Cronaca

La denigrazione nella vita online, la riconosciamo?

Cosa vuol dire denigrare? Che effetti potrebbe avere per la reputazione di una persona o di una attività una campagna di denigrazione?

Se cerchiamo il significato della parola denigrazione nel vocabolario apprendiamo che si riferisce a quella azione con cui – attraverso la maldicenza continua – l’attaccante va a screditare e danneggiare la reputazione o il merito della persona presa di mira.

Per maldicenza si intende qualsiasi comportamento o atteggiamento che si mostra ostile nei confronti della vittima prescelta attraverso il continuo parlare male della sua persona. In alcuni casi la maldicenza di manifesta anche con l’attacco diretto alla reputazione altrui con  la messa in circolazione di un discorso malevolo e dannoso nei confronti della vittima. La denigrazione è dunque collegata al concetto di reputazione che accompagna l’individuo.

Ecco dunque che ci ricolleghiamo alla reputazione digitale.  Abbiamo parlato in precedenza della reputazione online e come questa sia importante per il futuro degli adolescenti in quanto  – spesso –  prima di affrontare un colloquio di lavoro vi è la prassi da parte delle imprese di assumere informazioni sul candidato attraverso l’abitudine di osservare con continue ricerche su fonti aperte le vita della persona per cercare pregi e difetti del futuro dipendente. Oltre a questo però abbiamo già sottolineato quanto sia facile rovinare la reputazione online  in breve tempo attraverso la condivisione di immagini e video che diventando in poco tempo virali creano un duro attacco alla cybervittima.

Ma per quanto riguarda la giurisprudenza, cosa significa denigrare?

Questo termine lo troviamo spesso associato in quelle attività di concorrenza sleale dove purtroppo si tende a rovinare la reputazione di un’attività d’impresa presente nel mondo digitale attraverso il continuo post di commenti sgradevoli che portano i clienti ad abbandonare quel sito e spostare la propria attenzione sul concorrente che ha commenti lodevoli e dunque nelle valutazioni postate appare più credibile. La denigrazione online consiste dunque nel continuo postare commenti negativi che portano i fruitori della rete ad allontanarsi da quella attività su sui vi sono maldicenze.

Portiamo ora questa attività nel fenomeno del cyberbullismo e ci troviamo davanti a quella prassi con cui il bullo continua a postare dei commenti negativi e a contenuto diffamatorio sulla vittima prescelta. In questo caso l’azione avviene attraverso l’attività del commento.

Il commento negativo condiviso porterà il popolo della rete di amicizie e conoscenze in cui è inserita la vittima a generare a sua volta altri post e commenti che avranno un contenuto denso di maldicenza dietro cui si nasconde dunque la denigrazione. Come la celebre frase contenuta nella canzone Bocca di rosa del Faber, quel contenuto e quella attività con cui si tende a parla male della persona sarà condivisa ed a volte ingigantita finché la vittima si troverà ad affrontare una notizia falsa sulla sua persona che produrrà curiosità e mormorio digitale attraverso la condivisione e la creazione di nuovi commenti da postare.

È dunque bene ricordare che nel momento in cui la denigrazione viene diffusa ad altri ci si ritrova nel reato di diffamazione punito a seguito della querela sporta dalla cybervittima che deve acquisire e conservare i contenuti online denigratori.

Foto di geralt / 23743 images da Pixabay

Fiorella Mandaglio

Fiorella Mandaglio, nata a Erba è una giurista appassionata del mondo digitale su cui si specializza. Da anni collabora con diversi Istituti Scolastici e promuove progetti per la formazione ed il contrasto al Bullismo, Cyberbullismo e Violenza di Genere. Autrice di “Storie di Lupi Moderni” inserito nella categoria Formazione dal Servizio Scuola Studi ed Università – Progetto “Leggere nei Bibliopoint” dell’istituzione Biblioteche di Roma Capitale “Bibliografia Young Adult” pensata ad uso di insegnati bibliotecari e ragazzi.

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