Alessandro Severo, scannato a 30anni
Marco Bassiano Alessiano, futuro Alessandro Severo, nasce ad Arca Caesarea, nell’odierno Libano, il 1 ottobre del 208, da Gaio Giulio Avito Alessiano, Giulia Mamea, a sua volta figlia di Giulia Mesa.
Come tutta la sua famiglia, Alessandro Severo, viene esiliato in Oriente quando il prefetto del pretorio Marco Opellio Macrino fa uccidere l’Imperatore Caracalla, ma fa ritorno a Roma quando Eliogabalo, suo cugino, ascende al trono. Tuttavia, i vizi pubblici e privati del ragazzo, ma soprattutto il suo disprezzo per la religione tradizionale romana gli alienano presto la simpatia del popolo e dei soldati. Di conseguenza Giulia Mesa fa pressione su Eliogabalo affinché associ con sé al trono proprio Marco Bassiano, che assume il nome di Marco Aurelio Alessandro, in omaggio ad Alessandro Magno.
Il 26 giugno del 221 Eliogabalo associa al trono il cugino, ma i rapporti fra loro franano presto, anche perché Alessandro si rifiuta di convertirsi al culto di El-Gabal e mostra al contrario grande rispetto per le tradizioni culturali e religiose dell’Impero; l’animosità dei due porta presto allo scontro aperto e ad avere la peggio, a causa dei soldati che lo abbandonano, è proprio Eliogabalo.
Alessandro Severo ascende dunque al trono ufficialmente il 13 marzo del 222, a soli quattordici anni. Per questo motivo, almeno i primi anni il potere effettivo è nelle mani della nonna Giulia Mesa, che però morirà nel 226 e della madre Giulia Mamea, che al contrario sarà al suo fianco fino alla fine.
Di chiunque sia il merito, i primi provvedimenti del nuovo corso sono piuttosto intelligenti
Alessandro vuole infatti ridare lustro al Senato, umiliato da Eliogabalo e, in particolare, forma un collegio di dodici senatori che lo coadiuvi nelle materie di governo, una sorta di Consiglio dei Ministri ante litteram; da notare che di tale collegio fa parte anche Ulpiano, uno dei giuristi più celebri della storia di Roma, le cui massime secoli dopo saranno largamente utilizzate nel Corpus Iuris Civilis dell’Imperatore bizantino Giustiniano.
L’influenza di Ulpiano sul ragazzo a quanto pare si fa sentire, poiché Alessandro Severo dimostra grande saggezza ed umiltà nelle decisioni giudiziarie, giungendo a non applicare mai la pena di morte neppure per reati gravissimi; oltre a ciò, in ambito amministrativo forma un consiglio di quattordici prefetti urbani che si occupino di una specifica zona di Roma: praticamente una sorta di Municipi ante litteram anche in questo caso. L’espediente peraltro funziona, perché la città viene amministrata molto bene e l’edilizia vige un nuovo periodo di fioritura. In ambito economico, riesce a ridurre leggermente la pressione fiscale, migliora lo stato del conio, istituisce agenzie di prestiti a basso costo ed acquista grano a proprie spese, distribuendolo al popolo per cinque volte nel corso del suo dominato.
In ambito religioso, come detto, Alessandro Severo mostra grande rispetto per le tradizioni religiose romane, pregando ferventemente ogni mattina in una sorta di tempio privato che si fa costruire. Si dimostra però molto aperto mentalmente, tanto che, secondo alcune fonti, ad adornare tale luogo provvede persino una statua raffigurante Gesù Cristo, cui il sovrano pare abbia in mente di dedicare un tempio; Alessandro dimostra in ogni caso grandissimo rispetto sia per gli ebrei sia per i cristiani, tanto da citare spesso il motto evangelico “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.
Dove purtroppo Alessandro non eccelle è in ambito militare, dove invece servirebbe un grandissimo generale
durante il regno dell’ultimo dei Severi, infatti, ad Oriente si verifica un fatto decisivo per le sorti dell’Impero romano: la dinastia partica viene infatti rovesciata dall’usurpatore Ardashir, primo sovrano di una nuova stirpe persiana detta Sasanide o Sassanide, molto più bellicosa ed espansionista. Nel 230, i nuovi nemici invadono infatti la Mesopotamia, giungendo fino in Siria ed in Cappadocia. Alessandro reagisce partendo personalmente per il fronte, ma la sua conduzione della campagna non è brillante ed il giovane sovrano è costretto a firmare una pace accomodante.
Nel 233 le frontiere settentrionali dell’Impero sono messe a dura prova dagli Alamanni ed anche qui Alessandro può solo firmare un trattato, guadagnandosi nuovamente le critiche dei soldati. Ben presto, il malcontento supera il livello di guardia, probabilmente anche a causa della tendenza del sovrano di non allargare troppo i cordoni della borsa per i legionari; gli eserciti dunque, a marzo del 238, si ribellano apertamente al soldo di Massimino il Trace, uno degli ufficiali più capaci di Roma; preso dal panico, Alessandro mostra ancora una volta una indecisione di troppo, tanto che, la notte fra il 18 ed il 19 marzo, non fugge per salvarsi la vita, ma viene scannato assieme alla madre. Ha appena trent’anni.
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