Enrico VII, il primo re Tudor
Enrico nasce il 28 gennaio 1457 da Margaret Beaufort ed Edmondo Tudor, che muore di peste pochi mesi prima della sua nascita.
Quando è ancora molto piccolo la sua famiglia, che parteggia per la fazione dei Lancaster, è costretta a fuggire dall’Inghilterra a causa dell’imperversare della Guerra delle Due Rose ed Enrico cresce alla corte del duca di Bretagna Francesco II, dove affina le sue precoci capacità politiche e militari. Essendo morti tutti gli altri papabili pretendenti al trono inglese, nel 1483 Enrico si trova la strada spianata per rivendicare la corona: con una mossa assai intelligente fa voto di sposare Elisabetta di York, unica erede di Edoardo IV.
Con tale promessa Enrico intende unire finalmente le due fazioni rivali e porre fine al conflitto fratricida che da decenni insanguina l’Inghilterra.Dopo un primo sbarco fallito, un secondo tentativo secondo tentativo ha successo ed il 22 agosto dello stesso anno, a Bosworth Field, Enrico trionfa su Riccardo III, che muore in battaglia. Il 30 ottobre 1485, a Westminster, Enrico viene dunque incoronato con il nome Enrico VII, dando inizio all’era Tudor. Subito dopo, adempiendo al suo voto, sposa Elisabetta di York. Come primo atto del suo regno, Enrico fa revocare dal Parlamento il Titulus Regius, che aveva conferito legittimazione a Riccardo III.
Oltre a ciò, sempre per legittimare la sua posizione, il nuovo re si fa dichiarare tale in maniera per così dire retroattiva, in modo da considerare traditori tutti coloro che avevano combattuto per Riccardo. A suggellare la sua conquista del trono, nel 1486 arriva anche una esplicita bolla papale di Innocenzo VIII.
Ciò tuttavia non basta a placare gli animi, tant’è che già nel 1486 Enrico deve già affrontare una ribellione da parte degli ex seguaci di Riccardo, che propongono come re tale Lambert Simnel, presunto nipote dello stesso Riccardo:
il 16 giugno Enrico sconfigge i rivoltosi e ne uccide la maggior parte, ma perdona proprio Lambert in quanto ancora giovanissimo e lo mette da quel momento a lavorare nelle cucine reali. Nel 1490 un altro nobile, Perkin Warbeck, si autoproclama re con il nome di Riccardo IV e dà vita ad una nuova ribellione, stavolta più pericolosa in quanto ha il supporto della Scozia di Giacomo IV. Enrico riesce ad aver ragione di questa nuova rivolta soltanto nel 1497 e, nel frattempo, ha anche modo di condurre una spedizione sul suolo francese a sostegno del duca di Bretagna, che lo aveva aiutato nella sua conquista del trono inglese.
Per scongiurare nuove rivolte e poter amministrare in modo efficace il Paese, Enrico azzera di fatto la precedente classe dirigente e ne crea una nuova, dando poi vita al contempo ad un nuovo organismo noto come Star Chamber, una corte incaricata di imporre il rispetto della legge anche alle fazioni aristocratiche. La Star Chamber acquisirà sempre più potere durante il regno di Enrico, di fatto soppiantando in buona parte il ruolo del Parlamento, convocato dal sovrano appena sette volte in ventiquattro anni. Una volta stabilizzata la situazione politica interna, Enrico si dedica a risanare l’economia, devastata da decenni di guerra civile: stipula in particolare un vantaggioso trattato commerciale con Venezia, Olanda, Firenze e Lega Anseatica noto come Intercursus Magnus e riallaccia rapporti commerciali con la Francia, non presenti praticamente da prima della Guerra dei cent’anni.
Dal punto di vista militare, Enrico è il primo dopo tanto tempo a comprendere l’importanza, sia militare che anche commerciale, di una flotta potente:
dà dunque impulso alla costruzione di navi e finanzia la spedizione di Giovanni Caboto, navigatore veneziano che nel 1496 scopre l’isola di Terranova, nelle Americhe. Grazie alle nuove risorse, Enrico fornisce nuovo impulso alla cultura e, in particolare, fa costruire una cappella tutt’oggi molto apprezzata nell’Abbazia di Westminster. Da un punto di vista squisitamente propagandistico, Enrico investe invece parecchie risorse nel demonizzare la casata yorkista che lo aveva preceduto sul trono, con particolare riguardo al predecessore Riccardo III.
In politica estera, Enrico comprende che l’Inghilterra, per evitare di essere tagliata fuori dal gioco delle grandi potenze, necessita di una accorta politica diplomatica e matrimoniale: dà in sposa la figlia Maria al re di Francia Luigi XII, l’altra figlia Margherita al re di Scozia Giacomo IV ma, soprattutto, riesce a combinare il matrimonio fra il figlio primogenito Arturo e Caterina d’Aragona, figlia dei re di Spagna Ferdinando d’Aragona ed Isabella di Castiglia. Arturo e Caterina si sposano nel 1501 ma, come noto, il ragazzo è di salute cagionevole e muore pochi mesi dopo le nozze, il 2 aprile 1502, gettando nello sconforto il padre, che lo amava profondamente.
L’anno dopo, ad acuire la sua tristezza, muore anche Elisabetta di York, la sua amata moglie da ormai molti anni
In un primo momento, pare, Enrico prende in considerazione l’idea di sposare in prima persona Caterina d’Aragona, ma poi tenta di organizzare il matrimonio con il secondogenito Enrico, futuro re Enrico VIII. Le trattative tuttavia saranno molto lunghe e si risolveranno col matrimonio dei due soltanto nel 1509. Nell’ultima parte del suo regno Enrico diventa più severo e tirannico e, in particolare, introduce tasse sempre più pesanti, che gli alienano l’affetto che il popolo gli aveva sempre dimostrato.
Va detto, per onestà, che una politica fiscale tanto spietata raddoppia letteralmente le entrare inglesi, rendendo il Paese uno dei più ricchi d’Europa. Debilitato dagli eventi luttuosi e dalla tubercolosi, Enrico si spegne infine il 25 aprile 1509, lasciando il trono al figlio Enrico, all’epoca diciottenne e venendo sepolto nell’Abbazia di Westminster.