Barack Obama, Premio Nobel per la Pace
Barack Hussein Obama II nasce ad Honolulu, nelle isole Hawaii, il 4 agosto 1961, figlio di Barack Obama Sr., studente di economia di origini kenyote ed Ann Dunham, antropologa statunitense.
La sua infanzia si divide fra USA ed Indonesia, ma è nel Paese natale che il futuro Presidente compie gli studi, laureandosi in scienze politiche e lavorando come avvocato. Nel 1996, Obama, diviene Senatore dell’Illinois, ruolo che mantiene per diversi anni grazie alle sue politiche a favore delle fasce più povere della popolazione. Nel 2004 viene eletto al Senato degli Stati Uniti e nel 2007, dopo aver sconfitto alle primarie Hillary Clinton, sconfigge il Repubblicano John McCain, divenendo così il primo Presidente afroamericano della storia del Paese.
Il neo Presidente emanaordini esecutivi diretti alle forze armate per programmare il graduale ritiro delle truppe dall’Iraq, promettendo il ritiro completo entro 18 mesi; tenta poi di far chiudere il tristemente celebre campo di prigionia di Guantanamo, ma non vi riesce a causa dell’opposizione del Senato.
Nel 2009 Obama riceve il Premio Nobel per la Pace, che sarà in seguito piuttosto criticato per via delle diverse azioni militari da lui avallate; sempre nel 2009 fa approvare un progetto di legge che amplia la legislazione federale contro la criminalità, risalente a quasi quattro decenni prima, includendovi i reati legati alla discriminazione sessuale o di genere, nonché alla disabilità. Sempre nello stesso anno, per affrontare la drammatica crisi economica che dall’anno prima colpisce tutto il mondo, il Presidente fa approvare un corposo pacchetto di riforme del valore di quasi 800 miliardi di dollari che traina il Paese fuori dalla crisi, seppur sul lungo periodo.
La più grande riforma del Presidente Obama, tuttavia, riguarda la sanità
in campagna elettorale infatti Obama ha promesso di garantire assistenza sanitaria a tutto il Paese e, già dal 2009, inizia una lunga battaglia che porta, agli inizi del 2010, all’approvazione del Patient Protection and Affordable Care Act, successivamente noto come Obamacare: tale monumentale riforma vieta alle compagnie assicuratrici di negare l’assicurazione a persone con preesistenti patologie, introduce incentivi fiscali per i cittadini che decidano di stipulare una polizza sanitaria, introduce sanzioni pecuniarie per chi non lo fa -introducendo di fatto un obbligo- obbliga i datori di lavoro di imprese con più di 50 dipendenti a contribuire alle spese per l’acquisto di polizze per i propri lavoratori, amplia i soggetti suscettibili di assistenza ed introduce la possibilità, per i giovani a carico dei propri genitori, di usufruire delle loro polizze sanitarie.
Nel 2010 Obama abolisce la cosiddetta politica Don’t Ask, Don’ Tell, relativa alla presenza di omosessuali nelle forze armate, stimolando queste ultime alla completa accettazione ed integrazione dei gay. Il 2011 è un anno peraltro denso di avvenimenti per la politica estera americana: Obama completa il ritiro delle truppe americane dall’Iraq, anche se viene accusato di lasciare un vuoto di potere che sarà poi riempito dall’ISIS; nel Nordafrica ed in Medio Oriente prendono poi vita le cosiddette Primavere Arabe, movimenti di protesta di massa contro diversi governi di lunga data che non di rado degenerano in veri e propri conflitti civili. In Libia si verifica proprio quest’ultima circostanza ed Obama autorizza bombardamenti sulle forze di Muammar Gheddafi per favorire l’istituzione di una cosiddetta no-fly zone. In seguito, poiché i bombardamenti occidentali contribuiranno sì alla caduta di Gheddafi, ma contribuiranno anche all’innestarsi di un conflitto civile ancora più disastroso, Obama esprimerà pubblicamente il proprio rammarico per la decisione di bombardare la Libia.
Sempre nel 2011, per quanto riguarda la guerra civile che divampa in Siria, storico nemico di Washington
Obama sostiene pubblicamente che il Presidente siriano Bashar Al-Assad debba farsi da parte e dichiara che l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime costituisce la linea rossa da non superare per evitare ritorsioni militari; nel 2013, tuttavia, Obama si rifiuterà di attaccare la Siria nonostante un attacco con gas sarin da parte del regime, decisione per la quale è stato molto criticato. Uguali critiche si attira per aver autorizzato l’addestramento di forze ribelli ad Assad, che in parecchi sostengono contribuisca successivamente ad armare l’ISIS; ancora, nuove critiche gli arrivano perché, dopo essersi più volte pronunciato contro il Patriot Act, la controversa legge di Bush accusata di ampliare i poteri dell’intelligence a scapito dei diritti dei cittadini, ne firma il rinnovo per quattro anni. Il 2 maggio 2011, in compenso, grazie ad un blitz dei Navy Seal in un complesso fortificato di Abbottabad, in Pakistan, viene eliminato il nemico numero uno dell’America per quasi vent’anni: Osama Bin Laden.
Nel 2012 Obama viene rieletto sconfiggendo lo sfidante Mitt Romney, seppur con un margine inferiore rispetto al trionfo di quattro anni prima. In campo economico, il Presidente raccoglie i frutti delle valide politiche del primo mandato e si batte per ridurre le disuguaglianze nella retribuzione dei cittadini. Una delle maggiori battaglie del suo secondo mandato si ha poi contro la vendita libera di armi, specialmente dopo che nel dicembre 2012 una sparatoria in una scuola elementare del Connecticut causa ben 26 vittime: il Presidente firma infatti ben 23 ordini esecutivi per imporre limiti più stringenti all’acquisto e possesso di armi. In politica estera Obama cerca, dopo decenni di rapporti pessimi, di normalizzare le relazioni con Cuba, divenendo il primo Presidente americano a visitare l’Avana sin dal 1928; nel 2015, inoltre, i cinque paesi del Consiglio di Sicurezza dell’ONU firmano a Vienna un accordo che riduce le sanzioni economiche all’Iran in cambio di uno stop al programma nucleare da parte del Paese degli ayatollah.
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