La cucina kosher in Italia
Quando parliamo di piatti tipici della tradizione culinaria italiana e di menu presenti da decenni nella ristorazione del nostro Paese, troviamo spesso elementi che hanno in realtà origini lontane.
Un esempio è quello della cucina giudaica e nello specifico della cucina kosher. Non di rado nei ristoranti gestiti da imprenditori di religione ebraica, si trovano piatti che uniscono abilmente le ricette nostrane più amate con sistemi di preparazione che derivano dall’interpretazione della Torah. Ho approfondito l’argomento nel mio articolo su CandyValentino.it.
Gli ebrei osservanti sono tenuti a seguire alcune regole sulla preparazione delle pietanze. Tutti quei precetti che riguardano il cibo fanno parte della kasherut. Alla base di molte di queste regole c’è il principio che il momento del pasto ricorda che tutto ciò che si mangia o beve lo si deve a Dio. Proprio in suo onore a tavola devono essere presenti una serie di elementi come il sale, simbolo dell’abbondanza e anche del rigore.
La cucina kosher e le regole della kasherut
Una delle regole più importanti che condiziona l’alimentazione kosher e di conseguenza anche i menu che troverete nei ristoranti di questo genere, riguarda il consumo di carne e latticini. Prepararli insieme, farli entrare a contatto e mangiarli durante lo stesso pasto è proibito. Proprio a causa di ciò spesso le famiglie di religione ebraica hanno set di pentole e servizi di piatti distinti per cucinare, servire e consumare i due generi alimentari.
La carne e il pesce invece si possono mangiare durante lo stesso pasto, alternati da un sorso di vino. I pesci da consumare sono solo quelli dotati di squame e pinne. Per quanto riguarda la carne si può mangiare solo quella degli animali ruminanti che hanno lo zoccolo spaccato in due parti. Ecco spiegato dunque il motivo per cui nei ristoranti kosher non troverete, ad esempio, carne di coniglio e maiale.
Il rituale kosher di macellazione della carne
Anche la macellazione deve seguire determinate regole. Gli animali destinati al consumo, dopo l’uccisione, vengono esaminati perché non devono avere difetti che li rendono impuri. La Torah proibisce il consumo di sangue, quindi dopo la macellazione questo va eliminato completamente poiché simboleggia l’anima.
Al giorno d’oggi tante persone che vogliono seguire queste regole ma devono conciliarle coi ritmi frenetici del lavoro e con la necessità di mangiare fuori casa, ricorrono ai prodotti già pronti all’uso certificati Kosher. Come immaginerete da quanto abbiamo accennato, si tratta di una certificazione che rispetta rigorosissimi standard a tutela del consumatore.
Per saperne di più, ascoltate l’intervista a un esperto ristoratore kosher, Ilan Dabush, ospite a Il gusto con Candy Valentino.
Ascolta La cucina kosher in Italia e le sue regole
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