Arte e Cultura

Tom Armati: «Nelle mie canzoni metto me stesso»

Tommasochista è il nuovo lavoro del cantautore Tom Armati, disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Un disco di 6 brani che, senza prendersi troppo sul serio, parlano di sogni singolari, scontri evitabili, morti apparenti, amori finiti, altri mai iniziati, di sbagli che non ci stancheremo mai di ripetere.

Ciao e grazie per essere qui con noi oggi. Hai voglia di raccontarci i punti più salienti della tua carriera e l’esperienza che ricordi con più piacere?

Ciao e grazie a voi. Sicuramente ricordo con grande piacere i primi concerti di questo progetto inizialmente in duo con il chitarrista Vittorio Paciaroni e poi pian piano con il gruppo che si è allargato. Poi la pubblicazione del primo EP “Nei migliori negozi di dischi”. I concerti in Belgio e la partecipazione a Sanremo Giovani nel 2018, in cui ero rientrato nei 68 finalisti. Però questi sono solo alcuni flash, in realtà ogni momento dedicato alla musica, dalle prove alle registrazioni ai concerti lo ricordo con grande piacere

Qual è l’ingrediente che non dovrebbe mai mancare in un pezzo di Tom Armati?

Direi “me stesso”. Nel senso che cerco di fare canzoni oneste, sincere che mi rappresentino, senza fingere per cercare di piacere o rientrare nell’hype. In generale direi che mi caratterizza un mix di allegria e nostalgia, mi piace inserire elementi dissacranti in situazioni felici e un pizzico di giocosità su argomenti più seri.

Ci parli di “Tommasochista”, il tuo ultimo lavoro”?

È un disco rivoluzionario. Ora forse non verrà capito ma tra 100 anni sarà sicuramente preso come riferimento dai nuovi cantautori del prossimo secolo. Ovviamente scherzo, è in realtà un disco semplice, suonato con il mio gruppo, che fotografa le canzoni che stavamo portando in giro dal vivo. L’ho chiamato così sia perché ci ho messo tanto a registrarlo, sia perché i testi mettono in luce una dimensione più intima che forse finora avevo nascosto dietro l’ironia.

“Respira” invece è il brano attualmente in radio. Ricordi il momento in cui l’hai scritto?

Certo. Mi era stata chiesta una sigla per un programma radio che parlava di stile di vita sostenibile e pensiero lento. Quello è stato lo spunto iniziale. Ho voluto rappresentare anche musicalmente, alternando strofe incalzanti a ritornelli distesi, questo contrasto tra un mondo che va sempre più veloce e la nostra necessità di fermarci a respirare. L’ho scritta di getto sul mio divano per questa occasione, poi l’ho affinata nel corso dei mesi anche insieme al gruppo.

I desideri di Tom Armati. C’è un sogno professionale che speri di potere realizzare presto?

Oltre ovviamente a tornare a suonare, mi piacerebbe continuare a registrare nuove canzoni, ne ho tantissime in cantiere e ogni volta è un’emozione nuova. E poi mi piacerebbe sempre più fare anche l’autore per altri, come ho già iniziato a fare.

Cosa ne pensi?

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