Cronaca

Condivisione di immagini e privacy

All’interno del cyberspazio ciascuno di noi ha il proprio profilo social attraverso il quale condivide pensieri, commenti e soprattutto post di immagini. Ma la privacy?

Non ci si ferma mai a riflettere come la web reputation che ci creiamo in rete venga costruita proprio da commenti e dalla nostra immagine riflessa attraverso la rete. Le ultime mode del momento hanno fatto sì che fosse possibile modificare l’aspetto fisico attraverso dei filtri in modo da rendere – soprattutto agli occhi di chi pubblica il post – l’immagine riflessa più piacevole o divertente.

La condivisione delle immagini non è più limitata al singolo scatto ma si è evoluta attraverso la nascita di diverse applicazioni che non solo invitano a generare multi-post di immagini ma a creare delle storie e dei piccoli album in grado di far vedere agli amici o followers l’ambiente circostante. A livello personale, condividere la propria immagine non comporta particolari problematiche a meno che non si cada vittima di cyberbullismo o di fenomeni legati al sexting o reveng porn. Ma allora sulla base di questo presupposto possiamo indistintamente pubblicare tutto quello che ruota intorno a noi?

Per capire meglio se dal post di una immagine che riprende altre persone – pensiamo per esempio ad una gita – possano derivare dei problemi legati alla privacy andiamo per prima cosa a vedere cosa dispone in merito il GDPR – Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 – meglio noto come Regolamento Generale sulla protezione dei dati.

In merito al tema odierno all’art. 2 afferma che le norme del GDPR per il trattamento dei dati non si applicano nei casi in cui il dato digitale -tra cui sono inserite anche le immagini – sia prodotto da una persona fisica per l’esercizio di attività a carattere esclusivamente personale o domestico.

Dunque significa che possiamo postare chiunque sul proprio profilo personale senza consenso?

In realtà se ci fermiamo a riflettere sulla norma questa ci dice che le regole che sono state inserite nel GDPR per il trattamento del dato non si applicano ai dati inseriti nei social ad uso privato ma non che si possano postare immagini di chiunque senza averne il consenso. La precisazione ci viene data dall’art. 167 del Decreto Legislativo nr. 196/2003 che dopo l’entrata in vigore del GDPR è rimasto valido solo per quelle norme che non sono state espressamente eliminate dal nuovo Regolamento. Questa norma punisce chiunque arreca danno ad un’altra persona attraverso il trattamento illecito di un dato personale.

A questo punto è necessario chiarire velocemente cosa sia il dato personale: qualunque informazione che identifica la persona o la renda facilmente identificabile o che fornisca delle informazioni sulle sue caratteristiche, abitudini, stili di vita, relazione, salute. Ecco dunque che se torniamo al post delle immagini sui profili social ci rendiamo subito conto che pubblicare una fotografia che riprende bene il volto di un soggetto rendendolo identificabile da altri all’interno del web, senza il suo consenso, vuol dire incorrere nel trattamento illecito di dati personali e di conseguenza in violazione della privacy. 

Come fare dunque a condividere foto in luoghi affollati senza incorrere in possibili sanzioni da parte di soggetti arrabbiati per la mancanza di consenso alla pubblicazione?

Vi sono delle regole precise da seguire: la prima è ovviamente chiedere il consenso alle persone ritratte nell’immagine se sono nostre conoscenze e in caso di assenza di consenso oscurare la loro immagine. La seconda è evitare di pubblicare fotografie che ritraggono minori in modo riconoscibile senza il consenso dei genitori o che rendano la persona ben visibile, facilmente riconoscibile per via di alcune caratteristiche particolari – per esempio gli abiti o un tatuaggio – e dunque identificabile. Ma non solo! Attenzione anche a non inserire nella foto dati quali targhe di veicoli o altre cifre identificative in quanto rendono possibile risalire al proprietario ed identificare la persona che si trovava in quel luogo.

Dunque attenzione alla panoramica della foto prima di inserirla in rete, verificate che le persone che vi circondano non siano riconoscibili e che non ci siamo elementi che possano violare il consenso alla pubblicazione da parte di altri soggetti anche a noi sconosciuti.

Foto di dotigabrielf / 5 images da Pixabay

Fiorella Mandaglio

Fiorella Mandaglio, nata a Erba è una giurista appassionata del mondo digitale su cui si specializza. Da anni collabora con diversi Istituti Scolastici e promuove progetti per la formazione ed il contrasto al Bullismo, Cyberbullismo e Violenza di Genere. Autrice di “Storie di Lupi Moderni” inserito nella categoria Formazione dal Servizio Scuola Studi ed Università – Progetto “Leggere nei Bibliopoint” dell’istituzione Biblioteche di Roma Capitale “Bibliografia Young Adult” pensata ad uso di insegnati bibliotecari e ragazzi.

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