Tito Flavio Vespasiano
Nella nuova puntata di Ti racconto una Storia: Tito Flavio Vespasiano. Nasce il 17 novembre del 9 DC nell’odierna Cittareale, nel reatino, da una famiglia dell’ordine equestre.
Dopo un’infanzia trascorsa nelle campagne, che amerà sempre, inizia il cursus honorum, che lo porta in giro per l’Impero: a vent’anni è tribuno militare in Tracia. A venticinque Vespasiano è questore nella provincia di Creta e Cirene, poi edile, pretore, infine console e proconsole. In questi anni, peraltro, oltre che alla politica, pensa anche alla famiglia, giacché si sposa con Domitilla, che gli dà tre figli: Tito e Domiziano, futuri imperatori, nonché Flavia Domitilla.
La carriera militare dà particolari soddisfazioni a Vespasiano: diviene infatti legato imperiale in Germania, dove si distingue per le sue capacità e partecipa attivamente alla campagna britannica di Claudio. Più che per grandi doti strategiche o tattiche, pare che il nostro amico si segnali per sangue freddo e carattere, doti in ogni caso essenziali per un comandante.
Nel 66 la Giudea insorge contro il dominio romano e Nerone, temendone la secessione, vi invia proprio Vespasiano, uno dei migliori comandanti a disposizione di Roma. Nei due anni successivi il nostro miete molte vittorie, ma, quando sta per assediare Gerusalemme, nel 68, giunge la notizia della morte di Nerone: ha inizio allora la guerra civile e Vespasiano, inizialmente attendista, viene convinto dai soldati a proclamarsi Imperatore. Agendo con rapidità, i suoi subalterni piegano le forze di Vitellio, che viene ucciso: a 60 anni, il generale reatino è dunque il nuovo Imperatore.
Vespasiano, giunto a Roma, fa emanare una lex de imperio
che sancisce le proprie prerogative e la propria superiorità rispetto alla legge, poi può dedicarsi all’amministrazione dell’Impero: trovando una situazione economica disastrosa, è costretto ad imporre nuove tasse e, cosa che lo ha reso celebre, ad elevarne una sugli orinatoi pubblici.
In politica interna, riforma completamente l’ordine senatoriale e l’ordine equestre, introducendo criteri più rigidi per l’ammissione ed ammettendo anche uomini provenienti dalle province. Dal punto di vista giudiziario, Vespasiano nomina nuovi giudici per occuparsi delle vertenze rimaste in sospeso durante la guerra civile e per quelle nate proprio durante quel periodo, concedendo loro poteri straordinari in modo da evitare l’allungarsi dei processi. Al tempo stesso, si batte anche dal punto di vista giuridico per il ripristino della moralità sessuale, venuta a quanto pare meno e, soprattutto, contro l’usura, divenuta una piaga sociale nel periodo della guerra civile.
Da un punto di vista urbanistico, Vespasiano promuove un’intensa campagna edilizia, aiutando personalmente a rimuovere le macerie ancora rimaste in città, ricostruendo il Campidoglio, costruendo un nuovo Foro, costruendo strade e, ovviamente, dando inizia alla costruzione del più grande anfiteatro del mondo romano, l’Anfiteatro Flavio, meglio noto ancora oggi come Colosseo.
Sotto l’aspetto culturale, l’Imperatore favorisce le arti ed è il primo a concepire un vero e proprio vitalizio per gli oratori, poeti, attori ed in generale artisti più illustri
A livello militare, Vespasiano promuove un’intensa opera per ristabilire la proverbiale disciplina dell’esercito romano, operando al contempo per fortificare i confini e sedare ribellioni.
Uomo semplice ed ironico, Vespasiano dimostra ironia anche nella morte: colpito, a settant’anni, da una forma acuta di dissenteria, forse acuita dall’ingestione di acqua ghiacciata, il nostro sente avvicinarsi la fine e dice a chi lo circonda: Pare che io stia per trasformarmi in un Dio. Successivamente, dopo aver avvertito un malore, riesce ad alzarsi in piedi dal letto, sostenendo che un Imperatore debba morire in piedi, per poi spirare, il 23 giugno del 79, presso le Terme di Cotilia.
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