Cronaca

Berlusconi insiste su Bertolaso e molla Forza Italia?

Berlusconi insistendo su Bertolaso molla la Forza Italia romana e quella nazionale per mantenere la pax renziana per il futuro.

Ormai siamo ben oltre la polemica politica interna al centrodestra, in Forza Italia si svolge un dramma tafazziano tra l’accondiscendenza verso il Cavaliere e l’incapacità di trovare un minimo comune denominatore tra i vari capi e capetti mentre Berlusconi continua ad appoggiare il candidato asfittico Guido Bertolaso contro tutto e tutti, anche se “tutti” non sempre escono allo scoperto. Le ragioni vanno ben oltre le amministrative romane, la partita si svolge su due tavoli: nel centrodestra il braccio di ferro contro i giovani ribelli Meloni-Salvini, e col PD per il mantenimento della pax renziana..

Percentuali spendibili

La candidata Giorgia Meloni ha maggiori possibilità di arrivare al ballottaggio rispetto ad Alfio Marchini ed i voti di Forza Italia, attualmente non oltre un 6%, potrebbero fare la differenza, mentre l’imprenditore romano anche usufruendo di quei voti in più sarebbe comunque distante dal ballottaggio. Certamente, però, la confluenza su Marchini sarebbe condizione decisiva per il fallimento della candidatura di FdI e Lega rimettendo in discussione a meno di due mesi dal voto equilibri e alleanze. Per la Forza Italia romana il discorso è diverso, andare avanti con un proprio candidato, nemmeno troppo amato, porterebbe ad un risultato catastrofico che farebbe scattare nella migliore delle ipotesi uno o al massimo due eletti in Campidoglio. Andare, invece, in coalizione spalmerebbe la responsabilità di un’eventuale sconfitta tra gli alleati, ma soprattutto in caso di vittoria farebbe sorridere molti e donerebbe pace interiore a tutti gli altri in vista di opzioni future anche a livello nazionale.

La pax renziana

Per Berlusconi la strategia è diversa, nel rapporto con gli (ex?) alleati provocare una sconfitta alla lunga porterebbe al beneficio di un ricatto politico permanente: senza i miei voti non si vince. Dall’altra ci sarebbe il rispetto di una pax renziana che ha comportato una sopravvivenza senza troppe noie con “l’avversario” magari in vista di quel Partito della Nazione a cui già alcuni dissidenti stanno lavorando e che un giorno potrebbe portare a nuovi fasti elettorali. Un grande contenitore moderato e nazional-popolare che consentirebbe di affrancarsi dai discoli destrorsi per volgersi verso la giovane stella renziana. Berlusconi, però, non ha fatto i conti con un presente molto più urgente: in attesa del Grande Accordo la piccola Forza Italia potrebbe esplodere in mille rivoli impazziti ed incontrollabili, una batosta alle amministrative peggiorerebbe di gran lunga i rapporti di forza, e non è detto che Renzi sia in grado di mantenere quel potere che consentirebbe il grande salto.

Diego Sabatinelli

Dal ’95 letteralmente “batto le strade” di Roma per promuovere le iniziative nonviolente radicali, a partire dalla raccolta firme su 20 referendum che si svolge proprio quell’anno…

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