Arte e Cultura

“Uroboro” dei Dejawood ha anche un video!

Da venerdì 11 marzo il video per Uroboro, singolo più recente del progetto Dejawood, fuori per Pioggia Rossa Dischi.

Un nuovo capitolo per il trio di base a Roma che si impone nella scena indipendente con riff di chitarra dal sound desertico, secco ma alle volte più caldo e melodico, batterie, beat e percussioni incalzanti e dinamici che richiamano stili hip-hop ma anche caraibici e orientali, testi rap diretti ed espliciti ma anche intimi e metaforici. Uroboro è un pezzo metacomunicativo, ovvero parla direttamente all’ascoltatore, ponendogli delle domande dove non c’è una risposta giusta o sbagliata. L’intento è di proporre le innumerevoli alternative che ognuno di noi può avere di fronte ad un bivio concettuale e trattarle in chiave critica.

L’Uroboro è un simbolo molto antico rinvenuto per la prima volta nella tomba del faraone egizio Tutankhamon, databile al 1350 a.c. circa e nei millenni successivi ha preso molteplici significati più mistici e archetipici di stampo esoterico e psicoanalitico. L’immagine dell’uroboro è rappresentata da un serpente circolare che si morde la coda formando un moto ciclico e ripetuto all’infinito. La sua interpretazione è ascrivibile al ciclo della vita, alla morte e alla rinascita, al maschile e al femminile e alla condizione della persona che soddisfa e rifiuta perpetuamente se stessa. 

Il progetto Dejawood nasce nel 2019 dallo sfogo musicale di tre artisti che si ritrovavano dopo molte esperienze a comporre brani per il semplice gusto di farlo

Tutti e tre (Andrea Proietti, Matteo Teodori e Luca Rossi) si conoscevano già da qualche anno ed avevano condiviso in passato ed in varie formazioni, il piacere di suonare insieme. Ritrovandosi, hanno saputo coniugare i loro diversi gusti musicali in un linguaggio che entusiasmava tutti; nella musica dei Dejawood infatti è possibile trovare riferimenti musicali che vanno dal Blues al Rock, dalla World Music all’Ethnic music, dal Rap alla Trap, dal Folk nordafricano ai ritmi caraibici, dall’elettronica all’ Indie ed altri ancora. Nonostante i loro gusti musicale siano attualmente distanti, in realtà esiste un trait d’union culturale e amicale che lega saldamente i tre artisti. 

Inizialmente non pensavano alla produzione artistica con lo scopo di racchiuderla in un album ma ne capirono da subito le potenzialità quando, brano dopo brano, iniziava a prendere concretezza la loro creatività. Il progetto Dejawood inizia a prendere forma durante il primo lockdown, lavorando a distanza e componendo bozze che prendevano forma man mano che l’un l’altro imprimeva il proprio stato d’animo su software digitali, per poi ricondividerli con gli altri del gruppo così da creare una vera e propria catena di montaggio artistica quotidiana e salvifica. Quel momento di sospensione spazio temporale, che abbiamo provato tutti, ha potuto stimolare l’espressione artistica degli ancora prematuri Dejawood: “la musica e l’amicizia in quel periodo così drammatico, ci ha davvero salvati da un alto momento di crisi!”, così gli artisti definiscono la loro gestazione artistica, facendo riferimento proprio al loro primo album ufficiale dal titolo appunto:

Alti Momenti Di Crisi, registrato alla fine del 2020

Il nome del gruppo vuole dare il senso che qualcosa di nuovo incontra qualcosa di vecchio (tutti i gruppi musicali in cui avevano gravitato insieme): come in un déjà-vu quando si ha l’impressione di rivivere emozioni e percezioni tanto ingannevoli quanto stupefancenti e viscerali. Modificano il Voo con Wood, in un semplice gioco di parole, per identificarsi con qualcosa di atavico, ancestrale quale il legno. 

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