Arte e Cultura

Jimmy Carter, Premio Nobel per la Pace

James Earl Carter Jr. nasce il 1 ottobre 1924 a Plains, in Georgia, figli di un’infermiera e di un proprietario terriero. Nel 2002 riceve il Premio Nobel per la Pace.

Cresce imparando il mestiere di famiglia, ma si dimostra anche un valido studente e, da adulto, corona il sogno di entrare nella Marina. Si avvicina alla politica ad inizio anni ’60 e nel 1962 viene eletto al Senato della Georgia, dove si dimostra un gran lavoratore e legislatore. Nel 1970 Carter diventa Governatore dello Stato e, nel corso del mandato, combatte la burocrazia e la corruzione, battendosi per il diritto all’istruzione.

Nel 1976 diventa Presidente sconfiggendo Gerald Ford: fra i suoi primi atti proclama un’amnistia generale per tutti i renitenti alla leva del Vietnam, ma deve anche affrontare la crisi energetica che colpisce il Paese, dando grande impulso a leggi che evitino gli sprechi. In campo economico Carter eredita una situazione di recessione generalizzata che affronta con un ambizioso programma di stimolo all’economia da 30 miliardi di dollari, che riesce ad aumentare del 5% il reddito medio dei cittadini, oltre a frenare la dilagante disoccupazione. Sempre in ambito economico, Carter si dimostra un convinto sostenitore della deregolamentazione e della liberalizzazione.

Carter si occupa anche di sanità ed istruzione, seppure con alterne fortune:

cerca infatti, fallendo però, di far approvare una riforma sanitaria che preveda un’assicurazione sulla salute universale, ma riesce in ambito educativo a creare il Dipartimento dell’Educazione, riuscendo anche a garantire a più bambini l’accesso all’istruzione. Sempre in politica interna, Carter deve affrontare anche due problematiche molto rilevanti di carattere ambientale: nel 1978 si scopre infatti che un quartiere della città di Niagara Falls, Love Canal, nello Stato di New York, è letteralmente stato edificato su una discarica di rifiuti chimici altamente tossici.

Per la prima volta nella storia del Paese, il fondo federale per le emergenze viene adoperato per un disastro non naturale e viene utilizzato per evacuare 500 famiglie, garantire loro una nuova casa e recintare uno dei luoghi più contaminati degli Stati Uniti. Nel 1979, invece, si verifica la parziale fusione del nocciolo del reattore 2 della centrale nucleare di Three Mile Island, in Pennsylvania: l’evento fortunatamente non causa vittime, ma getta pesanti ombre sulla sicurezza delle centrali americane.

In politica estera, Carter coglie alcuni importanti successi, ma anche alcuni drammatici fallimenti:

nel 1978, grazie anche al suo intervento, Israele ed Egitto siglano gli accordi di Camp David, che normalizzano le relazioni fra i due Paesi dopo decenni di radicale inimicizia. Nel 1979, in compenso, lo scià di Persia Mohammed Reza Pahlavi viene cacciato dall’Iran in seguito alla rivoluzione islamica e trova rifugio negli USA: nell’ambito degli eventi di tale turbolenta rivoluzione, l’ambasciata americana di Teheran viene presa d’assalto e 52 cittadini vengono presi in ostaggio il 4 novembre 1979.

Carter si dimostra fatalmente incerto nel reagire, rimanendo per oltre 100 giorni chiuso nella Casa Bianca senza una vera e propria azione; solo in seguito adotta sanzioni economiche contro l’Iran e promuove un’operazione militare per liberare gli ostaggi, che però fallisce clamorosamente, con la morte di otto soldati e la perdita di due velivoli.

Sempre alla fine del 1979, l’Unione Sovietica invade in forze l’Afghanistan, fatto che coglie completamente di sorpresa l’amministrazione Carter:

la risposta di Carter all’invasione operata dall’Armata Rossa stavolta è decisa, ma lo costringe di fatto ad abbandonare le sue velleità di normalizzare i rapporti con Mosca: il Presidente impone sanzioni economiche all’Unione Sovietica, dichiarando un embargo del grano, sostiene apertamente i movimenti guerriglieri antisovietici in Afghanistan ed annuncia il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca del 1980. A causa anche di tali fragorosi fallimenti, alle Presidenziali del 1980 Carter viene sonoramente sconfitto da Ronald Reagan e, in seguito a tale batosta, in molti pensano che la sua vita politica sia finita.

Viceversa, proprio dopo la Presidenza Carter, da sempre appassionato sostenitore della lotta per i diritti umani, fonda il Carter Center, un’associazione no-profit dedita alla salvaguardia dei diritti umani in tutto il mondo ed inizia a viaggiare con regolarità, dimostrandosi col tempo un diplomatico molto più abile di quanto le sue prove in politica estera non avessero suggerito.

Nel 2002, grazie al suo grande impegno, riceve come detto il Premio Nobel per la Pace e, alla veneranda età di 96 anni, è tuttora un diplomatico e personaggio politico altamente rispettato.

Andrea Barricelli

Andrea Barricelli è nato nel 1990 a Roma, dove vive e lavora come avvocato. Appassionato di storia e letteratura, gestisce dal 2020 un podcast dedicato alla prima sulla Webradio SenzaBarcode. Per quanto riguarda la seconda, invece, ha pubblicato un'irriverente parodia dell'Iliade, denominata “Troiade”, con Rupe Mutevole Edizioni, nonché “Dominio e Ribellione” e “Equilibrio e Cambiamento”, editi da CTL Editore nella collana editoriale SenzaBarcode.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!