George Washington, il primo presidente
George Washington nasce a Richmond Creek, nello Stato della Virginia, il 22 febbraio 1732, secondogenito di una famiglia relativamente benestante.
George Washington frequenta con profitto gli studi e, per alcuni anni, svolge la mansione di agrimensore, per poi ereditare la proprietà di famiglia alla morte anche del fratello maggiore. Nel 1752 si arruola nella milizia coloniale della Virginia, dove fa carriera, combatte nella Guerra dei Sette Anni ed inizia a maturare una coscienza da “americano”.
Tornato a casa dopo il meritato congedo, George Washington si sposa il 6 gennaio del 1759 con Martha Dandridge Custis, una vedova molto molto ricca, che lo rende uno degli uomini più facoltosi della Virginia. Grazie anche all’agiatezza economica, Washington si butta in politica e diviene deputato del Parlamento della Virginia nel 1762. Proprio da deputato prende sempre più a cuore la questione dell’autonomia delle colonie rispetto alla madrepatria britannica, esemplificate anche dal celebre motto “no taxation without representation”, vale a dire niente tassazione senza rappresentanza in Parlamento; alla fine del 1773, infine, le tensioni esplodono e gli eventi precipitano: il 16 dicembre, infatti, in risposta al continuo aumento delle tasse da parte dell’Inghilterra, alcuni coloni si travestono da indiani, salgono a bordo delle navi della Compagnia delle Indie Orientali ancorate al porto di Boston e gettano in mare le casse di tè custodite a bordo.
La risposta del governo di Sua Maestà Giorgio III è durissima:
nella Primavera del 1774 vengono emanate leggi fortemente restrittive dell’autonomia del Massachusetts e viene disposto l’invio di un esercito nelle colonie. Il 17 maggio del 1774, in risposta a quelle che i coloni definiscono leggi intollerabili, lo Stato del Rhode Island propone la riunione di un grande Congresso delle Colonie, presto imitato anche da Virginia e Massachusetts; il 5 settembre del 1774, nella città di Philadelphia, in Pennsylvania, si riunisce quindi il primo Congresso Continentale, formato da cinquantacinque delegati eletti, fra i quali naturalmente George Washington.
Di lì a breve è la guerra e Washington, unico deputato con esperienza militare, viene nominato generale in capo dell’esercito coloniale; tale armata è formata da uomini volenterosi, ma male addestrati e mal equipaggiati, situazioni che Washington si dà da fare per risolvere.
Nel frattempo il Congresso lavora alacremente al documento che viene infine approvato dai delegati delle tredici colonie il 4 luglio1776: si tratta, come noto, della Dichiarazione d’Indipendenza, con cui nascono ufficialmente gli Stati Uniti d’America. Seguono anni a tratti molto difficili, dove Washington alterna vittorie a sconfitte cocenti, ma l’entrata in guerra della Francia al fianco delle colonie fa infine pendere la bilancia dalla parte di queste ultime: nel 1781 l’esercito americano sconfigge quello britannico a Yorktown e, il 3 settembre del 1783, con il Trattato di Parigi, l’Inghilterra riconosce ufficialmente l’indipendenza degli Stati Uniti d’America.
Una volta ottenuta l’indipendenza, le colonie si mettono al lavoro per dotarsi di una Costituzione, che viene approvata nel settembre del 1787
ratificata nel giugno 1788 ed entra in vigore nel marzo dell’anno successivo. L’impronta su di essa di Washington, convinto fautore della necessità di un governo centrale forte, è netta: viene infatti elaborato un sistema di governo presidenziale dove al Presidente, inizialmente eletto a vita, spettano poteri amplissimi, in buona misura corrispondenti a quelli di cui dispone ancora oggi. Il 14 febbraio del 1789, George Washington viene eletto primo Presidente degli Stati Uniti d’America ed è l’unico nella storia di questa Nazione ad essere eletto senza un solo voto contrario del Collegio Elettorale.
In quanto primo Presidente, Washington ha innanzitutto la priorità di ottenere il riconoscimento internazionale degli Stati Uniti e dare stabilità alla neonata Nazione: è infatti lui a spingere per la normalizzazione dei rapporti con l’Inghilterra, che vengono rinsaldati grazie al Trattato di Londra del 1794. In politica interna, nel 1789 Washington nomina i dieci Giudici della prima Corte Suprema; nel luglio 1790, dopo lunghe discussioni, il Congresso approva il Residence Act, con cui viene designato un nuovo distretto fuori dai territori federali, il Distretto della Columbia, espressamente dedicato alla costruzione di una nuova Capitale.
Sotto la sua presidenza, si uniscono agli Stati Uniti anche il Vermont nel 1791, il Kentucky nel 1792 ed il Tennessee nel 1796
Nel 1797, alla scadenza del secondo mandato, Washington viene nuovamente eletto, ma rifiuta un terzo mandato, dato che, pur essendo convinto sostenitore della necessità di un potere centrale forte, ritiene al tempo stesso pericoloso concentrare tanto potere nelle mani di un sol uomo troppo a lungo. Da notare che il divieto di terzo mandato rimarrà una semplice consuetudine addirittura fino al 1951, quando verrà approvato il ventiduesimo emendamento della Costituzione. Dopo la rinuncia, Washington si ritira completamente a vita privata e si dedica alla produzione di whisky.
Muore infine a causa di una brutta influenza il 14 dicembre del 1799, all’età di sessantasette anni, senza mai vedere nel 1800 la fine della costruzione della futura Capitale della Nazione, che porterà come detto il suo nome.
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