Il Percorso affettivo sessuale
La vita sessuale ma, in egual misura quella affettiva, sono ancora considerate dei tabù perché si pensa sia meglio evitare il discorso per non svegliare il can che dorme
Ma il cane, almeno che non sia morto, prima o poi si muove e si sveglia per cui è meglio che ci svegliamo noi, inteso come comunità normotipica, per trovare degli argomenti nei quali muoverci e cominciare a fare delle considerazioni in merito. Prima di arrivare al risveglio sessuale del nostro caro con disabilità bisogna fare un percorso di preparazione perché l’adolescenza non arriva in un giorno ed è quindi fondamentale per loro, e per noi, costruire un programma di crescita che contempli la sessualità e l’affettività.
Si può cominciare quindi a capire quale genere preferisce. Dare per scontato che siccome è maschio possa desiderare una vita sessuale con una donna non va bene. Cominciamo quindi a capire, da soli o con l’aiuto di personale qualificato esterno, quali sono gli orientamenti sessuali della persona con disabilità in carico.
Fatto questo bisogna capire anche il coinvolgimento emotivo che la persona con disabilità richiede, vuole e desidera
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L’amore e il sesso ci sono sempre stati comunicati come inscindibili e penetranti. Molto spesso però l’amore e il sesso seguono strade diverse e talvolta non richiedono un coinvolgimento fisico totale.
Nei casi dove la sessualità non è fisica o solo minimamente fisica, ricorrere ad una sex worker potrebbe essere addirittura controproduttivo. Coinvolgiamo ogni persona della famiglia nel discorso sessuale perché è la parte fondamentale del benessere della persona, per cui merita di essere trattato con rispetto, giusto tempo e corretta informazione
Per saperne di più: Reti solidali