Virginia Raggi, la sindaca in un vicolo cieco
Virginia Raggi in un vicolo cieco, se vince lei ha tutti contro soprattutto i suoi, se vince il direttorio sarà sindaca eterodiretta per sempre.
Non condividiamo le scelte della sindaca di Roma Virginia Raggi e le ultime mosse che rendono plasticamente l’idea di un MoVimento esattamente con gli stessi mali della vecchia partitocrazia. Da uno vale uno siamo arrivati all’uno vale l’altro. E per chi si candida ad essere integerrimo quello che accade in queste ore deve apparire sempre più un tracollo nei valori più che nelle scelte politiche.
Ora Virginia Raggi si trova davanti ad un vicolo cieco con una scelta obbligata, ma qualsiasi scelta porterà comunque ad una legislatura tormentata se non a termine anticipato. Vediamo le opzioni.
Vince la linea Raggi
Nel caso vincesse la linea di Virginia Raggi, ossia massima indipendenza nelle nomine, nell’indirizzo e negli obiettivi sarebbe una novità. Nessun sindaco lo ha potuto fare fino ad oggi checché ne dica il PD o Giachetti; tutti i sindaci sono stati ostaggio di correnti e capi bastone.
Ma se non salta la Muraro, né De Dominicis e tanto meno Marra o Romeo, il Direttorio verrebbe spazzato via dalle scelte capitoline. Virginia Raggi sarebbe un sindaco contro tutti, soprattutto contro i suoi. Ad ogni inciampo avrebbe tutti contro, dalle opposizioni ai propri compagni di MoVimento, dove il Non Statuto e le regole andrebbero a farsi benedire.
E l’inciampo ci sarà, non potrà non esserci. La pressione a quel punto non minerà solo la sindaca, ma gli eletti. Nell’Assemblea Capitolina molti eletti sono incapaci per il momento di resistere alla pressione mediatica come a quella dei militanti.
Virginia eterodiretta
Sarebbe in linea con i suoi predecessori, ovvero dover mediare tra correnti e centri di potere per rimanere in sella e portare alla meno peggio in porto il proprio mandato, magari dignitosamente. Ciò non sarebbe disdicevole per altri partiti, anzi, la professione del politico e dell’amministratore è proprio quella di mediare tra interessi vari ed a volte contrapposti.
La falla avviene in un MoVimento che non ha regole in tal senso, nemmeno un nuovo Manuale Cencelli che possa contemperare gli interessi delle parti politiche e sociali coinvolte: politica, cittadini, dipendenti, imprenditori, commercianti e così via.
Virginia stacca la spina al MoVimento
L’ipotesi più cruenta è la sindaca che decide di chiudere col MoVimento ed andare avanti da sola con una sua maggioranza, come avvenuto a Quarto con la Capuozzo. In questo ultimo caso sarebbe la fine delle ambizioni del MoVimento, possiamo dire anche la chiusura anticipata, ed a Roma ci siamo già vicinissimi.
Per Virginia Raggi trovare qualche sponda che la tenga in piedi con una nuova maggioranza sarà difficile. Molti eletti rimarrebbero fedeli ai valori del MoVimento. In questo caso pur essendo lei accusata di essere donna della destra previtiana potrebbe trovare sponde proprio nel PD che tanto è disprezzato dai pentastellati. Perché?
Beh, Renzi quale Premier e segretario del Pd potrebbe trovare in questa formula la via più facile per liquidare i conti col partito romano e staccare la spina alla giovane sindaca senza colpo ferire. In tutti i casi già sappiamo che questa amministrazione rischia di durare poco e finire male.