La battaglia delle Termopili
2500 anni fa, si consumò una delle battaglie più famose di tutti i tempi: parliamo, naturalmente, della battaglia delle Termopili.
Film, libri e fumetti, in ogni modo è stata celebrata e raccontata la battaglia delle Termopili. Divenuta esempio per eccellenza di coraggio e spirito di sacrificio. Ma come si svolse, davvero, questo episodio bellico?
Innanzitutto, va ricordato che, nel 490 a.C., dieci anni prima di questo celebre scontro, gli ateniesi avevano inferto una dura sconfitta all’Impero Persiano nell’altrettanto celebre battaglia di Maratona. La guerra, in questo caso, era nata perché il Re dei Re, Dario I, intendeva punire proprio Atene ed Eretria per via del sostegno da queste fornite alle città della Ionia, che si erano ribellate all’Impero.
Dieci anni dopo il figlio di Dario, Serse, desideroso di vendetta, approntò una delle più grandi armate d’invasione che si fossero mai viste:
Erodoto, nostra principale fonte sugli eventi delle guerre persiane, parla addirittura di due milioni e mezzo di uomini, ma gli storici moderni tendono a ridimensionare le cifre, parlando di cento, massimo duecentomila uomini; si trattò, in ogni caso, di un esercito impressionante. Serse aveva inoltre fra i consiglieri Demarato, un ex re di Sparta.
La determinazione di Serse fu tale che il Re dei Re commissionò ai suoi ingegneri la costruzione di un enorme ponte di barche per attraversare lo stretto dei Dardanelli, allora noto come Ellesponto, punto di congiunzione fra Asia ed Europa. Quando il primo ponte crollò, Serse fece giustiziare i suoi ingegneri ed ordinò che il mare stesso fosse sottoposto a flagellazione come pena per aver fatto crollare il primo ponte.
Dopo che il successivo ponte ebbe miglior fortuna, l’esercito persiano sciamò contro la Grecia. Contro questa marea umana i Greci schierarono appena settemila soldati, di cui trecento provenienti da Sparta, scelti fra coloro che avevano figli, guidati da re Leonida, uno dei due sovrani spartani assieme a Leotichida.; il punto scelto per la resistenza fu il passo delle Termopili, uno stretto corridoio fra montagne e mare che avrebbe vanificato la soverchiante differenza di forza; nel frattempo, le navi greche, guidate da Euribiade e Temistocle, avrebbero bloccato la flotta persiana a capo Artemisio.
Dopo alcuni tentativi di abboccamento, Serse ordinò l’attacco
Il primo giorno, il Re dei Re mandò inizialmente all’assalto i figli di coloro che, dieci anni prima, erano caduti a Maratona, unitamente alle truppe del popolo dei Medi. Fu un massacro, che si concluse con migliaia di vittime per i Persiani. Tentarono allora un assalto gli Immortali, i soldati di élite dell’Impero, ma non ebbero miglior sorte, giacché lo spazio angusto faceva valere la superiorità greca, data anche dall’armamento più adatto ad un terreno tanto particolare.
Il terzo giorno, tuttavia, un greco traditore, Efialte, rivelò ai Persiani l’esistenza di un passaggio fra le montagne che consentiva di aggirare il passo delle Termopili e prendere alle spalle i Greci. Resosi conto del tradimento e dell’accerchiamento, la tradizione vuole che Leonida abbia congedato i soldati delle altre città greche, scegliendo di rimanere sul posto con i suoi Spartani. In realtà, sul posto rimasero anche i tespiesi, volenterosi di combattere fino alla morte ed i tebani, pare trattenuti come ostaggi in quanto sospettati di parteggiare per la Persia.
Sul posto, allora, nell’ultimo assalto persiano, morirono tutti i soldati greci, dal primo all’ultimo; sembra, però, che gli ultimi sopravvissuti siano stati abbattuti dagli arcieri persiani, perché Serse non voleva più perdere altri uomini. Stime moderne ritengono che l’armata del Re dei Re abbia perso ben ventimila uomini in tre giorni di battaglia.