Cronaca

Revenge Porn: trasforma l’amore in vendetta    

Le investigazioni digitali sono un utile strumento per cristallizzare le fonti di prova digitali. Cosa fare in caso di Revenge Porn?

Attraverso questa tecnica è possibile dare un colpo di frusta al fenomeno del cyberbullismo e del Revenge Porn. Ma cos’è quest’ultimo fenomeno e per quale motivo è stato denominato così? In Italiano questo illecito penale è stato tradotto in pornovendetta, proprio dalle due parole inglesi che letteralmente significano vendetta e pornografia. Nello specifico, viene definita vendetta pornografica l’azione di postare in rete immagini oppure video pornografici che ritraggono l’ex partner.

La vendetta diventa dunque una sorta di punizione con cui diffamare/denigrare/umiliare psicologicamente l’altro ritenuto responsabile della fine della relazione sentimentale. Sembra ovvio affermare che colui che attua questa tipologia di vendetta non solo dimostra la povertà del sentimento d’amore ma mette in atto una vera e propria forma di violenza che spazia da quella di tipo psicologico a quella sessuale. Vi sono molte forme di vendetta pornografica che vengono raggruppate nella pratica di condivisione/diffusione illecita che ha preso il nome di Non Consensual Pornography (NCP). Gli esperti di settore fanno convergere in questa NCP tutte quelle situazioni in cui il cyber attaccante condivide, posta o carica su un sito pornografico o su un social dedicato –  senza il consenso della vittima – immagini sessualmente esplicite oppure videoriprese di rapporti intimi. 

In realtà affiche si configuri questa tipologia di illecito è superfluo che vi sia stato il consenso ad effettuare la foto o la ripresa

o meglio, il fatto che la vittima abbia di sua volontà inviato/autoprodotto o acconsentito alla cristallizzazione della foto/video dal contenuto pornografico da parte del partner, in quanto quel consenso è ben diverso dal consenso alla divulgazione nel web. Altro caso, invece ritenuto più grave per il cyber attaccante, è quello in cui il partner si appropria delle immagini senza il consenso dell’altro, con l’inganno o con videoriprese nascoste, condizione per cui vi è la violazione di ben due tipologie di consenso: quello alla produzione e quello alla diffusione del contenuto. L’azione illecita punita in questo caso, riguarda, la diffusione e la divulgazione attraverso l’uso del web – a persone estranee alla coppia – del contenuto pornografico prodotto, azione vista anche come il tradimento di quel sentimento di fiducia che legava attaccante e vittima attraverso la relazione sentimentale vissuta. 

Molte vittime di vendetta pornografica sono erroneamente convinte che la condivisione di un contenuto a sfondo sessuale su cui era stato prestato il consenso per la videoripresa non rientri nel concetto di pornografia non consensuale e per questo non ne chiedono quasi mai l’immediata rimozione. Purtroppo si tende a scambiare il consenso a custodire immagine o video per scopo personale con il consenso a diffonderlo in rete a milioni di utenti (cosa ben diversa!). Per sfatare questa cattiva convinzione, è bene ricordare che lo scambio di immagini e video intime all’interno della coppia – dunque con il consenso di entrambi – non configura un illecito penale.

L’azione illecita prende forma nel momento in cui uno dei due condivide queste immagini con soggetti terzi – o peggio ancora nel web

alla fine della relazione amorosa, oppure pubblicandole su siti pornografici al fine di far molestare sessualmente la vittima dagli utenti cibernetici che vengono invogliati con false promesse a contattare la persona ritratta. Il reato collegato alla vendetta pornografica è punito con le sanzioni previste dall’art. 612 ter del codice penale rubricato appunto “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” articolo introdotto nella normativa penale italiana con la Legge 69/2019 nota come Codice Rosso.

Fiorella Mandaglio

Fiorella Mandaglio, nata a Erba è una giurista appassionata del mondo digitale su cui si specializza. Da anni collabora con diversi Istituti Scolastici e promuove progetti per la formazione ed il contrasto al Bullismo, Cyberbullismo e Violenza di Genere. Autrice di “Storie di Lupi Moderni” inserito nella categoria Formazione dal Servizio Scuola Studi ed Università – Progetto “Leggere nei Bibliopoint” dell’istituzione Biblioteche di Roma Capitale “Bibliografia Young Adult” pensata ad uso di insegnati bibliotecari e ragazzi.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!