Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore
Dopo la morte di Teodosio nel 395, l’Impero viene diviso in due metà, affidate ai figli Onorio ed Arcadio. Romolo Augustolo è l’ultimo imperatore dell’ Impero Romano d’Occidente.
In Occidente, però, il potere effettivo è detenuto dal generale vandalo Stilicone, che rivendica diritti anche sull’Oriente. La situazione di conflittualità porta molti barbari, spinti anche dall’avanzata degli Unni ad est, ad invadere le terre romane, mettendo a ferro e fuoco in particolare Gallia e Spagna; alla morte di Stilicone, il capo Visigoto Alarico rompe gli indugi ed invade l’Italia, saccheggiando persino Roma nel 410, senza che l’imbelle Onorio muova un dito per fermarlo.
La morte di questo sovrano nel 423 vede la nomina di Valentiniano III, assistito dalla madre Galla Placidia; le legioni vedono sorgere l’astro del comandante di origine danubiana Flavio Ezio, l’ultimo grande condottiero partorito dall’Impero, che riesce a respingere diverse invasioni in Gallia e recupera parte della Spagna, anche se vede l’Africa cadere sotto il dominio dei Vandali.
Dopo un periodo di alleanza con il bellicoso popolo degli Unni, alla guida di questo popolo bellicoso subentra il nuovo sovrano Attila, che costringe l’Impero d’Oriente a versargli un tributo monstre e devasta la Gallia in lungo ed in largo. Ezio sconfigge Attila nel 451 in Francia, ma il sovrano unno invade comunque l’Italia, venendo fermato dall’intervento di Papa Leone Magno e dalle malattie che decimano la sua armata. Morirà nel 453 dopo esser passato alla storia come Flagello di Dio ed a breve lo raggiungerà proprio Ezio, ucciso in seguito a futili beghe di palazzo. Tale nuovo vuoto di potere è sfruttato dai Vandali di Genserico, che saccheggiano Roma nel 455.
Gli anni ’60 vedono l’Impero d’Occidente guidato, di fatto, dal generale gotico Ricimero, che fa e disfa Imperatori a suo piacimento
Nel 461 nasce Flavio Romolo Augusto, figlio del comandante di origine pannonica Flavio Oreste. Alla morte di Ricimero, l‘Imperatore d’Oriente impone sul trono d’Occidente il comandante dalmata Giulio Nepote, rivale giurato di Oreste, il padre di Romolo. Nell’agosto del 475, il proprio Oreste marcia contro Ravenna, capitale di Giulio Nepote; quest’ultimo, impossibilitato a resistere, fugge ed Oreste può così insediare sul trono il figlio Romolo, che diventa Augusto ma che, per la sua giovane età, viene soprannominato con una punta di disprezzo Augustolo, piccolo Imperatore.
Essendo un adolescente, il potere effettivo viene esercitato dallo stesso Oreste, che deve subito far fronte ad un’invasione da parte di Eruli, Sciri e Turilingi, che vogliono ottenere terre in Italia. A guidare tale invasione viene posto il capace comandante sciro Odoacre, che nel 476 assedia Oreste a Pavia, catturandolo ed infine giustiziandolo.
Il 4 settembre del 476, infine, Oreste entra a Ravenna, cattura il giovane Imperatore e lo depone ufficialmente dal trono; il ragazzo, probabilmente minacciato dallo stesso Odoacre, scrive allora al suo omologo d’Oriente, Zenone, sostenendo che non vi sia bisogno di due Imperatori e consigliando la nomina di Odoacre a re d’Italia. Il capo barbaro invia quindi le insegne imperiali a Zenone, che diviene così almeno da un punto di vista formale il sovrano anche dell’Occidente.
Ovviamente, il potere effettivo in Italia è però esercitato dallo stesso Odoacre, mentre gli altri territori dell’ormai ex Impero d’Occidente sono divisi fra popolazioni barbariche e cittadini romani, che daranno vita appunto ai cosiddetti regni romano-barbarici. Nel 486, peraltro, cadrà anche l’ultima enclave romana in Gallia, il cosiddetto regno di Soissons, che verrà conquistato dal neonato regno dei Franchi. Siamo ormai a tutti gli effetti nel Medioevo.
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Le successive vicende che hanno come protagonista Romolo sono molto frammentarie
alcuni sostengono che Odoacre risparmi la vita al nostro amico in virtù della sua giovane età, inviandolo in esilio a Napoli, nell’attuale Castel dell’Ovo, concedendogli anche un vitalizio. Altri menzionano effettivamente l’esilio in Campania, senza però parlare di vitalizio. Circa trent’anni dopo Cassiodoro, segretario del noto re ostrogoto Teodorico, scriverà una missiva a tale Romolo, confermando l’esistenza di un vitalizio in suo favore. Non abbiamo alcuna data certa sulla sua morte, che si suppone sia avvenuta fra il 510 ed il 520.
E’ triste che l’Impero Romano, almeno quello d’Occidente, veda la sua fine in modo tanto inglorioso, con un personaggio passato alla storia non certo per i suoi meriti. Va però detto che fatichiamo a trovare reali colpe in Romolo e che del resto è risaputo che prima o poi ogni grande Impero della storia dell’uomo è caduto. In fondo, Roma ha lasciato più di molti altri un marchio indelebile sulla storia del mondo e la sua eredità, oltre che dalla Chiesa, è ovviamente stata raccolta dall’Impero d’Oriente, poi noto come Impero Bizantino, che ha perdurato per un altro millennio sino al 1453, con la caduta di Costantinopoli ad opera dell’Impero Ottomano.