Memoria: Il senso di Hitler. Da oggi in sala
Nel Giorno della Memoria esce nelle sale, con Wanted Cinema, Il senso di Hitler, il film diretto da Petra Epperlein e Michael Tucker.
27 gennaio, Giorno della Memoria, per non dimenticare quello che è stato e lavorare perchè nulla di tano disumano possa ancora accadere. Manifestazioni, appelli, eventi, sono tante le iniziative che si susseguono. SenzaBarcode ha visto per voi Il senso di Hitler, Il film diretto da Petra Epperlein e Michael Tucker. Troviamo numerose testimonianze e interviste tra cui quelle della scrittrice Deborah Lipstadt, lo storico britannico Sir Richard J. Evans. Poi l’autore di romanzi sull’Olocausto Martin Amis, lo storico israeliano Saul Friedlander. Lo storico e studioso dell’Olocausto Yehuda Bauer e degli attivisti e “cacciatori nazisti” Beate e Serge Klarsfeld.
Per noi lo ha commentato un collaboratore che si occupa di storia e, in particolare, ha studiato il fenomeno Hitler. Ecco la sua recensione
Docufilm incentrato sulla figura di Hitler che viene presentata sotto una luce diversa rispetto ai luoghi comuni che si sono affermati negli anni del dopoguerra, per spiegarne appunto “il senso”. Un austriaco di bassa estrazione sociale, che avendo vissuto di espedienti senza concludere granché, finisce entusiasticamente per aderire alla Grande Guerra arruolandosi nell’esercito tedesco. Come tanti reduci di guerra cova in sé il rancore per la sconfitta riuscendo nei suoi discorsi ad incarnare le aspirazioni e le pulsioni di quel popolo tedesco che lui riteneva di rappresentare, affascinando perfino i ceti più abbienti e le élite professionali ed intellettuali.
Il film, Il senso di Hitler, non ha la pretesa di inserire novità nel dibattito tra storici, sempre in corso, sulla figura del dittatore tedesco, ma tende a mettere in guardia lo spettatore dalla fascinazione che possono avere certe teorie revisioniste o nuovi movimenti neonazisti che stanno prendendo piede soprattutto in alcuni Paesi dell’est Europa, in modo particolare la Polonia che tanto ebbe a soffrire dalla invasione delle truppe hitleriane del 1° settembre 1939, terra dove sorsero i più grandi campi di concentramento e di sterminio.
Esageratamente forzato l’accostamento tra il neonazismo e la figura di Donald Trump, una scivolata incomprensibile nella politica attuale e sulla figura del tycoon che nulla ha in comune con quella di Hitler, e che rischia di rendere il docufilm un semplice manifesto politico: peccato!