Arte e Cultura

I film possono farti viaggiare?

Il cinema, la poesia, l’arte, la musica e qualsiasi forma artistica ci permettono di viaggiare. Intervista alla Sindaca di Crema, Stefania Bonaldi.

I quadri possono farci viaggiare nel tempo (Il Giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David, che racconta una leggenda romana), nella natura (Flatford Mil di John Constable che rievoca una scena dell’infanzia serena di Constable trascorsa nella regione di Suffolk, nei pressi del fiume Stour, in Inghilterra) o nel nostro animo (L’urlo di Edvard Munch dove il grido lancinante eleva la scena a simbolo del dramma collettivo dell’angoscia, del dolore e della paura). Il medium che, secondo me, ci permette di viaggiare a 360° è, ovviamente, il cinema. Emozionano non solo la fotografia e la colonna sonora ma anche la scenografia.

Da alcuni anni vanno di moda i viaggi da cinefili in cui milioni di appassionati girano il globo alla ricerca delle location dei loro film preferiti. I luoghi più gettonati? Stati Uniti, Islanda, Inghilterra e… Crema, location del cult Chiamami col tuo nome. Ho avuto la possibilità di intervistare la Sindaca, Stefania Bonaldi, in merito alla produzione del film e sugli effetti che ha avuto nella zona.

Come è stata coinvolto il comune di Crema sia per quanto riguarda i permessi sia per il coinvolgimento dei cittadini?

“Diciamo che a monte c’è stata la decisione del regista Luca Guadagnino, nostro concittadino per qualche anno, di ambientare il film nel nostro territorio, a Crema e nel cremasco, modificando in tal senso l’ambientazione originale del romanzo da cui si è tratta la sceneggiatura. Dopodiché, una volta che nel proprio processo creativo Guadagnino e il suo staff hanno individuato ambienti e scenografia, la produzione ha chiesto l’autorizzazione per le riprese in città. Non si è trattato tuttavia di una semplice autorizzazione, abbiamo stipulato una vera e propria convenzione fra Comune e produzione al fine di agevolare le riprese, sburocratizzare i passaggi e sostenere materialmente la realizzazione.

Avevamo intuito che l’effetto restituzione sarebbe stato enorme. Si è rivelato successivamente qualcosa di assolutamente straordinario, tra le migliori performance italiane nel rapporto investimento di un ente in un prodotto artistico-mediatico / ricaduta sul territorio, un caso che è stato analizzato anche in varie tesi di laurea. C’è stato un casting per individuare alcune figure minori e comparse e molti miei concittadini vi hanno partecipato. Ci sono anche alcuni cremaschi che hanno contribuito sul set con le loro competenze professionali.”

Come descriverebbe in una parola l’anteprima fatta a Crema con il cast del film?

“Credo sia stato non solo l’evento dell’anno, ma davvero un momento di straordinaria notorietà che ha consacrato la nostra città su una scala prima di allora sconosciuta. Crema non aveva mai vissuto una prima italiana di un film di tale portata: vedere il red carpet, i giornalisti televisivi in collegamento, le file di appassionati del film a caccia di autografi, è stato un fatto straordinario.

Avevamo iniziato prenotando la sala più grande del Multisala, che accoglie circa 400 spettatori, ma siamo stati sovrastati dal numero di adesioni, si è iniziato a prenotare una seconda sala, poi una terza, alla fine tutto il cinema quella sera proponeva la proiezione di CMBYN (proseguita per vero altri due mesi e sempre sold out). Ma ciò che è stato più bello, non programmato, è che regista e cast sono passati a salutare il pubblico in tutte le sale, un gesto di grande attenzione e sensibilità. Non credo avvenga spesso che un intero multisala programmi un solo film, a cinque minuti di distanza, così da permettere che il cast di quel film, candidato agli Oscar, passi da una sala all’altra per fare una sorpresa al pubblico prima della proiezione.”

La pellicola ha aiutato il turismo della zona? Avete organizzato eventi dedicati al film?

