Cronaca

Minori e trattamento illecito dati: è cyberbullismo?

Leggendo l’elenco delle azioni che definiscono il fenomeno del cyberbullismo, all’interno dell’art. 1 della Legge 29 maggio 2017 nr. 71, possiamo notare che vi è inserito anche trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni.

Questa espressione letteralmente chiara in quanto parla di trattamento illecito di dati che riporta immediatamente il pensiero comune alla violazione del Codice della Privacy e per i più esperti al General Data Protection Regulation meglio noto come GDPR, diventa complesso se applicato al fenomeno del cyberbullismo. Come si applica il trattamento illecito di dati nel contrasto al cyberbullismo?

Per quanto riguarda il GDPR troviamo la norma che disciplina il trattamento di dati riguardanti i minori all’art. 8 il cui titolo è il seguente Condizioni applicabili al consenso dei minori in relazione ai servizi della società dell’informazione. Leggendo il testo normativo che parla della liceità del trattamento il quale – per essere corretto – deve rispettare le condizioni elencate all’art. 6 del su citato Regolamento Europeo. Notiamo che per quanto riguarda i minori, le società dell’informazione che forniscono app, servizi e giochi, possono trattare i dati personali del minore in modo lecito solo se il minore che usufruisce del servizio ha compiuto i sedici anni d’età. Ecco dunque che ci troviamo di fronte ad una specifica non di poco conto: molti servizi offerti ai ragazzi possono essere utilizzati dagli stessi solo se hanno compiuto i sedici anni e dunque?

Se ci fermassimo solo a questo periodo ovviamente la maggior parte delle applicazioni per ragazzi sarebbero non accessibili ai minori di sedici anni

in quanto il trattamento dei dati operato dalla società dell’informazione risulterebbe illecito – senza dimenticare che per potervi accedere i ragazzini opterebbero per mentire sulla propria data di nascita o chiedere all’adulto di generare un account a suo nome che sarà poi usato dal un minore senza l’applicazione dei filtri di protezione che vengono generati in automatico dalla rete stessa.

Per non escludere la possibilità di utilizzo dei servizi dell’informazione e soprattutto dei social media anche ai più piccoli ecco che lo stesso articolo rende possibile agli Stati dell’unione europea di abbassare l’età a tredici anni oppure di rendere il trattamento di dati personali del minore lecito solo se il soggetto esercente la responsabilità genitoriale ha prestato il consenso o ha autorizzato tale trattamento per il minore che utilizza quel servizio che sia esso social o applicazione.

Non a caso quando si scaricano le applicazioni, è necessario accettare i termini e condizioni che purtroppo per fretta, noia, disinteresse nessuno legge ma che risultano preziosissimi in quanto i disclaimer riportano tutte le informazioni in merito alla tipologia di trattamento ed alle condizioni di utilizzo nel caso di utente minorenne.

Dopo aver brevemente ripreso la norma che disciplina il trattamento dati a cura di coloro che gestiscono i social media veniamo al dunque. Quando è cyberbullismo? Quando possiamo dire che si è in presenza di un trattamento illecito di dati personali in danno di minori?

Il dato personale può essere trattato solo da coloro che sono autorizzati a farlo e la divulgazione illecita genera un danno digitale di ingenti dimensioni, spesso permanenti e difficile da eliminare definitivamente. Trattare un dato in modo illecito significa utilizzare quel dato digitale all’insaputa del suo proprietario procurandogli un danno che nel caso del minore può essere riferito non solo alla reputazione ma anche al benessere dello sviluppo psicofisico.

Un dato digitale rubato o ottenuto con l’inganno una volta utilizzato all’interno della rete per scopi specifici può configurare un trattamento illecito di dati difficile da contrastare soprattutto in quei casi in cui il minore non ha seguito una buona prassi per la creazione di un account in modo da proteggere i propri dati digitali finendo per fornire incautamente ai cyberbulli o altri criminali informatici la possibilità di trattare quel dato per la messa in ridicolo o peggio la generazione di un danno ingente a seconda dell’utilizzo che ne sarà successivamente fatto in rete.

Foto di 200 Degrees da Pixabay

Ascolta la puntata:

Fiorella Mandaglio

Fiorella Mandaglio, nata a Erba è una giurista appassionata del mondo digitale su cui si specializza. Da anni collabora con diversi Istituti Scolastici e promuove progetti per la formazione ed il contrasto al Bullismo, Cyberbullismo e Violenza di Genere. Autrice di “Storie di Lupi Moderni” inserito nella categoria Formazione dal Servizio Scuola Studi ed Università – Progetto “Leggere nei Bibliopoint” dell’istituzione Biblioteche di Roma Capitale “Bibliografia Young Adult” pensata ad uso di insegnati bibliotecari e ragazzi.

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