima.

Il Carnevale è da secoli festeggiato in tutta Italia e non solo:

per quanto riguarda il nostro Paese, il più celebre anche a livello internazionale è sicuramente quello di Venezia. Abbiamo notizie certe di questa festa nella Serenissima già a partire dall’XI secolo d.C., dove veniva concesso del sano divertimento specialmente ad uso delle fasce più umili della popolazione, che potevano così riscattarsi almeno per un breve periodo. Uno dei culmini della festa è certamente costituito dal Volo dell’Angelo, durante il quale un acrobata appeso ad un filo si lancia dal Campanile di San Marco. Tale evento ha origine, pare, nel ‘500, quando una simile impresa, con mezzi decisamente meno tecnologici, fu realizzata da un marinaio di origini turche.

Un altro Carnevale giustamente celebrato è quello di Viareggio, nato ufficialmente nel 1873 e caratterizzato dalle celeberrime sfilate di carri di cartapesta, dei veri e propri capolavori semoventi che viaggiano su ruote ed ironizzano sulla politica, sulla società e sui costumi del nostro Paese.

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Un Carnevale viceversa piuttosto antico e che mantiene un saldo legame con le celebrazioni medievali è quello di Ivrea, nato nel XVI secolo e particolarmente famoso per la battaglia delle arance, che si tiene negli ultimi tre giorni di festa: fra i carristi e gli spettatori a terra si tiene infatti una furiosa sfida a colpi di lanci di arance, generalmente selezionate fra quelle non adatte al consumo umano, che vede un notevole ardore da ambo le parti.

Ancora, un Carnevale forse non celebre come quelli succitati, ma comunque molto suggestivo si svolge ad Acireale, dove pare sia nato fra XVI e XVII secolo

accanto a carri di cartapesta qui sfilano anche curiosi carri in miniatura e soprattutto bellissimi carri infiorati, che conferiscono al tutto combinazioni di colori semplicemente magnifiche.

Potrei nominare infiniti altri Carnevali: a Milano si svolge il cosiddetto Carnevale Ambrosiano; a Ronciglione si svolge una coloratissima sfilata; a Gallipoli si accende un grande falò di rami di ulivo; a Frosinone è famoso il ballo della radica; a San Giovanni in Persiceto sfilano carri che poi si trasformano in strutture completamente diverse da quella iniziale; a Satriano si svolgono sfilate ancora legate ad antichi rituali della fertilità e potrei andare avanti per ore ed ore. Il Carnevale è insomma una festa che ha mantenuto, forse più di tutte le altre, un carattere squisitamente locale e che declina il divertimento ed un po’ di sana follia secondo le tradizioni dello specifico luogo in cui viene celebrato.

Per quanto riguarda l’estero, meritano di essere menzionati quantomeno il Carnevale di Rio de Janeiro e quello di New Orleans

nella città brasiliana, dai primi anni del XIX secolo, si svolgono infatti celebrazioni coloratissime organizzate, fra le altre, dalle scuole di samba della città, che si caratterizzano dunque per la grande importanza conferita alla danza. A New Orleans, in Louisiana, si svolge invece dal 1699 un Carnevale che mescola tradizioni europee con il folklore creolo tipico della zona e che anche per questo è ritenuto imperdibile.

Molto fiorente (e gustoso) è anche il giro di affari attorno ai tipici dolci del periodo, che vanno dalle fritole veneziane alle chiacchiere, anche note come frappe, passando per castagnole, strauben, tagliatelle fritte, zeppole, graffe, pignoccate, chiechiene e chi più ne ha più ne metta.

Foto di Pexels da Pixabay

Andrea Barricelli

Andrea Barricelli è nato nel 1990 a Roma, dove vive e lavora come avvocato. Appassionato di storia e letteratura, gestisce dal 2020 un podcast dedicato alla prima sulla Webradio SenzaBarcode. Per quanto riguarda la seconda, invece, ha pubblicato un'irriverente parodia dell'Iliade, denominata “Troiade”, con Rupe Mutevole Edizioni, nonché “Dominio e Ribellione” e “Equilibrio e Cambiamento”, editi da CTL Editore nella collana editoriale SenzaBarcode.

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