Italiani e università: come fronteggiare le spese
Studiare all’università è un diritto per ogni persona al mondo. Ovviamente lo stesso discorso si applica per l’Italia, laddove, però, assume maggiormente i contorni di un sogno a causa dei costi sempre più elevati da sostenere per lo studente e la sua famiglia.
Non a caso sempre più universitari stanno scegliendo gli atenei telematici, che spesso hanno assunto il ruolo di ultima chance per poter proseguire gli studi e ammortizzare il più possibile le spese, specialmente perché eliminano l’incombenza degli affitti salati per i fuorisede. Già nel 2018 erano quasi 100mila gli iscritti e la tendenza si sta confermando anche negli anni più recenti.
Università italiane tra le più care in Europa
Certo, la qualità è quella che non manca agli atenei italiani. A contraddistinguere le nostre università, infatti, è proprio l’elevato standard dei corsi offerti ai propri studenti. Non è un caso se il nostro Paese figura sul podio di questa speciale classifica. Ma la qualità ha un costo e a volte risulta eccessivo per gli studenti, praticamente insostenibile. Basti pensare che nel corso dell’ultimo ventennio, le tasse universitarie sono aumentate di oltre l’80%, raggiungendo cifre da capogiro specialmente negli atenei più importanti del Bel Paese, come il Politecnico di Milano o la Sapienza di Roma.
Contemporaneamente, però, sono diminuiti anche i sostegni a favore di studenti e famiglie, le quali spesso sono state costrette a grandi sacrifici o, addirittura, a non far iscrivere i propri figli ai corsi post diploma. I numeri europei in termini di laureati parlano chiaro: nel nostro Paese abbiamo una media di 20 laureati ogni 100 abitanti, quando nel Vecchio Continente sono 33 ogni 100. Un distacco destinato impietosamente a salire qualora la rotta non venga invertita al più presto.
Università nel 2023: quanto costa a studente?
Ma andiamo nel dettaglio, per capire quanto effettivamente siano diventate care le università italiane nel 2023 e quanto costi per ogni famiglia mantenere il proprio figlio sia quando abiti nella medesima città dell’ateneo, sia quando esso studi da fuorisede. Partiamo dalle università pubbliche, che in teoria sono le meno costose. Basti pensare che annualmente la Sapienza di Roma ha un costo che oscilla di media intorno ai 3mila euro, senza contare la tassa regionale da 140€. Ovviamente l’importo può essere anche inferiore, ma questo dipende dai dati ISEE di ogni famiglia.
Un ateneo privato, invece, costa almeno 5 volte tanto di media, arrivando alla somma massima di 15mila euro. Finora ci siamo limitati a corsi di laurea triennali e specialistici, ma se si va sui Master, allora il prezzo può arrivare anche a 50mila euro, a seconda dell’ateneo e del corso scelto. Più o meno quanto si pagherebbe per spedire il proprio figlio ad Harvard.
Fatto sta che queste sono solo le spese relative agli studi universitari nudi e crudi
che possono anche variare in base a quanti anni occorrono allo studente per completare il singolo ciclo di studi e all’ubicazione della casa di quest’ultimo, che spesso dovrà ricorrere a un affitto se proveniente da altre zone del Paese. Quindi per fronteggiare le numerose uscite che comportano l’iscrizione all’università e l’eventuale trasferimento nella nuova città, si potrebbe pensare di richiedere un finanziamento. Infatti, su alcuni portali web è possibile effettuare una simulazione di un prestito da 30000 euro pensato proprio per avere la liquidità necessaria a fronteggiare queste spese.
Infine, c’è la soluzione telematica, con i prezzi che rimangono alti ma si configurano sicuramente come più abbordabili, solitamente intorno ai 2000 euro l’anno tra iscrizione, diritti di segreteria, tasse regionali e annuale ed eventuali marche da bollo da applicare alla domanda di ammissione.