Cronaca

Una critica al film Le Streghe

Offendere i disabili. Le Streghe, nel nuovo film di Robert Zemeckis, vengono rappresentate con mani deformate da dita mancanti (ectrodattilia).

Una critica sul film Le Streghe anche da parte mia! La mia formazione e la mia ispirazione sono sempre orientate alla persona disabile e al suo benessere. Per cui ho affrontato sempre temi positivi in termini di opportunità e realizzazione e aspetti normativi per integrare quello che talvolta è poco conosciuto. Non mi piace dare voce a storie di bullismo ed ingiustizie, a quello pensano, anche in modo corretto e sacrosanto, le grandi testate giornalistiche e, ahimè, i programmi televisivi per instillare pietismo e compassione.

Ma sul caso Le Streghe si sono pronunciati i Giochi Paralimpici. La visione non è stata dell’opinione pubblica esterna che forse non ha neanche percepito il problema, ma dall’interno, cioè dalla comunità disabile. Nel libro di Roald Dahl, da cui è tratto il film Le Streghe, le protagoniste sono descritte come esseri cattivi e ripugnanti perché vogliono spaventare ed uccidere i bambini.

Nella versione letteraria le streghe hanno artigli felini. La produzione ha deciso invece di sostituire l’artiglio felino con le ectrodattilia, cioè la mancanza di alcune dite nella mano. I primi a farsi sentire sono stati i Giochi Paralimpici sottolineando l’importanza di non rappresentare la differenza degli arti come qualcosa di negativo ed utilizzarlo per spaventare.

Diverse persone del palcoscenico paralimpico, che sono anche attiviste del mondo disabile, si sono fatte sentire attraverso le pagine web di Instagram e dei blog per denunciare la gravità di questa forma arcaica e sbagliata di diverso uguale cattivo

A tal proposito, appena qualche giorno dopo l’inizio delle contestazioni la produzione e la stessa Anne Hathaway, protagonista del film, si sono scusati pubblicamente dicendosi mortificati per aver umiliato le persone con ectrodattilia e le loro famiglie.

Oltre al tema del diverso visto come cattivo o comunque negativo, mi pareva importante sottolineare come questo tema venga proposto sempre con la medesima ripetitività da anni anche oggi dove invece sono stati fatti grandi passi in avanti.

Riproporre il diverso come persona di bassa moralità e quindi cattiveria che si esprime attraverso la voglia di esibirsi per fare paura e schifo è decisamente fuori luogo. La strada inclusiva che andrebbe intrapresa è quella di proporre più persone con disabilità all’interno dei serial, delle fiction e dei film. Mi vengono in mente la serie Netflix Atypical o Specials dove le diversità sono inserite in una struttura sociale moderna e reale. Vi invito anche a vedere la serie Vikings perché qui  il lavoro degli sceneggiatori e della produzione è stato ancora più interessante dato che Ivar, personaggio disabile, è molto cattivo.

La critica quindi non parte dal presupposto che il disabile deve essere buono e carino ma deve essere rappresentato con dignità e parimenti a qualsiasi altro personaggio, può avere una connotazione positiva, negativa, intelligente, ignorante e così via.

Emanuela Fatilli

Emanuela Fatilli nata a Busto Arsizio dove tutt'ora vive, nel 1973 é sposata e madre di due figli Giovanni e Giacomo. Lavora presso l'ospedale di Magenta dal 1996 in qualità di Tecnico di Radiologia. Ha pubblicato il suo primo libro, " La casa infestata che non c'era l'albergo aperto", nell'ottobre del 2018 per la casa editrice milanese "Excogita ". Da settembre 2019 collabora con la WebRadio SenzaBarcode come speaker e autore per il programma Disabilità e Benessere.

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