Roma

Lo Scalo De Pinedo

Perché il vecchio Porto di Ripetta è stato ribattezzato Scalo De Pineto e perché passeggiare lì è d’obbligo?

Il 7 novembre 1925, un idrovolante SIAI S.16, ribattezzato Gennariello, ha concluso una delle più importanti imprese aviatorie, ammarando al vecchio Porto di Ripetta, su Lungotevere Arnaldo da Brescia, a due passi da Piazza del Popolo. In pieno centro di Roma. Gennariello era decollato qualche mese prima da Sesto Calende e giunto poi a Sidney per tornare indietro a Roma, percorrendo 55.000 km di volo. Il pilota che compì questa impresa si chiamava Francesco De Pinedo, uno dei primi “assi del cielo” dell’aviazione mondiale. Il vecchio Porto di Ripetta è stato quindi ridenominato lo Scalo De Pinedo.

Purtroppo, l’area non versa in ottime condizioni. Le due maestose scalinate che scendono verso la banchina del Tevere sono coperte da scritte che ormai il tempo ha rese indelebili. Lo Scalo De Pinedo ha una banchina particolarmente grande, accessibile anche con l’automobile, che potrebbe ospitare locali e iniziative grazie alle quali trascorrere piacevoli momenti di relax e svago con le famiglie o gli amici. Niente di tutto ciò.

Lo Scalo De Pinedo potrebbe diventare uno dei luoghi segreti della Capitale d’Italia, perché non tutte le altre città del mondo hanno visto ammarare un idrovolante sul fiume che le attraversa.

E questo è un altro primato che Roma non può e non deve dimenticare

Erano gli anni nei quali il desiderio millenario di volare si stava realmente concretizzando. Solo due anni prima era stata costituita l’Aeronautica Militare, quell’Arma Azzurra che proprio in questi giorni, e più esattamente il 28 marzo, festeggia i suoi primi cento anni di vita. E proprio De Pinedo è stato uno dei suoi primi Comandanti, per il temperamento e per l’audacia nel compiere imprese che rimarranno storiche. Basti pensare che Gennariello, l’idrovolante ammarato allo Scalo De Pinedo, era un aereo con l’abitacolo aperto (quando oggi tutti gli aeroplani hanno abitacoli perfettamente chiusi) e andava a una velocità massima 190 km/ora (quando oggi la velocità media di un aeroplano è di circa 700 km/ora).

Basta questo per far sì che lo Scalo De Pinedo possa essere rivalutato e possa diventare patrimonio dei romani e dei turisti. Ma c’è di più.

Proprio dove nel novembre del 1925, Francesco De Pinedo chiudeva una delle imprese aviatorie più importanti dell’epoca, si trova il luogo dove fu rapito, per essere poi ucciso, un deputato di nome Giacomo Matteotti

Era il 10 giugno 1924, quando il deputato socialista, che si stava recando a Montecitorio dalla sua abitazione sulla via Flaminia, fu prelevato da alcuni fascisti per poi essere ucciso e gettato il corpo nelle campagne di Riano. Il luogo dove rapirono Matteotti è proprio lo stesso dove, poco più di un anno dopo, De Pinedo concluse la sua trasvolata. Per questo, il regime fascista celebrò l’evento con il massimo sfarzo possibile: doveva offuscare quanto di terribile aveva compiuto proprio in quel luogo. E rinominando l’aera in Scalo De Pinedo cercò di cancellare le tracce di ciò che era stato solo l’inizio di un lungo periodo buio che ha investito l’Italia.

Il 10 giugno 1974, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’omicidio, è stato posto un imponente momento dedicato a Giacomo Matteotti, che troneggia su tutto lo Scalo De Pinedo.

Perché andarci a farsi una passeggiata?

Giacomo Matteotti e Francesco De Pinedo non sono poi così distanti e diversi. Erano due uomini del loro tempo. Tutti e due credevano in quello che facevano: Matteotti nell’impegno politico, De Pinedo in quello aviatorio. Entrambi sono stati oscurati dal regime fascista: Matteotti finendo ucciso tragicamente per mano squadrista, De Pinedo non arrivando al massimo vertice dell’Aeronautica Militare perché non perfettamente allineato con l’ideologia imperante. Di ognuno di loro è possibile il ricordo nello stesso luogo, lo Scalo de Pinedo, dove il politico fu rapito e dove l’aviatore concluse un’impresa eroica.

Matteotti disse: « Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai», e questa frase è incisa sul monumento a lui dedicato. De Pinedo testimoniò quanto fosse possibile realizzare il sogno millenario dell’uomo, ovvero quello di volare, e a lui è stato dedicato lo scalo.

Anche questa è la bellezza di Roma.

Claudio Chiavari

Scrittore che pensa...e a volte sbaglia! Viaggiatore...anche con il pensiero! Libero di essere se stesso!

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