Cronaca

Disabilità in stazione: integrazione lontana

La disabilità in stazione è solo uno tra gli argomenti collegati agli interventi che mirano all’abbattimento delle barriere architettoniche.

L’obiettivo è garantire ai disabili gli spostamenti in tutta sicurezza e il raggiungimento dei binari senza ostacoli. Nelle piccole e grandi stazioni manca, tra le altre cose, una pratica fondamentale per garantire il servizio, ossia la manutenzione. Vi sono, per esempio, numerose aziende che assicurano assistenza e riparazione ascensori a Roma e in molti casi i costi sono più che accessibili, ma non vi sono piani strutturati per avere un’integrazione completa di tutti i mezzi utili alla deambulazione di persone con ridotta capacità motoria.

Piccole e grandi stazioni

La legge italiana prevede la realizzazione di strutture per l’abbattimento delle barriere architettoniche in ogni stazione e in ogni edificio pubblico e privato. Il decreto 503/96 sancisce proprio questi obblighi, indicando anche i benefici e gli sgravi fiscali per le persone fisiche che adempiono a questo adattamento.

Sulla fitta rete delle stazioni italiane però il disabile che vive in piccoli paesi è spesso costretto a raggiungere un’altra stazione o addirittura a rinunciare al viaggio in treno, con conseguente disagio nello svolgimento di attività lavorative e/o di svago. Tutto questo perché, tra ritardi burocratici e negligenza, non si sono ancora adattate le piccole stazioni all’accessibilità, anche nelle situazioni in cui basterebbe davvero realizzare una passerella sicura per collegare i soli due binari presenti.

Non è inoltre così raro leggere di difficoltà anche nelle città più importanti e frequentate come Roma, Firenze e Milano, con persone disabili bloccate nelle stazioni a causa di ascensori e scale mobili non funzionanti. Si lede in questo modo l’immagine del paese e la psicologia già fragile della persona che si trova in estremo disagio. Nel 2020 poi l’avvento del Coronavirus ha accentuato il problema, visti gli obblighi di sanificazione e di accesso limitato per evitare il possibile contagio.

Come integrare il sistema

Le soluzioni in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche sono numerose e devono partire da un’intenzione reale da parte di tutti gli organi competenti a garantire un servizio di convivenza sociale efficiente. Si dovrebbe intanto cominciare da un piano nazionale condiviso che possa fornire anche alle stazioni dei piccoli comuni gli strumenti economici per provvedere ad adattare le strutture. Una volta stabilito il piano, bisogna fissare dei limiti temporali obbligatori entro cui adattarsi e, nel caso di inadempienza, far incorrere il comune in sanzioni.

A ciò dovrebbe seguire una pianificazione di assunzioni di personale per assicurare il controllo costante degli impianti e quindi monitorare l’andamento del servizio.

Avere poi infine a disposizione delle aziende specializzate nella manutenzione e assistenza, in grado di agire subito in caso di situazione critica. Solo in questo modo si può compiere un passo importante verso l’attuazione di norme concrete di accessibilità per dare la possibilità a persone con problemi motori e sensoriali di potersi muovere senza ostacoli, liberi da altre dipendenze e senza dover rinunciare ad alcuna attività.
La strada è lunga, ma si può fare molto per percorrerla in tempi brevi e ridurre le distanze.

SenzaBarcode Redazione

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