“Assolutamente sì, abbiamo registrato un ininterrotto flusso turistico internazionale, complice l’inserimento della città di Crema in molti circuiti di tour operator nazionali e internazionali. Parlo di turisti che arrivano da oltreoceano, da Canada e Australia, ad esempio, ma anche da Corea, Giappone e nord Europa, Svezia, Norvegia, Danimarca. Abbiamo addirittura un gruppo di amici statunitensi, i “New Yorkers love Crema”, che di fatto ha realizzato un gemellaggio ideale e culturale con la nostra città. Una esperienza esaltante e commovente: vedere la città che pensi di conoscere a menadito con gli occhi dello stupore, dell’ammirazione e del desiderio di chi ha scoperto Crema sulla pellicola è toccare con mano la magia del cinema e riscoprire la propria città sotto una lente diversa.

Sono state fatte mostre fotografiche in collaborazione con la Pro Loco – Info Point Crema, che insieme al nostro assessorato si occupa della promozione turistica della città. E poi il Crema Film Festival, grazie alla Associazione Giovanni Bottesini (contrabbassista nato nel 1821 a Crema, internazionalmente noto come il Paganini del Contrabbasso e protagonista dell’omonimo festival biennale che porta a Crema contrabbassisti da tutto il mondo). E ancora feste a tema nei luoghi “cult” del film, uno per tutti la discoteca anni ’80 che altro non è che la suggestiva “balera” presso il circolo ARCI di san Bernardino, e ancora percorsi cicloturistici dedicati, nelle nostre campagne, che sono un must per ogni turista proveniente dall’estero.”

Secondo lei la pellicola come dipinge il territorio del cremasco?

“Lo dipinge come un territorio placidamente accogliente, immerso nella natura, ricco di corsi d’acqua, paesaggisticamente affascinante. Un paesaggio che si concilia con i ritmi di vita e li rende umani.”

Ha conosciuto il regista? Come potrebbe descriverlo?

“Sì, ho avuto il piacere di conoscere Luca Guadagnino. Persona di grande cultura, seria, molto rigorosa sul lavoro, un vero perfezionista, piuttosto schiva. Era una celebrità, ma da noi a Crema ha sempre preferito il basso profilo e lo comprendo bene. Difendere la propria riservatezza è importante, per mantenere un sano equilibrio con sé stessi e gli altri.”

Nella pellicola sono coinvolti più comuni, avete collaborato in qualche modo?

“Ci siamo coordinati in quei momenti e soprattutto successivamente, quando si è trattato di promuovere i nostri territori alla luce del successo internazionale del film. Bisogna considerare che se si elencano i fotogrammi iconici del film ce n’è almeno uno per ogni comune: la piazza Duomo di Crema, il giro in bicicletta che si ferma al monumento davanti al castello di Pandino, il laghetto dei riflessi di Ricengo, naturalmente le molte scene alla villa di Moscazzano e molto altro.”

Cosa si aspetta dal seguito? Le piacerebbe rivedere Elio ed Oliver di nuovo a Crema?

“Sarebbe straordinario, intanto per capire se la storia d’amore fra Elio ed Oliver continua, e poi perché in realtà il film celebra non solo i loro percorsi esistenziali, ma anche la Natura ed il rapporto fra uomo, sentimento e natura. Anche i nostri paesaggi, i nostri scorci, i monumenti, le piazze, le vie di campagna sono stati protagonisti insieme ad Oliver e ad Elio in questa pellicola e noi ne andiamo assai orgogliosi.”

Giovanni Salomi

Giovanni Salomi è nato a Busto Arsizio il 12 febbraio 2001. Studente di cinema presso il DAMS di Bologna. Fin da piccolo appassionato di cinema, ha sempre studiato con interesse tutto ciò che sta davanti e dietro le quinte. Dal 2016 al 2020, scrive presso il portale “L’Informazione” con la rubrica “Il film del fine settimana”, nella sezione “Conoscere e sapere”, in cui presenta le pellicole del momento. Per tre anni, co-presenta un programma radiofonico, “B-Movie”, insieme a Giovanni Castiglioni, dove approfondisce e discute le ultime novità nel mondo del cinema. Per svariati anni ha collaborato con i cinema della zona di Busto Arsizio (ha lavorato presso il Teatro Sociale ed il Cinema Lux).

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