Come sarebbe il Superman di Tim Burton?
Come abbiamo visto qualche mese fa, moltissime pellicole vengono cancellate ogni giorno ed il genere più colpito, negli ultimi anni, sono i cinecomic. Tra i progetti che mai vedremo, ha suscitato molto scalpore il progetto Superman: Lives.
1996. Sono passati nove anni dall’ultimo film con protagonista l’Uomo d’Accaio (Superman IV). Kevin Smith (giovane regista, autore di Clerks, e grande appassionato di fumetti) venne ingaggiato dal produttore Jon Peters, insieme a Warner Bros, per scrivere una nuova pellicola con protagonista Clark Kent.
Smith scrisse una sceneggiatura basata sul fumetto The Death of Superman, che narrava la morte e la rinascita di Superman. Smith completò il suo soggetto nell’agosto del 1996 e, su richiesta del produttore Jon Peters, modificò molte caratteristiche di Superman dei fumetti, come ad esempio il costume, non più blu e rosso ma nero, e, inoltre, l’eroe non avrebbe dovuto volare; inoltre l’antagonista del film era un ragno gigante. Nel progetto Smith incluse i personaggi di Deadshot e Batman (sarebbe stato il primo crossover supereroistico della storia).
Smith propose Tim Burton come regista della pellicola. Burton accettò il lavoro e, dopo varie varie riscritture per mano di Wesley Strick (fra gli autori di Batman: Il Ritorno) e di Dan Gilroy (che, all’epoca, scrisse delle opere mediocri), assunse Nicolas Cage come protagonista (questa scelte ci permette di capire come questa versione di Superman fosse completamente diversa); Sandra Bullock come Lois Laine; Chris Rock come Jimmy Olsen; Christopher Walken come Brainiac e Kevin Spacey nei panni di Lex Luthor.
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La produzione stava andando avanti infatti vennero creati ed indossati da Cage varie versioni del costume.
Nel 1997 a causa del flop di Batman e Robin, un budget molto alto (più di 300 milioni di dollari) e svariate divergenze creative con Tim Burton, il film venne cancellato.
Tim Burton molti anni dopo la cancellazione ha dichiarato: “Ero eccitato dal progetto. Ormai gli studios sono delle enormi aziende e tu devi disegnare dei personaggi pensando agli Happy Meal piuttosto che al film. Con Batman: il Ritorno ho fatto arrabbiare i capi di McDonald’s perché la pellicola era troppo dark. Io tratto i miei progetti seriamente e non come uno show stupido per bambini. Ebbi questo meeting con i produttori, stavamo guardando il costume e loro volevano una tuta alla Michael Jordan, volevano del velluto a coste sulle braccia, delle fiamme sugli stivali. Io ed il costumista ci siamo guardati e abbiamo capito che era finita”.
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