Arte e Cultura

L’incredibile saga di Alien

David Fincher è oggi conosciuto come uno dei più grandi registi degli ultimi anni che ha subito creare delle ottime pellicole. Ma lo sapete che la sua opera prima è un film di fantascienza che ha avuto una complessa produzione? Stiamo parlando di Alien 3.

David Fincher è oggi conosciuto come uno dei più grandi registi degli ultimi anni che ha subito creare degli ottimi thriller (Seven, Gone Girl e Millennium) e delle pellicole che raccontano la società di oggi (The Social Network, Fight Club). Ma lo sapete che l’opera prime di Fincher è un film di fantascienza che ha avuto una complessa produzione? Stiamo parlando di Alien 3.

Alien 3, come molti sequel di grossi franchise, non nasce dalla necessità di raccontare una storia ma dal bisogno di guadagnare.
Inizialmente la produzione non aveva né un regista, né uno sceneggiatore, né un protagonista (Sigourney Weaver aveva espresso titubanza nel ritornare nei panni di Ripley).

Inizialmente la storia venne affidata al celebre scrittore di fantascienza William Gibson, colui che ha contribuito a definire il genere cyberpunk a livello letterario. La storia si distaccava dalle atmosfere horror dei film del ‘79 e dallo stile action dell’86 e prendeva una strada fantapolitica.

La sceneggiatura di Gibson venne cestinata (per poi essere pubblicata come un fumetto nel 2018)

Venne assunto Vincent Ward che scrive una storia ambientata su un pianeta in cui vivono dei monaci. Benché la storia non avesse nulla a che fare con lo stile di Alien il soggetto piacque ai produttori. In seguito la produzione stravolgerà il lavoro di Ward sostituendo i monaci (e la religione, parte fondamentale della storia) con dei galeotti. Lo sceneggiatore abbandona il progetto.

In questa baraonda viene assunto David Fincher che prima di allora aveva lavorato nella pubblicità per grosse aziende (Nike, Coca-Cola, Pesi, Levi’s ecc.)
Fincher, che non aveva in mano una sceneggiatura ma la pellicola doveva uscire nel ‘92, ha avuto l’esordio più costoso della storia del cinema (oggi circa 98 milioni di dollari). Fincher colpisce subito la produzione per il suo perfezionismo e per alcune sue idee (convince Sigourney Weaver a tagliarsi i capelli).
Nel frattempo lo scenografo stava costruendo i set basandosi sulla versione, non approvata dalla produzione, di Ward.
Quindi Fincher e gli sceneggiatori vanno nei teatri di posa e iniziano a scrivere il film basandosi su quello che era stato costruito.

La pellicola è un flop (incassa 200 milioni di dollari) e viene recepito malissimo dal pubblico e dalla critica. In tempi recenti è stata pubblicata una nuova versione del film (che non è una director’s cut, Fincher si è rifiutato di rimaneggiare il progetto) la assembly cut ossia la pellicola più vicina alla visione del regista.

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Giovanni Salomi

Giovanni Salomi è nato a Busto Arsizio il 12 febbraio 2001. Studente di cinema presso il DAMS di Bologna. Fin da piccolo appassionato di cinema, ha sempre studiato con interesse tutto ciò che sta davanti e dietro le quinte. Dal 2016 al 2020, scrive presso il portale “L’Informazione” con la rubrica “Il film del fine settimana”, nella sezione “Conoscere e sapere”, in cui presenta le pellicole del momento. Per tre anni, co-presenta un programma radiofonico, “B-Movie”, insieme a Giovanni Castiglioni, dove approfondisce e discute le ultime novità nel mondo del cinema. Per svariati anni ha collaborato con i cinema della zona di Busto Arsizio (ha lavorato presso il Teatro Sociale ed il Cinema Lux).

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