Salario accessorio e dipendenti capitolini, ne parliamo con ASBEL
Incontro dei sindacati di base alla sala del Carroccio in Campidoglio il 5 novembre all’apertura del processo Mafia Capitale, Salario accessorio e dipendenti capitolini
Il processo Mafia Capitale, il “balletto” delle dimissioni per arrivare alla decadenza di Ignazio Marino e al commissario Tronca, sotto i cieli di Roma se ne sono viste delle belle, con una costante però: i dipendenti capitolini hanno subito un taglio dalla busta paga che segna in media un -250/300€. I sindacati di base si sono incontrati per decidere il da farsi e il 5 novembre la Sala del Carroccio era gremita, presente l’ USB, USI e ASBEL.
Decidiamo di farci aggiornare da Marco Ralli e Mary Garau sugli ultimi sviluppi ricordando che il commissario Francesco Paolo Tronca è stato invitato all’assemblea per un confronto ma non vi ha preso parte, “per noi era importante incontrare le lavoratrici e i lavoratori” dichiara Ralli, RSU “la giornata ovviamente non è casuale, oggi si è aperto il processo a Mafia Capitale. Processo che ci ha riguardati direttamente come lavoratori di una Amministrazione duramente colpita che ha fatto venire fuori un marcio che in molti sospettavamo… quindi volevamo dare un segnale… perché non vogliamo far passare sotto silenzio che quello che è succeso con Mafia Capitale ci riguarda tutti”.
Il processo prosegue, l’ingiustizia rimane
L’atto unilaterale impone dei tagli netti oltre che allo stipendio dei lavoratori, anche al dialogo, ricordiamo che nessun sindacato ha siglato quell’accordo che di fatto stanno subendo i lavoratori.
Continua Ralli “Il motivo per cui ci hanno ridotto gli stipendi è perché ci hanno detto che non c’erano soldi nelle casse comunali. Casse che sono state prosciugate dalla criminalità organizzata, in combutta con una parte consistente della politica e di manager e burocrati dell’Amministrazione”. E’ palese dunque dove sta il danno a discapito dei dipendenti capitolini che nonostante tutto stanno svolgendo il loro lavoro in forte sottorganico, senza direttive e privi di risorse. E’ facile puntare il dito quando tv e giornali ci martellano ogni giorno con le notizie dei “fannulloni” di Sanremo. I servizi forniti dai dipendenti capitolini di fatto sorreggono la città e l’hanno salvata impedendole di scivolare completamente nel baratro.
Approfondiamo questo aspetto con Mary Garau, anche lei RSU ASBEL, “da gennaio -2015 ndr- per il settore anagrafico e demografico del Comune di Roma sono cambiati gli orari” riforma che l’allora sindaco Ignazio Marino salutò come rivoluzione che ‘avvicinava anche alle altri capitali europee’ ma, per romani dipendenti capitolini significa un carico di ore e responsabilità maggiori a fronte di un abbassamento dello stipendio, sempre per effetto dei tagli al salario accessorio. Anche il premier, Matteo Renzi, ha più volte parlato di avvicinare i cittadini all’Amministrazione semplificandola e rendendola a ‘portata di un click’. Peccato che, come ci racconta Mary Garau, “il mio computer ha 15 anni, è solo grazie alla pazienza dei cittadini e al nostro modo di fare che riusciamo a svolgere il nostro lavoro”.
Sono oltre 130 le udienze che si terranno nell’aula bunker del carcere di Rebibbia per affrontare il processo Mafia Capitale, basterebbero certamente meno incontri per ridare dignità e giustizia ai dipendenti capitolini. Almeno che siano messi in condizione di lavorare e fornirci i servizi migliori, nel caso poi saranno valutate e punite le inadempienze, ma solo allora.
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