Cronaca

Il discorso antropologico

All’interno del discorso sulla disabilità una parte importante e che si sta rivelando di particolare interesse nelle analisi culturali della disabilità, lo ricopre l’antropologia.

Robert Murphy nel 1986 scrive The body Silent dove attraverso una racconto biografico di divulgazione emotiva, racconta la sua presa di coscienza dell’essere disabile. Roy Grinker nel suo lavoro del 2007 Unstrange minds dedica una parte della volume all’analisi antropologica della cross-cultural, dando luce alle diverse percezioni delle relazioni con la disabilità attraverso le culture.

Perchè l’antropologia culturale è importante?

A differenza delle materie scientifiche che si basano su metodi di studio o ricerca l’antropologia culturale si pone come strumento di osservazione che può variare in modo considerevole tra gruppi diversi all’interno di stesse etnie, religioni e quindi culture. Eppure l’aspetto antropologico è essenziale per capire la nascita dei Bias cognitivi e degli stereotipi di genere.

Lo stereotipo è una sorta di scorciatoia che il nostro cervello prende per arrivare più velocemente alla gestione di una situazione. Lo stereotipo è una sorta di difesa innata che produce i pregiudizi.

Gli stereotipi possiamo quindi asserire che sono piuttosto comuni in tutte le forme culturali. Il Bias cognitivo che ne deriva invece può divergere molto da cultura a cultura, da fatto sociale a fatto ideologico.

Ascolta Antropologia culturale della disabilità

Emanuela Fatilli

Emanuela Fatilli nata a Busto Arsizio dove tutt'ora vive, nel 1973 é sposata e madre di due figli Giovanni e Giacomo. Lavora presso l'ospedale di Magenta dal 1996 in qualità di Tecnico di Radiologia. Ha pubblicato il suo primo libro, " La casa infestata che non c'era l'albergo aperto", nell'ottobre del 2018 per la casa editrice milanese "Excogita ". Da settembre 2019 collabora con la WebRadio SenzaBarcode come speaker e autore per il programma Disabilità e Benessere.

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