Bertolaso, il candidato che fa subito flop
Guido Bertolaso da candidato Sindaco fa subito flop ed è polemica a destra. Democristiano, vicino ai rom, contro i dipendenti comunali ed amico dei PD
Pessima performance a Radio Capital per Guido Bertolaso, la prima uscita da candidato sindaco e riesce ad inanellare una serie di scivoloni che creano il panico nelle file di FI, FdI e Lega. Passi per l’affermazione di non aver votato mai Berlusconi, a destra sono in tanti a non averlo votato e questa sua specificità potrebbe cogliere attenzione tra chi storce il naso al pensiero di una coalizione col Cavaliere, ma per il resto comincia la samba delle affermazioni che proprio non possono essere pronunciate dal candidato di centrodestra. Contro i dipendenti comunali che dopo gli scontri epocali con la giunta Ignazio Marino potevano essere uno dei bacini elettorali più influenti, 24 mila più famiglie senza dimenticare i lavoratori ATAC ed AMA, voti sfumati con un’improvvida dichiarazione di guerra: il tam tam è già cominciato.
Rom categoria vessata
Il cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia e della Lega nelle periferie è proprio il mal contento che i campi nomadi provocano tra i residenti, e non essendo propriamente residenti radical chic degli attici zona Monti o Tridente, capiscono parole più semplici e dirette come “ruspe“, dirette verso le baraccopoli con montagne di rifiuti perennemente in fiamme e non contro gli esseri umani. Traducendo la parola ruspe dal salviniano all’italiano potremmo dire contenimento e controllo del fenomeno. In centro città le scorribande a mietere portafogli sono continue, ma lì prevale un lessico più chic: sicurezza partecipata. Bertolaso riesce a commettere il peggiore dei crimini a destra, dire che i rom sono stati penalizzati al cittadino romano che ha visto sfumare parte dei propri soldi per servizi che non ha visto a favore delle coop di Buzzi e proprio per l’emergenza rom.
Democristiano
E’ vero che ormai i tempi sono diversi e per le nuove generazioni di elettori la parola democristiano suona lontanissima, al massimo possono pensare a Gianfranco Rotondi, ma definirsi democristiano ad una parte di potenziali elettori che vedevano la DC come il vero potere nemico -dagli elettori di estrema destra ai liberali del primo Berlusconi- può farti ingraziare la benevolenza della C.E.I. ma difficilmente farti partire col piede giusto. L’elettore che vota democristiano oggi guarda ad Alfano, sono in pochi e sommano i loro voti a quelli di Marchini è quindi una sfida impossibile, perché il veto di Giorgia Meloni è proprio sul costruttore e sull’NCD.
Gli amici del PD
In U.S.A. il politicamente scorretto Trump al momento vince la diretta concorrenza con un modo nuovo di fare politica: dire tutto quello che mi passa per la testa e poi gestire le conseguenze. Con Bertolaso è il trionfo del politicamente corretto in poche frasi, riesce a duolersi di essere avversario dei candidati di punta delle primarie PD perché sono due amici. Il problema è che Bertolaso rappresenta non solo F.I., ma Fratelli d’Italia e Lega, e gli elettori di questi due soggetti non hanno un particolare amore verso i propri avversari, non ci vanno a fare lo spuntino alla buvette e non ci si ritrovano nel salottino del centro storico come vecchi amici ed un Barolo in mano. Sembra che Bertolaso non abbia capito bene cosa c’è in gioco, “le palle” bisogna tirarle fuori subito, forse sarebbe meglio passare per le primarie ed associare al centro destra un candidato eletto da tutti.