Di Silvia Nair, Ho visto un sogno
È uscito il 5 giugno Ho visto un sogno, primo singolo di Silvia Nair che anticipa il terzo album di inediti previsto per l’autunno.
Protagonista del 15 luglio a Nella stanza dell’altro, la Musica è Silvia Viscardini, in arte Silvia Nair, che in egiziano significa luminosa. Artista italiana di caratura internazionale, è una musicista (suona il pianoforte), cantante (con quattro ottave di estensione), autrice e compositrice di canzoni e colonne sonore per il Cinema e per documentari, e performer.
Seguendo la tradizione di famiglia, dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza ed aver intrapreso la professione di notaio, decide di abbandonare la carriera notarile per dedicarsi interamente alla musica (come si può leggere cliccando sul link https://www.silvianair.com/).
Ora, subito, a seguire la nostra intervista
Silvia, come ti descriveresti in quanto artista e come persona?
Mente aperta e spirito libero,non omologata, curiosa, appassionata, entusiasta, sognatrice.
Un aggettivo, e il perché del tale, per descrivere il tuo nuovo singolo Ho visto un sogno?
Epico. Poiché è un brano rock sinfonico, che alterna una strofa poetica ad un inciso esplosivo. E perché il testo lancia il messaggio dello straordinario potere del sogno, per l’essere umano.
Perché proprio il brano Ho visto un sogno quale primo singolo?
Perché in piena pandemia e con l’Italia appena uscita dal lockdown, abbiamo tutti bisogno di ripartire e il sogno, inteso come obiettivo da perseguire nonostante le difficoltà e i limiti, è ciò che può infondere la forza e il coraggio necessari per la rinascita.
Hai affermato che Ho visto un sogno, cito, è un viaggio di riflessione sull’importanza del sogno in quanto ideale da perseguire, sogno che ha il potere di cambiare l’uomo. Qual è il tuo sogno più grande e in che senso, come, ti ha cambiata?
Ho abbandonato tuttoper (il sogno del) la musica, che ha cambiato la mia vita realizzando la mia vera essenza. Credo di avere qualcosa di inedito e significativo da dire e da dare, e proprio la musica mi consente di divulgarlo ad un (più) vasto pubblico.
In Ho visto un sogno racconti un tuo vissuto personale, un tuo vissuto in prima persona?
Il testo e il soggetto del videoclip nascono da un mio incubo notturno. Vagavo sola nel deserto in preda allo sconforto, quando ho visto emergere dalla sabbia un vecchio televisore, che trasmetteva immagini di personaggi ed eventi rappresentativi del XX secolo. Il messaggio era potente, cioè i sogni scrivono storie, i sogni cambiano la Storia dell’umanità!
Ho letto che sei laureata in Giurisprudenza, con carriera notarile. Per quali ragioni hai investito in passato in questo mondo, almeno apparentemente così distante da quello della musica?
Appartenendo ad una famiglia di notai ed avvocati, la mia universitaria e professionale sembrava una scelta conseguentemente scontata. Poi però ho realizzato che stavo vivendo un’esistenza che non mi rappresentava. Ho seguito coraggiosamente la mia natura per essere felice. Essere artisti è un modo di essere, di pensare, di vivere diverso, fuori dai cliché.
Quando hai iniziato a muove i primi passi nel mondo della musica: sei una figlia d’arte, ti ha scoperta casualmente qualcuno o hai seguito un percorso preciso già da bambina?
In famiglia sono tutti appassionati di musica. Mia madre mi ha insegnato i primi rudimenti di pianoforte, che dopo ho studiato al Conservatorio. Da adulta ho studiato inoltre canto, con cantanti lirici. Ho conosciuto il Maestro Giusto Pio, violinista e collaboratore storico di Franco Battiato che, innamoratosi della mia voce, mi ha presentata a Toni Verona il quale è il Presidente della casa discografica Ala Bianca di cui faccio parte. Ho debuttato in Vaticano, davanti a Papa Giovanni Paolo II e da lì l’avvio del mio percorso artistico.
Hai un curriculum davvero notevole ed ecco che siamo curiosi si sapere se c’è un’esperienza artistica alla quale sei più legata, e per quale motivo.
Effettivamente ho partecipato ad eventi di prestigio e ho collaborato con grandi artisti. Ogni singola esperienza mi ha arricchita e forgiata. Parlando dei grandi nomi italiani, Franco Battiato mi ha trasmesso l’amore per la ricerca e la sperimentazione; di Claudio Baglioni mi hanno impressionato l’energia sul palco e la voce incontenibili; e Ron è un vero signore della canzone d’autore. Lucio Dalla un genio che faceva cose enormi giocando e divertendosi. Andrea Bocelli, al mio esordio, mi fece un apprezzamento che mi ha spronata a perseguire il mio sogno.
Sei senz’altro poliedrica. Cantante, performer, musicista, autrice, compositrice ma cosa ti senti maggiormente e quali le sensazioni/emozioni che provi nelle varie vesti?
Cerco di esprimermiin maniera credibile in tutti i modi possibili. Sicuramente mi sento cantante in quanto mi permette di spogliarmi d’ogni cosa e aver la sensazione d’essere nuda, di essere autentica, profonda, fragile e contemporaneamente forte e potente. Mi sento tuttavia non di meno compositrice poiché creare musiche è una forma di creatività per me naturale, sia quando compongo per la prima persona che su commissione per il cinema. E amo suonare il pianoforte, confidente ed amante col quale ho un rapporto carnale. Mi piace ancora scrivere i testi dei miei brani ponendo e avendo cura nella scelta delle immagini e delle parole. Amo infine stare davanti all’obiettivo per photo shooting e videoclip, per raccontare il mio mondo interiore anche attraverso l’espressività del viso e la gestualità, e il movimento del corpo.
Progetti artistici e personali futuri?
La pubblicazione del mio terzo album in autunno, con eventi e concerti live (Covid-19 permettendo). Nuove colonne sonore per film e documentari; e vorrei fare l’attrice, non solo nei miei videoclip… Lascio galoppare il mio spirito libero verso nuovi orizzonti…
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