Arte e Cultura

Con Generoso di Biase, parliamo di famiglia

Torna a SenzaBarcode l’avvocato scrittore Generoso di Biase. Nella mente di un superficiale è un libro che parla anche di famiglia e alienazione.

SBS Comunicazione ha presentato il libro di Generoso di Biase sabato 5 febbraio a Roma, ed è stato un successo. Ora tutto è pronto per ripetere l’esperienza nella capitale meneghina. Venerdì 18 marzo, dalle 17, la location è sempre lo store dell’azienda greca, ma in via San Prospero, 4, a due passi dal Duomo. Il libro edito da Graus Edizioni attraversa così l’Italia. Parteciperanno al dibattito la psicologa, psicoterapeuta Viviana Coniglio e la studiosa di comunicazione social Fiorella Mandaglio. A moderare il dibattito il direttore di SenzaBarcode, Sheyla Bobba.

Divorzio, famiglia, alienazione parentale e avvocatura

In questa intervista a Generoso di Biase, andiamo a scoprire un nuovo lato dell’autore e del protagonista. Per riascoltare la presentazione del 5 febbraio è a disposizione la puntata di Pyros su WebRadio SenzaBarcode.

C’è un richiamo importante ai conflitti tra genitori dopo la separazione e due figli che, cresciuti con due immagini diverse del padre (date da due donne diverse) hanno ovviamente un’opposta idea del loro padre. Come mai ha scelto di affrontare un argomento così profondo e complesso?

Uno dei problemi maggiori, e le parlo da avvocato, nelle separazioni conflittuali, è quello dell’alienazione parentale. Molto frequente, a dimostrazione di una società immatura, che stimola ancor dì più l’insofferenza del protagonista. È un problema grave. La psicologia dei figli è la vera vittima di questa incultura. Colpa cui siamo chiamati tutti a correità, pronti ad eleggere la vittima e il carnefice sulla scorta del proprio interesse. E per il proprio interesse, che a volte, pur impalpabile, muove gli animi, consentiamo al peggiore dì fare ciò che vuole. Chi sia, poi, il peggiore, nel caso del “Nella mente dì un superficiale” lo deciderà il lettore, se capace dì buttare l’occhio oltre il cuore

La professione del protagonista e quella dello scrittore, coincidono. Crede che essere un avvocato (o fare l’avvocato, dipende dalla sfumatura che vuole dargli) abbia avuto un ruolo in questo testo?

Fare l’avvocato, sperando di esserlo, mi ha consentito di avere un termometro del cambiamento culturale della nostra società. Un tempo, il processo tendeva a ricercare una decisione, per quanto possibile, giusta, per cui il cittadino e, per esso, l’avvocato, era il protagonista primario. Da qualche tempo, forse troppo tempo, si è passati ad un’esigenza di evasione della pratica: giudizio. Sempre più procedimento amministrativo, poca attenzione al caso del singolo, quindi, poca attenzione alla voce dell’avvocato, e decisioni rientranti in schemi culturali precostituiti o, se si vuole, in categorie di colpevoli e vittime preliminarmente create per rendere veloce il processo. 

Schemi, che conducono al minimo indispensabile il contributo dell’avvocato all’interno del singolo processo. Siamo lì più per sbagliare che per difendere. E non consideri questo un aspetto marginale della nostra civiltà. Tutto fa cultura e più che mai una modifica del concetto di giustizia (rectius: giusto).

Cosa l’ha ispirata a scrivere questo libro?

Un fastidio insopportabile nei confronti di una società che, dopo millenni, ancora esprime giudizi guardando le apparenze e non la sostanza, soprattutto da coloro, i più, che tendono a celare le proprie colpe, scagliandosi contro quelle che, ove mai ci fossero, sarebbero sicuramente più lievi.

Venerdì 18 marzo, dalle 17, COCO-MAT, via San Prospero, 4, Milano

L’appuntamento con Generoso di Biase è ad ingresso gratuito, ma è consigliata la prenotazione a sbscomunicazione@gmail.com o whatsapp al 3456048479. Green pass obbligatorio da esibire all’entrata. Mascherina per tutta la durata dell’evento.

SenzaBarcode Redazione

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