Conosciamo Giovanni Zavagno e “Inesorabilmente”
Dal 28 gennaio in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Inesorabilmente” (Italiana Musica Artigiana), il nuovo singolo di Giovanni Zavagno.
“Inesorabilmente” è un brano malinconico che racconta un vivere alla giornata intriso di ricordi legati all’infanzia. Ma chi è Giovanni Zavagno per chi non lo conosce? Giovanni è nato nel 1972. Non nasconde che la passione per la musica l’ha sempre avuta sin da bimbo ma lasciamo che sia lui a presentarsi e a presentare il suo nuovo singolo!
Giovanni, vogliamo sapere tutto di te, pregi e difetti
Molti difetti e molti pregi. Questo anche a detta degli amici che mi conoscono bene da anni. Confesso d’avere un carattere particolare con spigoli difficili da smussare. Sono un tipo che dà il cuore a chiunque senza la pretesa di volere in cambio necessariamente qualcosa se non il rispetto. L’ipocrisia non la tollero, preferisco chi rimane in silenzio piuttosto che dare fiato a parole prive d’umiltà e coerenza. I giudizi degli altri non mi toccano a meno che non siano mossi con intelligenza, allora li considero e ne faccio tesoro.
Da me partono sempre buoni propositi ma poi, a volte, mi perdo a causa della mia pigrizia. Ecco: la pigrizia, questo è forse il difetto più fastidioso, qualcosa che mi porto appresso da anni. Mi perseguita facendomi perdere la pazienza, perché potrei fare molte cose ma svaniscono strada facendo.
E “Inesorabilmente” come è nata? C’è qualche storia particolare dietro?
“Inesorabilmente” una canzone parzialmente autobiografica scritta insieme a Valeria Rossi che mi ha dato il cosiddetto “la” per cominciare. Ci siamo conosciuti su Facebook e quasi per gioco le inviai alcune mie canzoni che con grande gentilezza ascoltò. Ci scambiammo numeri telefonici ed indirizzi mail e successivamente fece in modo di ispirarmi attraverso alcune sue frasi scritte in un taccuino.
Quelle frasi divennero per me una dolce ossessione, tanto che nel giro di poche ore venne alla luce il brano. “Inesorabilmente” descrive un tormentato vivere alla giornata intriso di ricordi del passato che soprattutto si riferiscono al periodo della mia fanciullezza. I ricordi di una madre che per quanto fosse stata presente non ha saputo trasmettermi quella sicurezza che mi avrebbe reso forte e uomo.
Ma io non la colpevolizzo, so che nonostante tutto qualcosa ci ha messo lo zampino, un destino che mi avrebbe da sempre segnato e che nonostante tutti gli sforzi non sarebbe cambiato. Ma come dicevo prima si tratta di una canzone in parte autobiografica, e mentre io nella realtà sono riuscito a prendere in mano la mia vita, il protagonista, al contrario, decide di farla finita e raccoglie tutto il suo coraggio per abbandonarsi alla morte. Sono quindi partito da un’idea di base riferita alla mia esistenza immaginando come qualcun altro si sarebbe potuto comportare se si fosse trovato nella medesima situazione.
Musica o testo, cosa nasce prima in una canzone di Giovanni Zavagno?
Imbraccio la chitarra e mi lascio andare. La canzone nasce attraverso l’evoluzione di entrambe le cose perché le parole le appoggio sopra una sequenza di accordi che scaturiscono liberi. Questo, nella maggioranza dei casi, ma accade talvolta che abbia in testa una melodia e voglia aggiungerci parole ed armonia e allora scelgo quella strada. Non tutte le canzoni però riescono bene e succede che dopo essermi gettato a capofitto in un progetto questo venga da me stesso accantonato ed abbandonato in un cassetto perché ritenuto non valido.
I motivi sono tre: il testo poco convincente, una melodia debole ed una armonia banale.
Hai un brano preferito? Se sì perché proprio quello?
Se la domanda è rivolta al di fuori della cerchia delle mie canzoni, dico che non ho un brano preferito in quanto vi è una tale mole di canzoni che ascolto con grande piacere che mi vedo impossibilitato a dare una risposta. Il mio ascoltare musica va dai Beatles a Biagio Antonacci e con il medesimo coinvolgimento. Fra le mie canzoni ve ne sono alcune che mi piacciono particolarmente perché aggiungono valore a ciò che faccio.
Ovviamente “Inesorabilmente” è la cosiddetta punta di diamante e non è un caso che la mia etichetta abbia scelto proprio questa per farmi uscire allo scoperto. La amo perché è intensa dalla prima parola all’ultima, dalla prima nota all’ultima.
Cosa consiglieresti ad un giovane che si approccia al mondo della musica?
Di credere profondamente in se stesso evitando di sopravvalutarsi, concentrandosi sulle proprie capacità con umiltà e determinazione domandandosi spesso se ciò che sta facendo lo fa impegnandosi fino in fondo, e non ultimo se si sente divertito.
Cosa ci dobbiamo aspettare da Giovanni Zavagno in futuro?
Sto lavorando ad un Ep con cinque canzoni al suo interno ed “Inesorabilmente” fa appunto parte di questo progetto che vedrà la luce fra qualche mese. Le canzoni sono eterogenee e sono sicuro che piaceranno proprio perché diverse fra loro.