Arte e Cultura

Kafka Kabarett Tango, sotto l’Angelo di Castello

Lettere e racconti di Franz Kafka con Pasquale di Filippo e Rosario Tedesco. Nell’ambito della rassegna: “sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo”.

La Direzione Musei Statali della Città di Roma e il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, diretti da Mariastella Margozzi, presentano nell’ambito della rassegna sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo curata da Anna Selvi,il 5 settembre ore 21 KAFKA KABARETT TANGO – Lettere e racconti di Franz Kafka che vedrà in scena, oltre a Rosario Tedesco che cura adattamento e regia, anche Pasquale di Filippo.

I protagonisti ci mostreranno come il gioco dell’amore possa essere paragonato ad un lento, spasmodico tango, ballato dal vivo, con testi cantati in Yiddish attraverso le lettere di Kafka indirizzate a Milena Jesenskà. KAFKA KABARETT TANGOnasce da un progetto in collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna, ATTI SONORI | Teatro del Baraccano di Bologna, Associazione Culturale Lucerna e vedrà la collaborazione dell’Associazione Culturale Tango Eventi direzione artistica Fatima Scialdone con: Emanuela Ceracchi e Marcello Fabbri; Annarita Faustini e Amedeo Giannetti; Anna Amelia e Mario Giacobone; Margherita Rossi e Stefano Alopo e le luci di Giuliano Almerighi. 

Spiega Rosario Tedesco, regista dello spettacolo

«La storia non poteva che essere una storia d’amore. Fragile e crudele, impossibile ed eterna come solo Kafka riesce ad immaginarne e a viverne. Le lettere che Kafka scrive a Milena Jesenskà, la sua traduttrice dal tedesco al ceco, sono un continuo gioco a nascondersi e a svelarsi. Come in un lento spasmodico tango, Milena lo spinge a mettersi a nudo come mai, forse, era accaduto. Ho voluto che fosse proprio il tango a scandire le loro parole.

In particolare l’Yiddish Tango. Quel tango che furoreggiava, suonato dalle orchestre di mezza Europa, negli anni ’20 del secolo scorso. Ballato dal vivo. Con testi cantati in Yiddish. Il tutto in un tempo denso di cupi presagi e di radicali cambiamenti e nefasti. L’Europa che trema sotto i loro piedi si tinge di nero, tutto vacilla: l’ordine delle cose; la conoscenza fin lì acquisita; ed infine anche il loro impossibile rapporto»

Kafka e Milena si conobbero a Praga nel 1919 fugacemente, quando lei aveva manifestato l’intenzione di voler tradurre un suo testo. Nell’aprile del 1920 nacque l’amore per via epistolare, seguito da un solo altro incontro. Nonostante la distanza Kafka si aprì subito con Milena, raccontandole le fasi della sua malattia. Ne scaturisce un epistolario a stampa di oltre trecento pagine che copre tre anni (1920-1923) sullo sfondo di un’Europa in tumulto, preludio all’antisemitismo. 

Continua Tedesco: «Kafka-irriducibile alla vita- è l’unico di cui leggiamo le lettere; le risposte di Milena non sono arrivate fino a noi

Possiamo solo immaginarle, intuirle e prima o poi mi piacerebbe inventarle di sana pianta. È stata forse l’unica, non dico a capire Kafka, ma senz’altro a fargli scrivere le sue parole più disarmate sulla vita e sull’amore. Ho scelto di seguire un ordine cronologico, sì, ma inverso: ovvero dalla fine verso l’inizio della loro storia. Così l’ultima lettera sarà la prima, quando tutto iniziava ed era la prima volta di ogni cosa. Un tempo che si configura simultaneamente come una favola e come un presagio su cui incombe gravida di distruzione, la Storia. La verità emerge tra le righe, alla fine del loro carteggio.

Emerge quasi per sfinimento. Rovesciando il tempo invece si procede a ritroso verso un’origine oscura che nelle lettere di Kafka confina e si confonde sempre con l’invenzione letteraria che avvolge di mistero la vita e il tenue legame tra le persone. A queste lettere fa da sfondo il paesaggio aspro e sublime dei più significativi racconti di Franz. Essi circondano come un cerchio di rocce aguzze la loro storia. La musica: unica isola di certezza, sospesa come un miraggio, sul palco: una lingua di legno: quasi fosse un ponte gettato sull’abisso o una zattera su cui andare alla deriva nella vita. In questo tempo di covid, in cui tutto è da ripensare: dal rapporto col pubblico alle storie che vogliamo portare sul palco: questa sofferta storia d’un amore epistolare mi sembra di buon auspicio per ripensare radicalmente il nostro modo d’esser dentro le storie che raccontiamo».

L’intenzione della rassegna sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo è quella di cogliere l’ultimo scorcio d’estate per proporre piccoli momenti di socialità e benessere attraverso la fruizione di arti e linguaggi artistici diversi, garantendo sempre il rispetto delle norme anti Covid

Oltre a valorizzare la sede della Direzione, il magnifico Castel Sant’Angelo, lo scopo è anche quello di incuriosire i visitatori ed incontrare pubblico nuovo per animare il monumento con l’arte e la bellezza espresse nelle varie forme.

La rassegna, che ci accompagnerà nei week end dal 28 agosto al 29 settembre, prevede spettacoli di danza, musica, teatro, performance, visite guidate e dialoghi con l’arte contemporanea.

La rassegna si terrà nel rispetto delle norme anti Covid-19 ed i video degli spettacoli saranno successivamente pubblicati:

L’ingresso agli spettacoli alle ore 21 è consentito ai visitatori fino ad esaurimento dei posti ed è incluso nel costo del biglietto del Museo. Intero € 12 – Ridotto € 2 per i cittadini europei tra i 18 e i 25 anni.

Foto di Michael Siebert da Pixabay

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