Cronaca

Gli oscar distruggono il cinema di qualità?

La risposta è molto complessa. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, organizzazione che decide a chi dare l’Oscar, è un’azienda privata e quindi può decidere liberamente le regole per il suo premio.

Però è indubbio come gli Oscar abbiamo un’enorme importanza nella vita commerciale di un film. Parasite, vincitore di quattro Premi Oscar (tra cui Miglior film), dopo la vittoria delle statuette la pellicola sale al primo posto del botteghino italiano con oltre 2,5 milioni di euro. In questi mesi si sono alzate molte polemiche in merito alla nuova politica scelta dell’AMPAS per assegnare l’Oscar al Miglior Film. Queste regole entreranno in vigore nel 2024 ma non sarebbe strano vedere questi criteri applicati già l’anno prossimo.

Sono presenti quattro criteri da rispettare per essere candidati nella più importante categoria degli Academy Awards

Il primo richiede che il film che abbia tra i suoi protagonisti o personaggi principali almeno un attore appartenente a «un gruppo etnico o razziale sottorappresentato (asiatici, ispanici, latini, neri e afroamericani, indigeni, nativi americani, nativi dell’Alaska, mediorientali, nordafricani, nativi hawaiani o di altre isole del Pacifico o comunque appartenenti ad altre etnie sottorappresentate). In alternativa, che almeno il 30 per cento di chi recita in ruoli secondari o minori sia donna, o appartenga a uno dei gruppi razziali o etnici di cui sopra, o si definisca LGBTQ+, o abbia disabilità cognitive o fisiche o sia non udente o ipoudente.

Il secondo chiede che in ruoli della troupe (dalla regia fino al montaggio, passando per truccatori, parrucchieri, scenografi e così via) ci sia un certo livello di inclusione in ruoli di leadership, o che persone appartenenti a categorie sottorappresentate siano presenti in un certo numero e con certe quote nella troupe, anche se non in ruoli di leadership.

Il terzo criterio riguarda, sempre per le stesse categorie di persone, l’accesso a possibilità di stage e di apprendistato retribuito. Il quarto criterio prevede regole simili a quelle dei precedenti, in questo caso all’interno delle aree che si occupano di marketing, pubblicità e distribuzione del film.

Se, da un lato, queste regole agevolano l’inclusione all’interno di grandi produzioni, dall’altro, sterilizza la creatività di sceneggiatori e registi. Questo, a parer mio, è il primo passo verso la distruzione del cinema di qualità.

Giovanni Salomi

Giovanni Salomi è nato a Busto Arsizio il 12 febbraio 2001. Studente di cinema presso il DAMS di Bologna. Fin da piccolo appassionato di cinema, ha sempre studiato con interesse tutto ciò che sta davanti e dietro le quinte. Dal 2016 al 2020, scrive presso il portale “L’Informazione” con la rubrica “Il film del fine settimana”, nella sezione “Conoscere e sapere”, in cui presenta le pellicole del momento. Per tre anni, co-presenta un programma radiofonico, “B-Movie”, insieme a Giovanni Castiglioni, dove approfondisce e discute le ultime novità nel mondo del cinema. Per svariati anni ha collaborato con i cinema della zona di Busto Arsizio (ha lavorato presso il Teatro Sociale ed il Cinema Lux).

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