Cronaca

Spy app: educazione digitale o mania di controllo?  

Il mese di febbraio è dedicato all’informazione ed alla sensibilizzazione di tutti per un uso corretto e consapevole della rete soprattutto attraverso la giornata del Safer Internet Day.

Come noto, esiste un progetto dedicato all’educazione digitale rivolto ai minori che sono i soggetti più colpiti dai pericoli presenti in rete e da quelle forme di reato che vengono perpetrate attraverso l’uso dello strumento tecnologico. Oggi giorno i genitori e le istituzioni scolastiche si trovano a fare i conti con molteplici sistemi di controllo parentale alcuni dei quali studiati da programmatori che hanno sviluppato dei sistemi che aiutano concretamente sia i genitori che i ragazzi ad imparare ad utilizzare correttamente la rete e a guardarsi le spalle avatariane dai pericoli presenti nella  vita online.

D’altro canto però vi sono altri strumenti che – nonostante siano stati programmati con scopi ben diversi –  promettono all’utilizzatore un controllo totale sul device consegnato al minore tale da consentire alla sana ansia genitoriale di trovare pace al pensiero di avere sotto controllo ogni minimo passo fatto dal proprio cucciolo. Ovviamente chi non si sente più tranquillo sapendo che basta istallare un’app spia sul telefono del proprio figlio ed avere il monitoraggio di tutto quello che combina sia in casa che fuori con gli amici?

Ribadisco che a mio avviso è verissima l’affermazione che il figlio minorenne non ha privacy per il proprio genitore che è chiamato per legge a risarcire il danno da lui cagionato ma è pur vero che l‘uso di una spy app per attivare un controllo serrato su tutte le attività svolte dallo stesso non possiede i sani principi insiti nell’educare all’uso del digitale

Questo perché una applicazione spia utilizza dei sistemi che permetto di attivare da remoto il registratore vocale, la telecamera e perfino ricevere tutti i messaggi in modo costante,  attività che invece nel controllo parentale sono rivolte a verificare la presenza di azioni sospette e pericolose, l’analisi delle applicazioni da far usare ed ad una corretta gestione del device da parte dei piccolo.

L’uso controverso di questa applicazione spia deriva dal fatto che nel legame che si istaura tra gli utilizzatori vi è un soggetto totalmente controllante ed uno che viene monitorato costantemente, attività che a lungo andare va a ledere le libertà fondamentali garantite dalla Costituzione. Spiare una persona è un’attività punita dalla legge penale e dalle norme che tutelano la privacy tant’è che al compimento del quattordicesimo anno d’età il minore stesso sottoposto ad un controllo con applicazione spia potrebbe rivolgersi in autonomia all’autorità giudiziaria per vedere tutelato il suo diritto di essere educato all’uso corretto del web e dei device ma di non essere continuamente sottoposto a interferenze derivate dall’accensione del microfono e della telecamera che diventano occhio ed orecchie del genitore il quale può ascoltare i discorsi che intrattiene con gli amici.

Inoltre le funzionalità di alcune applicazioni spie potrebbero creare grossi problemi anche con i genitori degli amici: l’attivazione del microfono all’interno della dimora di questi ultimi se scoperto, potrebbe essere paragonato ad una forma di intercettazione non gradita dai padroni di casa e dare inizio ad azioni legali per risarcimento del danno per interferenza illecita nella vita privata.

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Fiorella Mandaglio

Fiorella Mandaglio, nata a Erba è una giurista appassionata del mondo digitale su cui si specializza. Da anni collabora con diversi Istituti Scolastici e promuove progetti per la formazione ed il contrasto al Bullismo, Cyberbullismo e Violenza di Genere. Autrice di “Storie di Lupi Moderni” inserito nella categoria Formazione dal Servizio Scuola Studi ed Università – Progetto “Leggere nei Bibliopoint” dell’istituzione Biblioteche di Roma Capitale “Bibliografia Young Adult” pensata ad uso di insegnati bibliotecari e ragazzi.

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