Arte e Cultura

I vecchi film comici erano migliori

Spesso, nei vari gruppi sui social, leggo post che criticano pesantemente i film comici moderni.

Molti sottolineano il fatto che siano tutte pellicole banali, poco interessanti e che, semplicemente, non fanno ridere. Svariate persone, probabilmente colpite dalla nostalgia, dichiarano che i vecchi film comici erano meglio, facevano ridere ma anche pensare, erano tutti dei piccoli capolavori.

Ma è davvero così?

Il periodo che va dagli anni ‘60 fino agli ‘80 è stato un periodo particolarmente vibrante dal punto di vista creativo, ricco di rivoluzioni. Questo è senza dubbio vero, non nego che amo moltissime pellicole comiche del secolo scorso (vedi i film di Chaplin, Frankenstein Junior o persino Una pallottola spuntata). Detto questo, io non mi illudo che i tempi che stiamo vivendo siano di “magra”, creativamente parlando. Posso capire le motivazioni per cui la situazione venga percepita in questo modo: basta accendere la televisione e vedere che vengono trasmesse delle commedie di scarsa qualità.

Secondo me non è vero che i lavori di qualità si potevano fare solo trenta o quarant’anni fa

e che quello che viene fatto oggi sia tutto pattume. Questa è una percezione falsata che abbiamo a causa della nostra esperienza. Che cosa ci ricordiamo degli anni ‘70? Che cosa ci hanno fatto vedere i nostri genitori? Solo il meglio. Sapete quante commedie pessime c’erano in quegli anni? (per esempio Jack del Cactus del 1979 con Arnold Scharzenegger).

Tutti ricordiamo i migliori film comici degli anni ‘80 (vedi Zelig di Woody Allen del ‘83; L’aereo più pazzo del mondo del 1980 oppure Chi ha incastrato Roger Rabbit?), ma qualcuno ha mai visto Howard e il destino del mondo del 1986?

E’ chiaro che dopo tanti anni c’è stato un “setaccio” temporale che ha fatto emergere soltanto le buone produzioni. Ma non è vero che tutti i film comici del passato siano belli!

E oggi, cosa abbiamo? Ci sono delle realtà (vedi l’A24) che produce film di qualità (fra cui anche commedie). In questi anni abbiamo avuto pellicole comiche come The Nice Guys (2016), The Big Sick (2017), Dio esiste e vive a Bruxelles (2015) e The Grand Budapest Hotel (2014) per citarne alcuni.

L’industria ha iniziato a lavorare in maniera settoriale

I produttori non controllano la qualità dei prodotti ma guardano solamente al target, raramente i grandi studios “sprecano” tempo ed energie per migliorare la qualità di un prodotto. Perché non lo fanno? Queste case di produzione sanno che la maggioranza del pubblico non è interessata a una morale, a una buona recitazione o ad una storia coerente. Quello che vogliono è ridere, senza ragionare.

Un esempio, secondo me, è Thor:Ragnarok. Il film manca di una trama coerente e di una morale interessante. Ma il pubblico se ne frega, vuole vedere degli attori vestire i panni dei loro eroi preferiti, che si picchiano e che dicono battutine stupide.

La commedia sta diventando un genere da “parco dei divertimenti” in cui se non ridi a crepapelle allora il film è brutto. La qualità, oggi, è spezzettata: dove è presente una buona scrittura manca il budget e viceversa. Chi è peggiorato è l’industria che segue solamente il target.

Ma gli artisti ci sono ancora e lavorano con la stessa passione dei registi degli anni ‘60, ‘70 e ‘80.

Giovanni Salomi

Giovanni Salomi è nato a Busto Arsizio il 12 febbraio 2001. Studente di cinema presso il DAMS di Bologna. Fin da piccolo appassionato di cinema, ha sempre studiato con interesse tutto ciò che sta davanti e dietro le quinte. Dal 2016 al 2020, scrive presso il portale “L’Informazione” con la rubrica “Il film del fine settimana”, nella sezione “Conoscere e sapere”, in cui presenta le pellicole del momento. Per tre anni, co-presenta un programma radiofonico, “B-Movie”, insieme a Giovanni Castiglioni, dove approfondisce e discute le ultime novità nel mondo del cinema. Per svariati anni ha collaborato con i cinema della zona di Busto Arsizio (ha lavorato presso il Teatro Sociale ed il Cinema Lux).

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