Cronaca

Fiera Roma è pronta a ripartire

In sicurezza e nel rispetto di tutte le norme per il contenimento del contagio. Super tecnologia per uscire dalla zona rossa della Fiera.

“La nostra Italia ferita sta finalmente cercando di ripartire. Non vediamo l’ora di poterlo fare in sicurezza anche noi del mondo fieristico e della meeting industry”. Lo ha detto Pietro Piccinetti amministratore unico e direttore generale di Fiera di Roma presentando un piano per la ripartenza. Con l’ausilio di strumenti tecnologici eccezionali.

Il Polo fieristico della Capitale ha infatti stretto un’alleanza con la società GSNET Italia, eccellenza made in Italy specializzata in sistemi di realtà aumentata in campo industriale. Dispositivi indossabili com Smart glasses e helmet per il controllo della temperatura nelle aree di accesso agli stand. Realtà aumentata e WiFi LTE 5G e TETRA: non sarà Matrix Reloaded, ma Fiera Roma.

“Il nostro è un settore che mette al centro del suo modello di business le persone e l’incontro

e intorno a questo costruisce una vera e propria leva di sviluppo economico per il territorio e il sistema Paese, promuovendo l’eccellenza italiana nel mondo. Vogliamo tornare a onorare il prima possibile questa responsabilità nei confronti dell’Italia e dei settori industriali, trovando il giusto e sicuro equilibrio tra la salute pubblica e quella economica del Paese”.

In queste ultime settimane SenzaBarcode si è occupato della ripartenza del turismo e della cultura (in questo caso il focus è stato sui teatri), di Roma e Lazio. In entrambi i casi, ma temo il fenomeno sia attribuibile a tutti i settori economici, si paventa un grosso problema di comunicazione. Il Governo non è riuscito mai a informare, con un discreto anticipo, tutti i parametri per la ripresa delle attività governative. Dalla sicurezza del personale a quella dei clienti.

Gli imprenditori hanno sempre dovuto provvedere in autonomia per ricevere, a ridosso della riapertura, le direttive.

“Riapriamo nonostante il governo, paghiamo tasse ma ricevuto zero aiuti”

Indicativa è anche la dichiarazione di Gianluigi Cimmino ceo di pianoforte Holding, il gruppo che include Yamamay, Carpisa e Jaked.

“… Siamo stati abbandonati in occasione di questa pandemia: ce la siamo dovuti cavare da soli. È una vergogna. Avevano mesi per preparare questa nuova fase, si sono ridotti a dare indicazioni 36 ore prima della riapertura. Hanno annunciato un decreto tre giorni fa, ma questo decreto ancora non è stato pubblicato: è scritto sull’acqua”. Era il 19 maggio, il giorno dopo la fine del lockdown.

La storia di Fiera Roma

I padiglioni sulla Portuense rappresentano per la nostra città un fiore all’occhiello. Importanti esposizioni, eventi di alto livello, convention di respiro extraeuropeo. Di certo non ha avuto vita facile, inaugurata nel 2006 è proprietà della Investimenti SPA. La società è formata al 60,75% da Camera di Commercio Roma; 20,08% alla Regione Lazio; 19,09% a Roma Capitale (quota che si sta assottigliando) e per il restante da Città Metropolitana di Roma Capitale; Unindustria e Confagricoltura.

Nell’aprile 2017, il momentaneo assessore alle partecipate Massimino Colomban, la definì “un pozzo senza fondo”. L’imprenditore della provincia di Treviso, fondatore della Permasteelisa, si dimise a ottobre dello stesso anno e sparì dalla scena politica romana. Pochi giorni dopo questa, ben poco lungimirante, dichiarazione, incontrai l’allora assessore regionale Guido Fabiani che dichiarò “Il comune sta facendo un errore, una scelta enormemente sbagliata, perché una capitale come Roma ha bisogno di una fiera. La fiera è una leva di sviluppo, è un’infrastruttura che dovrebbe porre il sistema Roma, e lo sta facendo questa fiera, nello scenario internazionale”.

Emendamenti AEFI e protocollo Federcongressi&eventi

AEFI Associazione Esposizioni e Fiere Italiane ha presentato una serie di emendamenti alla Conversione in legge del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese. Di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali. La richiesta avrebbe costituito un fondo da 800 milioni di euro per cercare di arginare quanto più possibile le perdite. Solo Fiera Roma ha perso circa 13mln di fatturato. Ed è una delle 39 realtà di AEFI. Emendamento respito.

Fiera di Roma svolge parte della sua attività ospitando grandi concorsi, si pensi che per il 2020 si dovevano svolgere prove che avrebbero garantito circa 150mila assunzioni in tutta Italia, solo per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione. Federcongressi&eventi ha studiato un protocollo per far ripartire almeno questa aspetto. Sarebbe una leva per rimettere in moto tutto il Paese, non solo Fiera Roma.

Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi, ha dichiarato “È infatti prioritario per la ripresa economica del Paese che la Fase 2 veda la ripartenza dell’intero settore degli eventi e dei congressi. Parliamo infatti di un comparto che genera 65,5 miliardi di euro con un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno attraverso 569 mila addetti. Fermare gli eventi significa fermare l’economia”.

La Fiera contribuisce a risollevare tutta l’Italia

“Non possiamo dire quando, ma dobbiamo dare il nostro contributo per suggerire alla task force governativa come ripartire al più presto con i concorsi. Riprendere il prima possibile in sicurezza le procedure concorsuali che milioni di italiani aspettano è il segnale più concreto di una ripartenza reale del Paese: significa rimettere in moto la macchina del lavoro, riattivare la staffetta generazionale, restituire ai nostri giovani il sogno di conquistarsi con il merito la professione che desiderano. Come Federcongressi&eventi siamo onorati di poter contribuire a tutto ciò”. È la conclusione di Piccinetti, consigliere di Federcongressi&eventi, come anche di AEFI.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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