Arte e Cultura

Gli Italiani in Swing di Maurizio Bianucci

Uno spettacolo e tre autori diversi per epoca e stile ma accomunati dalla stessa grande capacità di osservare l’animo umano e la società con ironia e sarcasmo: “ITALIANI in SWING” di Maurizio Bianucci si muove tra musica e teatro, tra cabaret e riflessioni d’autore.

“Ho un canale Spotify – Attore per quel po’ che si guadagna – dove recito i monologhi che mi piacciono e che sento miei. Ho sempre avuto una passione per Gaber e Campanile e più recentemente per il compianto Mattia Torre, autore di sceneggiature e teatro. Così ho cominciato a caricare sul mio canale i monologhi di questi autori e di altri, accorgendomi poco dopo che tutto sembrava volgere verso uno spettacolo con un solo filo conduttore, gli italiani. Poi ho una grande passione che è la musica jazz swing, quindi è arrivato spontaneamente l’idea di unire tutto, ed è nato ITALIANI in SWING” racconta Maurizio Bianucci sullo spettacolo.

Bianucci propone una sua versione personale, con intermezzi cabarettistici e dialoghi col pubblico, dei monologhi scritti da Mattia Torre, Gaber e Achille Campanile.

“Via con me di Paolo Conte apre lo spettacolo. Ho scelto questo autore proprio perché è un vanto della musica italiana all’estero e Via con me un brano perfetto per traghettare il pubblico verso il primo monologo. Poi ci sono brani bellissimi come In cerca di te o Un bacio a Mezzanotte o molto swingati come Canto anche se sono stonato di Luttazzi, con cui concludo lo spettacolo in un crescendo pazzesco!”

Di Gaber ho scelto “Falso contatto”, l’incontro d’amore fra un uomo e una donna. Inutile dire che il machismo italiano, che nasconde non poche debolezze, è il vero protagonista di questo monologo. Il monologo è aperto dal bellissimo e poco conosciuto brano di Buscaglione “Una sigaretta”, in cui il maschio da una ultima possibilità alla donna che ha di fronte e tutto nello spazio di una fumata.

Di Mattia Torre ho scelto Traffic, dedicato al nostro rapporto con il traffico cittadino e che ci ricorda come lo status di benessere italiano passa anche attraverso il possedere una macchina. Ora però la cosa è cresciuta a dismisura, ogni famiglia ha 3 automobili ma questo è l’inizio della giungla cittadina. Concludo lo spettacolo con Gola, perché a noi italiani ci piace mangiare forse più di ogni altra cosa. Retaggio storico culturale della fame vissuta in guerra?” – Maurizio Bianucci

Ai monologhi si alternano brani jazz/swing del repertorio italiano di Luttazzi, Kramer, Buscaglione, Natalino Otto, suonati dal vivo dai jazzisti Leonardo Anselmi e Giovanni Scamardella.

La musica accompagna la voce di Bianucci, sia nelle canzoni che in parte sui monologhi, diventando così integrante e determinante per il ritmo di tutto lo spettacolo.

“Il monologo Fichi Prosciutto e… Mele è un riadattamento del testo – La Cura dell’Uva – di Campanile che da grande umorista dei suoi tempi, si chiede chi ha inventato questo accoppiamento culinario italiano così famoso nel mondo. Da lì alla legge di Newton e la sua mela, il passo è breve. In questo monologo ho liberamente cambiato molto del testo originale, aggiungendo alcune mie considerazioni a riguardo di certe invenzioni che ci circondano nella vita quotidiana, ma che non sempre ci sono gradite. Vogliamo parlare dell’odioso tappo di plastica delle bottiglie di acqua?” – Maurizio Bianucci

“Italiani in Swing”, ospite della serata conclusiva della 37° edizione del Buskers Festival di Ferrara, di manifestazioni estive in Irpinia e dei principali live club di Roma, racconta vizi e virtù degli italiani, ritrovando autori della musica e del teatro.

“Il Buskers Festival di Ferrara, diretto da Rebecca Bottoni e Erika Sarson, è stato una grande fortuna per il mio spettacolo. Nella bellissima cornice della Limonaia di Ferrara ho potuto testare ITALIANI in SWING e le sue potenzialità con un pubblico preparato e attento. Il festival ospita artisti da tutto il mondo ed essere fra i rappresentanti dell’Italia è stato un vero onore” – Maurizio Bianucci

Si ride a “denti stretti” del nostro rapporto con il cibo, col sesso, con la rabbia che ci sovrasta per ogni piccolo disagio quotidiano, dal traffico alla pasta sciapa, dal lavavetri al conto dell’idraulico.

“L’Italia è quel paese che se lo attraversi in treno è pieno di bellezze, colline, mari, montagne, laghi, pieno di cultura di santi e navigatori, pieno di poeti e storia… ma a noi di tutto questo… a noi piace solo mangiare!” (da Gola di M. Torre)

In un susseguirsi di monologhi e canzoni “Italiani in Swing” diverte e accompagna lo spettatore in un’Italia che “è vero, in fondo, è quel Paese fatto a forma di spuntatura di maiale”.

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