Galba, Otone, Vitellio
Dopo avervi raccontato la fine sanguinosa della dinastia giulio-claudia, è tempo di affrontare il cosiddetto anno dei quattro imperatori: per farlo vi racconterò in un primo momento la storia dei primi tre, per poi narrarvi di Vespasiano, il vincitore della contesa.
Nel 68, dopo la morte di Nerone, l’Impero vede un vuoto di potere che in parecchi intendono colmare: il primo dei quattro imperatori ad ascendere al trono è Servio Sulpicio Galba, 71enne nativo di Terracina. Si tratta di un politico e generale di lungo corso, nonché di uomo estremamente austero, rigoroso e morigerato. Se nel 37, alla morte di Caligola, aveva giurato fedeltà a Claudio, alla morte di Nerone decide invece di raccoglierne l’eredità, marciando sulla Capitale dell’Impero.
Il suo atteggiamento estremamente severo, tuttavia, gli aliena le simpatie di molti possibili alleati
a Roma, oltretutto, trova una situazione economica disastrosa ed è costretto a prendere provvedimenti estremamente impopolari. Oltre a ciò, nomina come comandante delle legioni settentrionali dell’Impero un individuo di carattere debole quale Aulo Vitellio, 53enne nativo di Nocera, come proprio successore. Sceglie Lucio Calpurnio Pisone Liciniano, un uomo con le sue stesse caratteristiche ed anche lui poco bravo a farsi amare. Nel fare ciò, scontenta fortemente un suo alleato di vecchia data, Marco Salvio Otone, 37enne nativo di Ferento.
All’inizio del 69, dunque, le legioni settentrionali costringono Vitellio ad accettare l’investitura di imperatore e, al tempo stesso, Otone compra letteralmente la fedeltà dei soldati, scontenti per i tagli ai loro donativi effettuati da Galba. L’anziano imperatore, dopo appena sette mesi di regno, viene dunque massacrato nel Foro Romano, con Otone che assume la carica. Il nuovo sovrano deve però vedersela con Vitellio, con il quale cerca prima un accordo, per poi dichiarargli guerra. Il conflitto, tuttavia, va male e, dopo appena tre mesi di regno, Otone, sconfitto, si suicida, sperando così di risparmiare ulteriori sofferenze al mondo romano.
Vitellio, tuttavia, il più riluttante dei tre ad assumere la carica, si conferma uomo di poco polso, oltre che amante più della bella vita che della politica (peraltro come lo stesso Otone). Quando scoppia l’ennesima rivolta, stavolta guidata da un veterano delle forze armate quale Tito Flavio Vespasiano, Vitellio vorrebbe rinunciare al trono. Viene tuttavia “convinto” ancora una volta a restare al suo posto, cosa che gli è fatale: quando l’esercito di Vespasiano è alle porte di Roma, Vitellio viene trascinato per le strade della città con un laccio al collo e letteralmente scannato.
Sale così al trono Vespasiano, che, un po’ a sorpresa, si rivelerà uno degli imperatori più capaci ed amati della storia di Roma.
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