La lingua dei segni, comunicare tutti
La lingua dei segni utilizzata per la maggior parte dalle comunità dei segnanti a cui afferiscono persone per lo più sorde o ipoudenti, è una lingua che utilizza una comunicazione sia verbale che non verbale.
La comunicazione risulta essere molto espressiva poiché deve rendere la paure, l’ansia, l’incertezza ma anche la gioia e la gratitudine. Ho cominciato ad interessarmi della LIS (Lingua Italiana dei segni) quando ero piuttosto piccola, andavo alle scuole elementari, perchè una mia compagna era ipoudente.
Ai tempi era una rarità avere un ragazzo particolare in classe ed io ne ero affascinata. Così cercai di imparare quel poco che riuscivo a capire della lingua dei segni. Mi piaceva moltissimo il modo di dire amore e insieme. Mi sembrava più bello dell’italiano stesso (che rimane una delle lingue più belle al mondo).
L’idea che sta dietro le lingue dei segni è lo sfruttare il canale visivo-gestuale perché il messaggio passa attraverso il corpo e la vista.
Lavorando poi con un ragazzino autistico ho notato come la componente visivo-gestuale è predominante nel nostro cervello e questo mi ha portato a rispolverare le mie antiche conoscenze e a cercare di ampliarle. Così ho consultato un’insegnante di LIS per capire come utilizzare questa cosa per mio figlio. Grazie a lei ho imparato a comporre delle social stories per comunicare con lui le prime semplici azioni ed accompagnarlo ad ottenere importanti autonomie.
Ho ritrovato la parola amore ed insieme e mi è sembrato di non essermene mai staccata.
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