Arte e Cultura

Omaggio a Ezio Bosso

Nella stanza dell’altro, la Musica approda a WebRadio SenzaBarcode. Si comincia con un omaggio al Maestro Ezio Bosso.

Nella stanza dell’altro, la Musica è lo spazio e il tempo che condivideremo ogni mercoledì alle ore 15 su WebRadio SenzaBarcode. Appuntamenti, i nostri, che non hanno la pretesa di ingabbiare in una circoscrivente forma un’Arte così meravigliosa né vogliono etichettare i cantanti ed i musicisti che intervisterò. 

La Musica infatti, per me, per sua natura alimenta e viene alimentata dallo stupirsi e rielaborare la sorpresa derivante dalle inevitabili incognite ed esperienze del quotidiano. Capacità di combinare suoni con strumenti musicali e/o voce umana che è possibile quando si dà valore agli incontri e all’esperire sempre diverse e nuove emozioni. Un infinito viaggio nei sentimenti e tra pensieri in dialogo è ciò che mi auguro intraprenderemo insieme!

Musica quale ascolto che non sarebbe possibile, come non è possibile per nessuna arte, senza una partenza dal concreto. Musica tuttavia che per sua costituzione trascende la realtà toccata e provata con mano, per andare al di là di qualsiasi soglia, verso un differente inizio. La musica è espressione dell’intimo, del viscerale, e nell’esserci dentro è incurante delle possibilità di avveramento e corrispondenza dei, in essa raccontati, desii: se il vivere effettivo tradisce cosa lei racconta non per questo è meno vera. 

Nella stanza dell’altro, la Musica però ha preso in prestito pur alcuni discorsi di Ezio Bosso

Il pianista, compositore e direttore d’orchestra torinese che purtroppo è venuto a mancare il 15 maggio, a soli quarantotto anni.

Chi era questo grande Maestro? Ezio Bosso era un figlio d’arte che si avvicina alla musica a quattro anni, ascoltando il fratello musicista e una prozia che suonava il piano. A dodici anni, compone già musica e a quattordici entra nel gruppo degli Statuto, con i quali rimane per tre anni.

Ezio tuttavia decide presto di dedicarsi alla musica classica grazie alla quale, ancora minorenne, esordisce in Francia per poi girare tutta l’Europa. Negli anni ’90 calca le prestigiose scene del Royal Festival Hall, Sidney Opera House, Southbank Centre, Palacio de Bellas Artes di Città del Messico, Carnegie Hall, Teatro Colòn di Buenos Aires, Houston Symphony, Parco della Musica di Roma e Teatro Regio di Torino.  

È alle soglie del 2000 che Bosso cura per il teatro alcune importanti parti musicali e lavora con Valter Malosti, Antonio Catania, Rocco Papaleo. Nel 2001 si occupa della colonna sonora del film Ribelli per caso e due anni più tardi realizza quella di Io non ho paura, con protagonista Diego Abatantuomo, che gli è valsa una nomination al David di Donatello.

Tra il 2004 e il 2005 è impegnato, per il cinema, con Rosso come il cielo e Quo Vadis Baby mentre tra il 2006 e il 2007 con le musiche di The moon on the Lake e di Il dolce e l’amaro

Nel 2010 scopre di avere una malattia neurodegenerativa, con effetti analoghi alla sclerosi laterale amiotrofica. Poco dopo, gli viene diagnosticato anche un tumore al cervello. Perché visibilmente dimagrito, Ezio svela la propria malattia e continua ad esibirsi: nel 2014 alla testa della London Symphony Orchestra con la sua Fantasia per Violino e Orchestra e nel 2015 in concerto all’Ikon Gallery, dove è stato definito da Penelope Curtis l’evento artistico dell’anno.

Nel 2015 Bosso viene ricandidato pure al David di Donatello per le sue musiche del film Il ragazzo invisibile, in collaborazione con Gabriele Salvatores e viene chiamato dall’Università Alma Mater di Bologna per realizzare e dirigere una composizione incentrata sulla Magna Charta dell’ateneo. È nel 2015 inoltre che registra il primo album ufficiale da solista, per Egea Music il 30 ottobre con titolo The 12th Room, la dodicesima stanza. 

C’è una teoria antica, a cui fatto riferimento dal musicista piemontese, che vuole la vita composta da dodici stanze nelle quali ogni persona lascerà qualcosa di sé e per mezzo delle quali si sarà ricordati. L’ultima stanza è in verità la prima, quella che quando si nasce non si può ricordare poiché non la si può vedere, ma ove ogni essere umano torna una volta libero ovvero a cui si torna per ricominciare e rinascere.

Bosso credeva in tale teoria e nella beltà della parola stanza, che specificò aver significato di stazionare e al tempo stesso affermarsi

E che le stanze che abbiamo costruito nelle nostre case, dove ci fermiamo, dando loro nomi, numeri e significati, sono infinite sebbene nessuno ci pensa mai. Ci sono stanze per ogni cosa, per la musica, per i giochi, per i sogni, per l’amore, per la meraviglia, da attraversare e che intrappolano, eppure tutte sono come delle storie di cui tentare di godere il più possibile. 

Nel febbraio 2016 è uno degli ospiti d’onore del Festival di Sanremo condotto da Carlo Conti ed è in quest’occasione che il pianista affermò che la musica siamo noi e che è una fortuna che condividiamo. Noi mettiamo le mani, ma lei ci insegna una cosa fondamentale e cioè ascoltare. 

Ezio considerò fino all’ultimo la musica una magia e, proprio a Sanremo, disse che i direttori hanno la bacchetta come i maghi. Lui, per mezzo della musica, sapeva di avere il dono dell’ubiquità perché la musica che ha scritto è stata e sarà sempre a disposizione dei direttori e delle orchestre di tutto il mondo, anche in esecuzione contemporanea e ciò pur dopo aver lasciato l’ultima stanza terrena.

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Giulia Quaranta Provenzano

GQP è nata l’11 luglio del 1989, ad Imperia. Terminato il Liceo Scientifico G.P. Vieusseux di Porto Maurizio IM, la giovane si iscrive all’UNIGE e nel 2011 consegue la Laurea triennale in Filosofia mentre nel 2014 quella magistrale in Metodologie Filosofiche. Appassionata e costantemente dedita già dall’età di 6 anni alla fotografia, Giulia nel 2018 inizia ad essere protagonista di mostre Collettive e Personali ed ottiene altresì il Diploma quale Critica di arti visive e letteraria. Prolifica poetessa, ha scritto inoltre alcuni brevi romanzi, racconti e saggi editi con il CEI, Aletti Editore, Pegasus Edition ed Articoli Liberi. È nel 2019 che l’entusiasta e vulcanica artista per vocazione e missione – consulente assicurativa invece per professione, intraprende un corso attoriale intensivo con il noto Giuseppe Morrone, punto zero grazie al quale finalmente accarezzata una più profonda e totale, inedita, consapevolezza in maieutico stupore. Per curiosità e domande, scrivere a giuliaqp@senzabarcode.it

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