L’arte nel gaming e il gaming nell’arte
Due mondi che si stanno fondendo e intrecciando in modo sempre più indissolubile, l’uno a completamento dell’altro. Arte e Gaming.
Già un quarto di secolo fa avevamo avuto l’opportunità di calarci nei panni dell’esploratrice ereditiera Lara Croft, che ci ha permesso di raggiungere i diversi angoli del globo alla ricerca di tesori appartenenti ad antichi popoli, dei quali abbiamo appreso usi e costumi, arti e culture, approcciando un mondo che non avremmo probabilmente mai preso in considerazione.
L’arte nel mondo del gioco
In venticinque anni le innovazioni tecnologiche si sono susseguite rapidamente, raggiungendo livelli di realismo impensabili, e molti altri giochi si sono ispirati al mondo dell’arte, più o meno indirettamente. Apotheon, per esempio, è un gioco uscito nel 2014 per PS4 e pc, la cui grafica è interamente ispirata alla ceramica greca a figura nera; in The Bridge è, invece, lo stesso protagonista ad avere le sembianze dell’artista dell’impossibile Maurits Cornelis Escher.
Anche il settore delle slot online è molto influenzato dal panorama artistico, infatti troviamo svariati titoli ispirati a opere e pittori, da Leonardo da Vinci a Van Gogh fino a Picasso, in cui i tanto ambiti simboli Wild non sono più rappresentati dai classici ferri di cavallo impressi nell’immaginario collettivo, bensì da famosissimi dipinti – come L’Urlo di Munch, la Primavera di Botticelli e la celeberrima Gioconda -, segnale che anche le software house che arricchiscono i palinsesti di gioco dei più noti casinò online sicuri si stanno impegnando nella diversificazione dell’offerta, mediante grafiche di gioco che oramai non hanno più nulla da invidiare a quelle dei classici videogame.
Il gioco nell’arte
D’altro canto, storicamente il gioco è stato spesso protagonista di un cospicuo numero di opere d’arte: fra le più note, i Giocatori di Carte di Paul Cézanne, i Bari di Caravaggio, i Cani che giocano a poker dell’ americano Cassius Marcellus Coolidge.
Grazie ai sempre più rapidi sviluppi della tecnologia, è ora possibile sfruttare il coinvolgimento in prima persona dell’utente, incontrovertibilmente il metodo più efficace di apprendimento e diffusione di contenuti: recentemente, più di un museo ha dimostrato interesse nel fenomeno della gamification, adottando questa strategia d’integrazione fra esperienza classica e videogame, anche per invogliare i più giovani.
Questo processo, che vede le dinamiche e le tecniche di gioco travalicare il proprio confine ed esser mutuate da altri settori, ha riscosso ampio successo con Father and Son, videogame sviluppato da TuoMuseo per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli che è stato scaricato ben 4,5 milioni di volte e di cui, grazie alla risonanza ottenuta, è stato sviluppato un prosieguo: il primo capitolo vede come protagonista Michael, ragazzo sulle tracce della vita del padre, in un percorso che parte dal 79 d.C. e giunge fino ai giorni nostri, offrendo l’opportunità di scoprire diverse epoche e nuclei tematici delle collezioni permanenti del MANN; il secondo capitolo ci farà, invece, immedesimare in Gloria, la fidanzata del protagonista del primo episodio.
Altri esempi sono costituiti da The Medici Game – Murder at Pitti Palace che, con il pretesto della risoluzione di un omicidio, ci guida in un viaggio 3D all’interno del noto edificio toscano, e da A Life in Music, progetto promosso dal Teatro Regio di Parma e completamente dedicato alla musica di Giuseppe Verdi.
Fonti
https://www.pathosonline.it/slot-machine/leander-games/pablo-picasslot
https://www.machineslotonline.it/tema/arte
https://blog.sadesign.it/arte-videogiochi/
https://www.analisidellopera.it/arte-e-videogames/