Filter bubble: chi sceglie le informazioni?
Cos’è la filter bubble, ovvero la bolla di filtraggio, ma soprattutto può determinare degli effetti negativi all’interno del gruppo sociale e al soggetto che vi rimane imprigionato?
Il bombardamento di informazioni a senso unico, che non precedono ideologie contrastanti, può avere delle ripercussioni sulla tipologia di commenti offensivi che spesso vengono postati in rete? Ciascuno di noi usa i motori di ricerca ed i siti web per ottenere informazioni e creare la propria opinione in merito ai più svariati argomenti. Chi conosce la filter bubble?
Senza rendercene conto durate la ricerca delle informazioni nel web quando si scorre la lista di notizie la tendenza è quella di portare la propria attenzione e sopratutto soffermarsi a leggere sempre la stessa tipologia di informazioni che più si avvicinano ad interessi, cultura ed ideologia personale.
A questo punto entra in gioco quella che l’attivista internet Eli Pariser definisce la filter bubble
Questa bolla di filtraggio personalizza il risultato che viene proposto a seguito di una ricerca all’interno dei siti web creando una vera e propria bolla entro cui il soggetto potrà trovare solo quelle informazioni che sono più allineate alla sua sfera culturale ed ideologica vedendosi esclusa la possibilità di ricevere come esito di ricerca una opinione diversa o contrastante.
Così facendo la filter bubble, che al suo interno contiene una sorta di cronologia del comportamento di ricerca fatta dall’utente, porterà il soggetto a non visionare tutte quelle informazioni che sono fuori linea con quel punto di vista filtrato e memorizzato. Ecco dunque che questo filtraggio – che ha la capacità di nutrirsi di informazioni come per esempio click precedenti, ricerche eseguite in passato ed area geografica in cui si trova la persona – può diventare pericoloso nel momento in cui il soggetto si convince che solo quella tipologia di informazioni – sempre congruenti e mai contrastanti – sono quelle più credibili mentre tutte le altre rivestono poco conto o addirittura vengono classificate come tutte false.
La sfera di afferenza della bolla di filtraggio non riguarda nello specifico la problematica delle fake news quanto l’impossibilità di assumere informazioni che siano contrastanti o non in linea con il tipo base da cui prende spunto la filter bubble. Questa bolla informativa può essere uno dei motivi per cui all’interno di una chat room gli interlocutori si trovano nettamente in contrasto tra loro e finiscono per offendersi con insulti ed imposizione con aggressività verbale della propria ideologia creando discussioni che finiscono per diventare negative fino a sfociare in veri e propri insulti denigratori, diffamatori ed ingiuriosi.
La filter bubble può essere facilmente notata sia nei motori di ricerca che in tutti i siti che tendono a proporre una raccolta di notizie personalizzate.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay