Cronaca

Interferenti endocrini: allarme tracce nel sangue materno

Interferenti endocrini, scoperte tracce nel sangue delle donne incinte e del cordone ombelicale. Endocrinologi AME: “Rafforzare la ricerca per prevenire danni alla salute”.

Gli interferenti endocrini sono sostanze molto diffuse che, alterando il sistema endocrino, influenzano negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che negli animali 

Tracce di sostanze chimiche potenzialmente tossiche nel sangue delle donne incinte e nel sangue del cordone ombelicale. È quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università della California di San Francisco in uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives. “Questi risultati si aggiungono a un numero crescente di evidenze le quali mostrano come i cosiddetti interferenti endocrini, sostanze capaci di influenzare la normale attività del sistema endocrino responsabile della produzione degli  ormoni nel nostro organismo, siano molto diffusi e, di conseguenza, rilevabili negli esseri umani”, spiega Vincenzo Di Donna, endocrinologo presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME-ETS).

“Gli interferenti endocrini sono sostanze che, alterando il sistema endocrino, influenzano negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che negli animali – spiega lo specialista dell’AME -. Possono agire a diversi livelli: dal simulare l’azione degli ormoni al bloccare i recettori cellulari necessari per svolgere la loro azione fino a interferire sulla sintesi, sul trasporto, sul metabolismo e sull’escrezione degli ormoni stessi, alterandone così la concentrazione”. 

Nel nuovo studio i ricercatori hanno trovato nel sangue di 302 donne incinte e nel sangue del cordone ombelicale molteplici tipologie di interferenti endocrini, tra cui sostanze per/polifluoroalchiliche (PFAS).

Almeno il 97 per cento dei campioni di sangue conteneva un tipo di PFAS noto come PFOS, che è stato a lungo associato a diversi problemi di salute, compresi difetti alla nascita. Altre sostanze chimiche trovate nella maggior parte delle donne incinte includevano acidi grassi anormali e altre sostanze chimiche utilizzate per produrre pesticidi, alcuni farmaci e plastica. “Ci sono evidenze scientifiche che mostrano che alcune di queste sostanze – sottolinea Di Donna – sono associate a un aumentato rischio di diabete gestazionale e pre-eclampsia, complicanze che possono rivelarsi anche gravi in gravidanza”.  

Questo studio arriva poco dopo che una serie di test commissionati dall’Environmental Working Group (EWG), un gruppo di attivisti USA, ha rilevato la “presenza diffusa” di PFAS nell’acqua potabile di dozzine di città statunitensi. Livelli elevati di PFAS sono stati scoperti sia in grandi, così come in comunità più piccole. All’inizio di questo mese, la US Geological Survey (USGS), un’unità del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti, ha riferito che il 45 per cento dell’acqua potabile degli Stati Uniti è contaminata da PFAS. “Esistono moltissimi tipi di sostanze chimiche PFAS, sempre più diffusi nell’ambiente essendo utilizzate in processi industriali e beni di consumo, che non si decompongono naturalmente e persistono non solo nell’ambiente, ma anche nei corpi di animali e persone”, dice Di Donna.

“I PFAS sono stati collegati a problemi di salute tra cui cancro, diminuzione della fertilità e malattie della tiroide e del fegato. Per questo – conclude – è fondamentale la ricerca per offrire ai decisori politici informazioni utili per rivedere ed eventualmente riconsiderare gli attuali limiti per queste sostanze e per gli altri interferenti endocrini”. 

SenzaBarcode Redazione

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