Arte e Cultura

Tito Flavio Domiziano

Domiziano nasce col nome di Tito Flavio Domiziano il 24 ottobre del 51, a Roma. Riceve un’ottima educazione, studiando retorica, legge, letteratura ed amministrazione, facendosi notare per la sua cultura ed il suo eloquio.

Segue il padre fin da giovane nelle sue campagne e partecipa attivamente alla marcia su Roma nel 69, rischiando anche la vita. Viene nominato pretore dopo la vittoria su Vitellio e ricopre più volte il consolato, ma viene nei fatti escluso dagli affari di Stato sia dal padre che dal fratello. Diviene però un valido poeta. Alla morte di Tito, nell’81, Domiziano ascende al trono all’età di 30 anni col nome di Cesare Domiziano Augusto Germanico ed inaugura un principato su cui la storiografia ha dato versioni diametralmente opposte: ciò, sicuramente, è dovuto al carattere di Domiziano, che ci viene descritto come un vero e proprio misantropo, diffidente ed incapace di farsi benvolere, un po’ come era stato anni prima Tiberio.

Oltre a ciò, mentre Vespasiano e Tito avevano mantenuto buoni rapporti con l’aristocrazia senatoria e, in generale, avevano cercato di mostrarsi sempre umili, Domiziano cerca apertamente lo scontro con il Senato, ribadendo la propria superiorità; oltretutto, dà vita ad un vero e proprio culto della sua personalità, pretendendo di essere chiamato signore e dio.

Al di là di questi aspetti, però, i risultati ottenuti da Domiziano nella prima parte di principato sono innegabili

seguendo le orme familiari, dà grande impulso all’edilizia sia a Roma, sia nelle province, costruendo in particolare molti templi; a livello economico, dà prova di essere un amministratore attento e scrupoloso, non eccedendo né nella parsimonia, né nella prodigalità; a livello giudiziario, si dà un gran daffare per placare la corruzione dei giudici e ci viene riferito che mai come sotto il suo regno la pubblica amministrazione romana -se così possiamo definirla- sia stata giusta ed efficiente.

In politica estera, pur stabilizzando le frontiere germaniche e britanniche, Domiziano deve affrontare fra 85 ed 88 una complessa guerra in Dacia, dove subisce una grave sconfitta e, in seguito, ottiene alcune vittorie non decisive: è oltretutto costretto a siglare una pace frettolosa con il re nemico Decebalo, futuro avversario dei Romani per decenni, a causa della rivolta delle legioni settentrionali, guidata da Lucio Antonio Saturnino, con la complicità del Senato.

La rivolta viene, per fortuna dell’Imperatore, stroncata con rapidità, anche grazie all’aiuto di un capace generale di origini spagnole, un certo Marco Ulpio Traiano

tuttavia, Domiziano, già di per sé diffidente e sospettoso, diventa letteralmente paranoico: acuisce il suo odio verso il Senato; stabilisce una vera e propria rete di spie e delatori; di fatto abolisce ogni libertà di parola e, se in passato aveva fatto in modo che la giustizia si distinguesse per misura e rettitudine, ora incoraggia apertamente le condanne a morte o all’esilio sulla base di poco più che semplici dicerie. Della sua paranoia fanno le spese in particolare i filosofi, considerati alla stregua di sobillatori di rivolte e per questo perseguitati in modo spietato. Anche dal punto di vista religioso, se i regni di Vespasiano e Tito si erano distinti per tolleranza, Domiziano diventa implacabile e, a quanto ci viene detto, scatena una durissima persecuzione contro i cristiani.

Il regime del terrore instaurato da Domiziano dura fino al 18 settembre del 96, quando una congiura ordita dal Senato e che vede addirittura la complicità di Domizia, moglie dell’imperatore, segna la sua fine: Domiziano muore a soli 45 anni, segnando la fine della dinastia flavia ed il Senato, che nomina imperatore il misurato Marco Cocceio Nerva, decreta per lui la damnatio memoriae. Le sue statue vengono dunque distrutte, il suo nome cancellato da ogni iscrizione, tutti i suoi provvedimenti svuotati di efficacia.

Non è facile tracciare un giudizio equo su Domiziano

da un lato, è innegabile che abbia apportato benefici positivi all’Impero, garantendo in un primo momento stabilità, giustizia e sicurezza; in seguito alla congiura di Saturnino, tuttavia, qualcosa in Domiziano si ruppe per sempre, portandolo ad instaurare un regime odioso che oppresse per anni i cittadini, soprattutto della Capitale dell’Impero.

Andrea Barricelli

Andrea Barricelli è nato nel 1990 a Roma, dove vive e lavora come avvocato. Appassionato di storia e letteratura, gestisce dal 2020 un podcast dedicato alla prima sulla Webradio SenzaBarcode. Per quanto riguarda la seconda, invece, ha pubblicato un'irriverente parodia dell'Iliade, denominata “Troiade”, con Rupe Mutevole Edizioni, nonché “Dominio e Ribellione” e “Equilibrio e Cambiamento”, editi da CTL Editore nella collana editoriale SenzaBarcode.

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