Marino sfiducia la città e sceglie tra romani di serie A e di serie B
Dopo quasi tre anni Marino scende in piazza, solo quando ha i suoi marziani vicino. Di fatto il messaggio è ‘mi mischio solo con la mia gente’ e i suoi romani di serie A non saranno delusi. Ma nel mondo reale la favola dei Marino’S potrebbe non avere un lieto fine.
Eravamo in piazza con i dipendenti di Roma Multiservizi, gli autisti Meditral, operatori 060606, volontari e dipendenti dei Canili Comunali, dipendenti capitolini di tutti i settori dalla Polizia Locale alle Maestre ed Educatrici, passando dagli amministrativi al personale ATAC e TPL, c’eravamo con AMA e durante i tavoli sindacali. Marino no, lui non c’era mai. Era all’estero o rintanato a Palazzo Senatorio ma faccia a faccia col popolo di Roma lui non ci veniva.
Ricordo il 12 maggio 2014 quando Diego Sabatinelli, dopo un incontro con dipendenti capitolini avvenuto alla sala del Caroccio, si confrontò con Ignazio Marino, un sindaco già traballante e contestato, ma ancora sostenuto da una gran fetta dei suoi elettori, realmente ignari. Era prima dell’atto unilaterale, quando si parlava di taglio al salario accessorio come un’assurda mossa incredibile. Divenuta realtà poco dopo tagliando circa 300€ allo stipendio misero di gente comune, non di politici e assistenti facenti parte di staff illustri -come quello dello stesso Marino-.
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Siamo sempre stati in piazza, ma Marino non è mai sceso in mezzo ai suoi, sempre meno, sostenitori e i romani che manifestavano la necessità di un confronto
Ora Marino scende in piazza quando un migliaio di Marino’S boy si riunisce per manifestargli solidarietà. Beati loro che ancora ci credono. Il disegno è perfetto. Marino ritirerà le dimissioni e si farà sfiduciare, sarà la vittima e probabilmente ritornerà in Campidoglio leader di qualche lista Civica, portando via di fatto non pochi voti al PD romano. Un banchetto decisamente goloso per FdI, Lista Marchini, Destra in genere e M5S che hanno cominciato egregiamente la campagna elettorale mentre i -più o meno- dem si scannano per ogni cosa. In tutta questa bolgia Marino disse, emanando un’aurea tra il Che e il Pontefice:
“La democrazia non si esercita in stanze chiuse, ma nelle piazze”. “Nessuno ha il dono dell’infallibilità, ma mentre noi praticavamo la legalità, la magistratura ha potuto dare origine all’indagine che ha portato al processo di mafia capitale che inizierà il 5 novembre e di cui tutti i romani saranno parte civile”
Quando non stava in piazza il sindaco di Roma Ignazio Marino ha quindi impedito il corretto corso della democrazia? Perché scendere ora e non in questi lunghi e difficili mesi? Ma è stato Marino e la sua Giunta a dar vita al processo Mafia Capitale? Perché a memoria le indagini sono partite nel 2010 grazie al Procuratore Aggiunto Saviotti e Ignazio Roberto Maria Marino è divenuto sindaco solo nel 2013. Inoltre dovremmo ricordare la continuità nell’affidamento diretto degli appalti, le recentissime nomine nel CDA dell’Auditorium di Roma, finanche la brutta figuraccia con la polizza Assicurazioni di Roma, poco dopo l’articolo apparso su Repubblica a firma Giovanna Vitale è Marcello De Vito -M5S- a commentare su Facebook:
“Ha richiesto una polizza di copertura retroattiva di ogni sua responsabilità alle Assicurazioni di Roma, la stessa società che voleva liquidare in quanto ritenuta inutile e dannosa (mentre ha tutti i fondamentali positivi). Il Sindaco – furbetto- nel modulo avrebbe dichiarato di non essere conoscenza di circostanze che avrebbero potuto dare luogo a richieste di risarcimento, nonostante i fatti balzati agli “onori” delle cronache in questi giorni Fortunatamente la struttura di ADiR ha rigettato questa richiesta. Roma non può e non deve più essere ostaggio di questa classe politica, incapace e inadeguata.” E aggiunge che hanno provveduto depositando immediato accesso agli atti.
Matteo Renzi e il PD non ci pensano neanche a sostenere il povero Marino che, al netto di colpi di scena dell’opposizione e dichiarazioni rimangiate, sarà sfiduciato in Aula.
Consiglieri in piazza a sostegno di Marino dichiarano”E’ necessario ascoltare la piazza di oggi in Campidoglio. Il Sindaco venga in Aula a riferire le sue intenzioni e proposte. Roma ha bisogno di un governo stabile e risorse per le periferie, per rafforzare i servizi sociali, per la mobilità pubblica, e per la lotta al degrado”. Ribadisce il concetto, piazza di serie A -da ascoltare- piazza di serie B -da disertare-. Orfini tuona “Se ritira le dimissioni, dobbiamo decidere come chiuderla. Ma la chiudiamo comunque”, quindi quelli che vogliono Marino in Aula lo stanno, scientemente, mandando a sfracellarsi contro un muro. Certo, esiste ancora la possibilità che Marino in effetti dal 2 novembre non sia più sindaco di Roma, ma così deluderebbe tutti i romani di serie A.
Sarà una trepidante attesa.
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