Cronaca

Disabilità e gli amici a quattro zampe

Fino a quando non ho frequentato assiduamente il mondo SuperAbile ho sempre pensato che gli unici animali indispensabili alla vita di una persona fossero i cani-guida per i ciechi.

Effettivamente nell’immaginario collettivo se si pensa ad un uomo con gli occhiali scuri e bastone e dall’altra parte un cane con una pettorina bianca e una croce rossa ha subito l’idea di priorità. In realtà sono tantissime le situazioni di vita che contemplano la presenza costante di un amico a 4 zampe vicino ad una persona disabile, non soltanto per aiutarlo nelle azioni della vita quotidiana ma anche come coadiuvante terapico.

Numerosi studi pubblicati da riviste tra le più accreditate affermano che il rapporto con gli animali può aumentare il tasso di sopravvivenza nei pazienti affetti da disturbi cardiaci, un abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza delle pulsazioni. Curare un animale quindi può migliorare i disturbi d’ansia, lo stress e la depressione.

Verso la fine del 1700 in Inghilterra lo psicologo Tuke studiò ed incoraggiò il rapporto malati mentali e piccoli animali. Nel 1800 in Germania in un ospedale pediatrico si studiò come accudire piccoli animali domestici, portasse sollievo ai giovani ospiti.

Nel 1875 in Francia fu prescritta per la prima volta da un medico l’equitazione come forma di terapia coadiuvante per persone affette da disturbi neurologici. La pet Therapy (terapia dell’animale da affezione) era già conosciuta ed utilizzata nei secoli scorsi ma oggi ha indubbiamente un’importanza riconosciuta in modo universale.

Gli animali, in primis i cani, ma anche i cavalli, i pony e i delfini, rappresentano dei veicoli di armonizzazione tra uomo e natura, tra mondo abile e SuperAbile.

Oggi viene riconosciuta anche come un progetto complessivo con l’acronimo IAA (Interventi Assistiti con gli Animali).

Ascolta Disabilità e Benessere giovedì sera alle 21 su WebRadio SenzaBarcode oppure scarica il podcast e ascoltalo su #spreaker o #spotify manu@senzabarcode.it.

Emanuela Fatilli

Emanuela Fatilli nata a Busto Arsizio dove tutt'ora vive, nel 1973 é sposata e madre di due figli Giovanni e Giacomo. Lavora presso l'ospedale di Magenta dal 1996 in qualità di Tecnico di Radiologia. Ha pubblicato il suo primo libro, " La casa infestata che non c'era l'albergo aperto", nell'ottobre del 2018 per la casa editrice milanese "Excogita ". Da settembre 2019 collabora con la WebRadio SenzaBarcode come speaker e autore per il programma Disabilità e Benessere.

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