Dalle prime forme di viaggio ai nostri giorni
Si può iniziare a parlare di viaggio con la formazione dei primi agglomerati urbani. Per questo nacque primi in Mesopotamia ed in Egitto.
Zone che si prestavano molto in quanto attraversate da fiumi, e quindi, facilmente percorribili dalle navi che hanno favorito gli spostamenti: soprattutto il Nilo ma anche le acque calme del Mar Rosso. Le civiltà successive, specialmente quella greca e quella romana, hanno ampliato il concetto di turismo non solo per uso commerciale ma anche per motivazioni religiose, sportive e di benessere.
Nel Medioevo l’unico flusso non di natura militare era quello dei pellegrini
spinti dalla Fede, si incamminarono verso i luoghi sacri e fu proprio la Chiesa a farsi carico dell’organizzazione dell’ospitalità (nelle abbazie e nei locali urbani messi a disposizione dei Vescovi). Nell’XI secolo si affaccia per la prima volta la figura dell’oste che offriva vitto e alloggio a chi si fermava più giorni nei centri commerciali e religiosi, i nobili invece, preferivano abitazioni private, decisamente più spaziose e con maggiori comfort.
Nel XV secolo alcuni navigatori europei aprirono le rotte che portarono alle grandi scoperte geografiche, che misero in contatto le civiltà che in questo incontro posero le basi per la nascita delle società di oggi, determinando una fase storica fondamentale.
Da qui in poi si iniziò a viaggiare per motivi di studio, di religione, di benessere… tutto ciò per cui viaggiamo tutt’ora, fino ai giorni nostri nei quali si parla molto spesso di turismo di massa. Anche se, per fortuna, stiamo iniziando ad andare controtendenza visto gli effetti disastrosi che ha causato.